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Mozambìco Repubblica dell'Africa meridionale, confina a nord con la Tanzania, a ovest con il Malawi, lo Zambia e lo Zimbabwe, a sud-ovest e a sud con la Repubblica Sudafricana e lo Swaziland, a est si affaccia all'oceano Indiano (Canale del Mozambico). 
Le coste, che si sviluppano per più di 2.400 km, sono alte e rocciose a nord, basse e sabbiose a sud, spesso orlate da cordoni sabbiosi, che si articolano nelle due baie di Inhambane e Maputo. 
L'entroterra è costituito da una prima fascia pianeggiante, di origine alluvionale, che si innalza verso l'interno in un altopiano di altitudine media di 300 m. 
Il Mozambico centrale è dominato dall'ampia e profonda incisione della valle dello Zambesi; a sud ci sono alcuni massicci isolati; fra questi il monte Binda tocca i 2.436 m, massima vetta del paese. 
Numerosi fiumi solcano il territorio scendendo dalle terre alte del continente e sfociando direttamente nell'oceano Indiano. 
Lo Zambesi attraversa il paese con il suo corso finale, arricchito da vari tributari, tra cui lo Shire e il Luangwa. Gli altri corsi d'acqua sono il Rovuma, il Lùrio, il Save, il Limpopo, di regime piuttosto irregolare; la loro navigabilità è spesso impedita dalla presenza di rapide e cascate, di cui alcune sfruttate per la produzione di energia elettrica (è il caso delle cascate di Cabora Bassa, sullo Zambesi). 
Al Mozambico appartiene inoltre una parte del lago Niassa. 
Il clima registra temperature elevate, con scarse escursioni annue. 
Centro principale è la capitale, Maputo, sbocco importante di un vasto retroterra, uno dei principali centri dell'Africa meridionale. 
Altri importanti centri sono Beira, Quelimane e Nampula. 
A eccezione di gruppi misti lungo la costa, la popolazione è composta in grande maggioranza da neri bantu. 
Base dell'economia del paese è l'agricoltura che interessa oltre l'80% della popolazione attiva. 
Prevale nettamente un'attività di puro sostentamento, che produce manioca, cereali (riso, mais, sorgo, frumento), nonché patate e altri prodotti orticoli. 
Le colture più remunerative rimangono quelle commerciali di piantagione, rappresentate da cotone, canna da zucchero, tè, agave sisalana e acajù, (noce dell'anacardio, sfruttata dall'industria farmaceutica). Un certo rilievo hanno anche gli agrumi, le banane, alcune oleaginose (arachidi, ricino, girasole), il tabacco e la palma da cocco, diffusa nella fascia costiera. 
Ingenti sono le risorse forestali, da cui si traggono varie essenze pregiate. 
Modesto è il patrimonio zootecnico, ben sviluppata è la pesca. 
Le risorse minerarie appaiono cospicue, benché manchi tuttora un loro adeguato sfruttamento. 
Si estraggono carbone, bauxite, oro, rame, fluorite, uranio, pietre preziose ecc. Sono in corso prospezioni petrolifere mentre sono già stati individuati ricchi giacimenti di minerali di ferro. 
L'industria conta alcune raffinerie, dei cementifici, piccoli stabilimenti meccanici; i settori meglio rappresentati sono quello chimico (che produce fertilizzanti, acido solforico ecc.) e quello della trasformazione dei prodotti agricoli locali: manifatture di tabacco, cotonifici, oleifici, zuccherifici, birrifici, impianti per la lavorazione delle noci di acajù, complessi molitori. 
STORIA Tra il X e il XV sec., il paese popolato da bantu, è organizzato in piccole tribù guidate da dinastie ereditarie: i regni Maravi. Essi esportano verso sud l'avorio locale. Nel 1490 i portoghesi si insediano lungo le coste. I commercianti arabi indirizzano il commercio verso lo Zambesi. Nel 1544 Lorenzo Marques fonda una città alla quale dona il proprio nome (oggi Maputo). Nei secoli XVII-XVIII, l'influenza portoghese si afferma nelle basse valli orientali. Nel periodo 1887-1893 le frontiere della nuova colonia portoghese vengono fissate tramite accordi con la Germania e la Gran Bretagna. Nel 1951 il Mozambico diventa provincia portoghese d'oltremare. 
Nel 1964 il Fronte di liberazione del Mozambico (Frelimo) fondato due anni prima, avvia la guerriglia contro la dominazione portoghese. Nel 1975 viene proclamata l'indipendenza. Il presidente del Frelimo, Samora Machel, diventa presidente della repubblica popolare. La situazione economica si aggrava negli anni seguenti e, a partire dal 1979, una ribellione armata anticomunista si sviluppa con il sostegno dell'Africa del Sud. Nel 1986 Samora Machel muore in un incidente aereo. Gli succede Joaquim Chissano. Nel 1990 una nuova costituzione mette fine a quindici anni di regime a partito unico e instaura il pluralismo. Nel 1992 J. Chissano e il capo della ribellione firmano un accordo di pace. Due anni dopo, le prime elezioni presidenziali pluraliste confermano J. Chissano alla guida dello stato. Nel 1995 il Mozambico diventa membro del Commonwealth. 
Abitanti-16.004.000 
Superficie-786.380 km2 
Densità-20,3 ab./km2 
Capitale-Maputo 
Governo-Repubblica presidenziale 
Moneta-Metical 
Lingua-Portoghese e lingue bantu 
Religione-Animista, cattolica, musulmana 
Stretto del Mozambico 
Braccio di mare dell'oceano Indiano che separa le coste sudorientali dell'Africa dall'isola di Madagascar. 


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