Enciclopedia

genètica, sf. Branca delle scienze biologiche che studia le modalità di trasmissione dei caratteri ereditari da individui di una generazione ai loro figli, attraverso le informazioni contenute nei geni e trasmesse durante i processi di riproduzione. Creatore della genetica è da considerarsi Gregor Mendel (1866), le cui leggi riguardano l'unione tra individui della stessa specie che si differenziano per uno o più caratteri; ciò sarebbe dovuto ai geni, portati dai cromosomi e contenuti nelle cellule sessuali, che sono responsabili nella determinazione di un certo aspetto (allelo) di un carattere che viene ereditato dai discendenti. Dei due alleli dello stesso carattere, uno può trovare manifestazione nel fenotipo del discendente (allelo dominante), l'altro non compare (allelo recessivo), oppure si può avere un'eredità intermedia. Gli elementi dell'ereditarietà furono via via definiti, prima da Weismann (1892), poi da Sutton e infine da De Vries (1900) che scoprì le mutazioni. Gli studi genetici hanno compiuto notevoli passi in avanti, soprattutto in seguito alla scoperta della struttura del DNA, avvenuta nel 1953 a opera di Watson e Crick. La genetica ha consentito di migliorare culture e allevamenti; nel campo vegetale si è arrivati alla produzione di individui con corredo cromosomico multiplo (poliploidi) molto più resistenti degli individui normali. 


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