Enciclopedia

Pirandèllo, Luìgi (Agrigento 1867-Roma 1936) Scrittore e drammaturgo ebbe vita tormentata e difficile: laureatosi in glottologia in Germania nel 1891 e trasferitosi poi a Roma nel 1893, coltivava il sogno di divenire scrittore, ma il dissesto finanziario del padre lo obbligò all'insegnamento. Autore fecondo, la sua opera si compone di 250 novelle, otto romanzi e una quarantina di lavori teatrali. Cominciò, convinto da Capuana, a dedicarsi alla narrativa, nel solco del verismo (L'esclusa, 1901). In seguito, dopo alcune traversie familiari, scrisse il romanzo Il fu Mattia Pascal (1904), in cui cominciò l'allontanamento dal verismo per sviluppare i suoi temi più originali, con i contrasti fra la realtà e la finzione, tra l'essenza e l'apparenza, sostenendo l'insufficienza della conoscenza umana nei confronti della comprensione del mondo, l'incomunicabilità degli esseri umani, la relatività delle azioni e dei sentimenti, la molteplicità della personalità umana. Questi temi hanno angosciato lo spirito dell'artista e pervaso ogni sua opera in modo continuo e ricorrente. Non di rado il tema di una novella viene ripreso in un dramma o in una commedia. Altri romanzi meno popolari sono I vecchi e i giovani e I quaderni di Serafino. Iniziò poi a occuparsi anche di teatro, riproponendo le tematiche già visitate nella prosa, con opere come Il berretto a sonagli (1917), Così è (se vi pare) (1917), Il piacere dell'onestà (1917), Ma non è una cosa seria (1918), Sei personaggi in cerca d'autore (1921), Enrico IV (1922), L'uomo dal fiore in bocca (1923), Questa sera si recita a soggetto (1930) e Come tu mi vuoi (1930). Nel 1934 vinse il premio Nobel per la letteratura. Pirandello fu certamente la figura principale del teatro italiano di questo secolo ed ebbe anche notevole importanza a livello europeo e americano. Altre sue opere di narrativa sono Uno, nessuno, centomila (1925), I giganti della montagna (pubblicato postumo e incompiuto nel 1937). 


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