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Àrea Sàcra Area archeologica di Roma, detta Sacra perché comprende quattro templi, riportati alla luce dagli scavi iniziati nel 1926. Si tratta di quattro tra i più antichi templi mai scoperti a Roma, dei quali però non è stato possibile attribuire il culto a qualche divinità. Per questo motivo sono indicati convenzionalmente con le lettere A, B, C e D. La zona fu spesso inondata dal Tevere e richiese frequenti opere di bonifica e restauro. Si possono così identificare cinque livelli di costruzione che si succedettero dal V sec. fino alla fine dell'epoca imperiale. Il tempio A risale al IV o III sec. a. C., anche se subì numerose modifiche sostanziali. A nord sono visibili i resti di un vasto portico noto come Hecatostylum, risalente al II sec. a. C. Successivamente, sotto l'impero, dietro al tempio A furono costruiti due lavatoi. Nel medioevo il tempio divenne una chiesa (San Nicola), di cui sono ancora rintracciabili la navata principale e una secondaria. Il tempio B, del II sec. a. C., probabilmente era dedicato a Giunone, come testimonia una statua attribuita alla dea e ritrovata al suo interno. Di forma circolare, il podio di tufo fu ricoperto da stucchi e il suo pavimento da mosaici. Il tempio C è il più antico e risale al II sec. a. C., ma probabilmente si fonda su un edificio precedente, del VI o V sec. a. C. La pianta rivela la sua origine latina e lo differenzia notevolmente rispetto al modello greco: il modello etrusco infatti prevede un podio elevato di fronte a un altare senza colonne. Sotto l'impero il tempio fu rialzato e in parte modificato, con rivestimenti di stucchi e mosaici. Il tempio D si trova in parte sotto la via Florida e ne risulta visibile solo un lato. 
L'intera area sacra risulta delimitata a est da un portico e a sud dai resti di un podio di tufo appartenuto alla Curia Pompeiana, a base rettangolare, dove fu ucciso Giulio Cesare alle idi di marzo del 44 a. C. 


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