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rinasciménto, sm. Termine storiografico che definisce un periodo storico complesso compreso tra l'inizio del XV sec. e la metà del XVI, in cui prevalse una nuova concezione della vita e rifiorirono gli studi, e che può essere definito come il periodo di separazione tra medioevo ed età moderna. Coincide con il massimo splendore delle signorie in Italia. Il rinascimento è il punto d'arrivo dell'umanesimo e raggiunge la sua massima espressione attorno al 1500. Le varie componenti della civiltà umanistica si fondono armonicamente per fare dell'uomo il centro dell'universo. Vengono riscoperti il mondo classico, la bellezza, l'arte, la filosofia e la storia. A esso si può far risalire la nascita della civiltà moderna, con la sua visione terrena e laica del mondo. La cultura rinascimentale pone come fondamento la centralità dell'uomo nell'universo, protagonista e artefice della propria fortuna, entità che Dio ha voluto libero. All'interno del rinascimento meglio si configura l'indipendenza e autonomia della ragione rispetto alla sfera religiosa. Umanesimo, rinnovamento della concezioni politiche, rinnovamento religioso e naturalismo sono quindi i caratteri fondamentali del rinascimento. Il periodo dal 1450 al 1550 vide clamorosi avvenimenti che resero quest'epoca unica nel suo genere. A partire dal concilio di Ferrara-Firenze per terminare con il concilio di Trento, che prende atto della grande frattura del mondo cristiano a seguito della riforma, si verificarono la caduta dell'impero d'Oriente (1453), l'invenzione della stampa (1456) e delle armi da fuoco, le conquiste geografiche dell'America (1492), l'arrivo in India di Vasco De Gama (1498), la conquista del Messico (1519) e del Perú (1532), la circumnavigazione del globo di Magellano (1519-1522). In Italia iniziò la grande arte romana, con l'istituzione della fabbrica di San Pietro (1506), le opere di Raffaello e Michelangelo (1508). Nella letteratura, si ricordano Elogio della pazzia, di Erasmo da Rotterdam (1509), Il Principe di Machiavelli, Utopia di Tommaso Moro e la pubblicazione delle teorie eliocentriche di Copernico (1543). Le tesi di Lutero e l'elezione di Carlo V d'Asburgo a imperatore modificarono radicalmente l'equilibrio d'Europa. 
Nell'arte fiorì un ideale senso dell'armonia che trovò ispirazione nei classici e quindi nacquero i capolavori architettonici di Alberti, Bramante, Brunelleschi, Michelangelo, Sangallo, Sansovino; la scultura venne portata ai massimi livelli da Della Robbia, Donatello, Ghiberti, Michelangelo, Rossellino, Verrocchio, mentre la pittura culminò con Leonardo, Michelangelo e Raffaello, anche se non si devono dimenticare Antonello da Messina, Beato Angelico, Botticelli, Dürer, Giorgione, Holbein, Masaccio, Pier della Francesca, Tintoretto, Tiziano. Nella letteratura si devono ricordare Ariosto, Boiardo, Castiglione, Guicciardini, il Magnifico, Machiavelli, Poliziano, Pulci, Tasso, la cui poesia però è già di preludio al barocco. Nella filosofia, con prevalenza delle tesi antiaristoteliche e naturalistiche, si rammentano Bruno, Campanella, Galileo, Telesio. 


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