Enciclopedia

metempsicòsi, sf. invar. Trasmigrazione delle anime dopo la morte in altri corpi umani, o in animali o piante. La reincarnazione fu teorizzata in occidente dall'orfismo e dal pitagorismo e ripresa poi da Platone. Secondo Platone, le reincarnazioni sono necessarie perché l'anima possa espiare una colpa originaria, in modo da purificarsi e poter ritornare nel mondo delle idee e godere permanentemente della contemplazione pura e perfetta delle idee e della verità (Fedone). In oriente le tradizioni buddhista e induista parlano di ciclo perenne di reincarnazione (samsara) ed elaborano i metodi di liberazione da tale ciclo. Per l'induismo, redenzione (o salvezza) significa liberazione da questo ciclo delle esistenze. Tramite le opere buone un uomo può ottenere determinati risultati in questa vita o in più vite. La fede nella rinascita diviene pertanto il fondamento della morale. Una volta liberata dal ciclo delle nascite e delle morti, l'anima condividerà con Siva le gioie supreme. Nel buddhismo, all'origine della reincarnazione sta l'attaccamento all'esistenza. In base alla legge della retribuzione delle opere, l'uomo può salvarsi da solo praticando la virtù. Eliminando la sete di esistere, si ottiene la cessazione delle rinascite e si eliminerà il dolore che caratterizza le esistenze. Nel giainismo la liberazione dell'anima dalla reincarnazione si può ottenere mediante un'ascesi severa, uno stile morale di vita e il rispetto di tutto ciò che vive. L'anima liberata da tutte le contaminazioni materiali raggiunge la beatitudine eterna. Sigmund Freud propose nel 1915 un'interpretazione psicologica delle origini della credenza nella metempsicosi. Egli sostenne che in tutti i tentativi dell'uomo di raffigurarsi la propria morte, si può constatare che l'interessato continua a essere presente anche dopo come spettatore. In pratica, si può dire che, in fondo, l'uomo non crede alla propria morte. Si tratta di un evento che non è possibile raffigurare. La stessa cosa, secondo Freud, vale per l'uomo primitivo. Tuttavia, a partire dalla morte di qualche persona cara, non era più possibile negare la realtà della morte. Per uscire da questa situazione, l'uomo elaborò un compromesso: ammise la morte, ma rifiutò che fosse l'annullamento della vita; escogitò la scomposizione dell'individuo in un corpo e un'anima e immaginò altre forme di esistenza dopo la morte del corpo. In questo quadro, si innestarono successivamente le religioni che confermarono e valorizzarono l'esistenza ulteriore dopo la morte con il corredo di premi e di castighi in relazione al comportamento tenuto durante la vita terrena. L'ultima fase in questo processo ipotizzato da Freud fu l'elaborazione di esistenze anteriori per le anime, con il corollario della loro trasmigrazione. Tutto, secondo Freud, messo in opera per togliere alla morte il suo significato di annullamento della vita. 


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