Enciclopedia

Goldóni, Càrlo (Venezia 1707-Parigi 1793) Commediografo, scrisse in lingua e in dialetto veneziano. Figlio di un medico, studiò prima a Perugia, poi filosofia a Rimini presso i domenicani, ma di lì fuggì nel 1721 con una compagnia di comici fino a Chioggia, dove si trovava la madre e dove poi anche il padre si stabilì a esercitare la sua attività medica. Frequentò per breve tempo la facoltà di giurisprudenza a Pavia, ma fu espulso nel 1725 in seguito alla pubblicazione di un componimento satirico. Laureatosi in legge a Padova, dopo un breve periodo come coadiutore giudiziario alla cancelleria di Feltre (1729-1730), lasciò la carriera giuridica per il teatro, divenendo poeta di varie compagnie teatrali (dal 1734 al 1745 con Giuseppe Imer e dal 1748 con Gerolamo Medebac). L'improvvisa morte del padre (1731) lo costrinse a prendersi carico della famiglia. Seguendo a Genova la compagnia Imer, conobbe e sposò nel 1736 la genovese Nicoletta Conio, che rimase con lui per tutto il resto della vita. Nel 1743 compose la prima commedia interamente scritta, La donna di garbo. Nel 1744 fuggì da Venezia a causa dei debiti contratti dal fratello. Dopo aver tentato generi teatrali diversi, dal 1745 al 1748 esercitò la professione di avvocato a Pisa, continuando a produrre per il teatro le commedie Tonin bellagrazia, I due gemelli veneziani e Il servitore di due padroni. Nel 1748 abbandonò la professione legale e tornò a Venezia come scrittore stabile per la compagnia Medebac. Tra il 1748 e il 1753, con una fitta serie di commedie (L'uomo prudente, La vedova scaltra, La putta onorata, Il cavaliere e la dama, La buona moglie, La famiglia dell'antiquario, Il teatro comico, La bottega del caffè, Il bugiardo, La Pamela, Il giocatore, La dama prudente, L'avventuriero onorato, I pettegolezzi delle donne, Il Molière, L'amante militare, Il feudatario, La serva amorosa, La locandiera, Le donne curiose), si distaccò dai modelli della commedia dell'arte e attuò la riforma del teatro comico italiano. Si trattava di restituire dignità letteraria al teatro comico dopo l'esperienza della commedia dell'arte, basata sull'improvvisazione e sul ricorso alle maschere, con una proposta di maggior aderenza alla realtà sociale contemporanea sorretta dall'adozione di un linguaggio vivo e immediato, al quale ben si prestava il dialetto. Dal 1753, a seguito di dissidi intervenuti con il Medebac, Goldoni iniziò a scrivere per il teatro San Luca, tentando nuove strade. Tra i lavori di questo periodo, si ricordano la Trilogia persiana (La sposa persiana, Ircana in Julfa, Ircana in Ispaan), La cameriera brillante, Il filosofo inglese, Terenzio, Torquato Tasso, Le massere, I malcontenti, La villeggiatura, Il medico olandese, Le morbinose, I morbinosi, Il campiello (1756). Negli anni dal 1760 al 1762 produsse alcuni dei suoi massimi risultati artistici con Gl'innamorati, I rusteghi, Un curioso accidente, La donna di maneggio, La casa nova, La buona madre, La trilogia della villeggiatura (Le smanie della villeggiatura, Le avventure della villeggiatura, Il ritorno dalla villeggiatura), Sior Todero brontolon, Le baruffe chiozzotte. Nel 1762 si trasferì a Parigi dove diresse la Comédie Italienne. Al periodo parigino appartengono la Trilogia di Zelinda e Lindoro, Gli amanti timidi, Chi la fa l'aspetta, e, in francese, Il burbero benefico e L'avaro fastoso. In quegli anni, Goldoni insegnò l'italiano alla famiglia del re a Versailles. Scrisse in francese anche i suoi Mémoires (1784-1787) dedicati al re Luigi XVI, autobiografia in cui ripercorre il suo rapporto con il teatro, analizzando gli aspetti di rinnovamento che egli seppe introdurre. La rivoluzione sconvolse gli ultimi anni della sua vita. Goldoni morì in miseria il 6 febbraio 1793, due settimane dopo l'esecuzione del re, dopo aver perso la pensione che gli era stata assegnata nel 1769. Il suo teatro aveva in un certo senso anticipato la storia con il ruolo centrale e prevalentemente positivo assegnato alla borghesia e al mondo popolare. 


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