Enciclopedia

artiglierìa, sf. Complesso delle armi da fuoco di grande calibro, non portatili, di cui è fornito un reparto. L'arma di artiglieria italiana, che discende dal Corpo reale d'artiglieria sabaudo (1774), è strutturata in reggimenti e gruppi. Quando in Europa iniziò a circolare la polvere da sparo (XIV sec.), si diffusero anche le prime armi pesanti che erano in ferro e di difficile maneggevolezza. Intorno alla metà del XV sec. il bronzo iniziò a essere impiegato per costruire le bocche da fuoco. Svolte significative si ebbero verso la metà del XIX sec., quando si diffuse la rigatura interna della canna, la retrocarica, l'impiego di proiettili cilindrico-ogivali e delle polveri infumi in sostituzione della polvere nera. Il bronzo fu abbandonato e sostituito da leghe di acciaio speciali (nichel e cromo) per donare al metallo duttilità e resistenza alla corrosione. La costruzione di cannoni a grande gittata risale agli inizi del XX sec. La seconda guerra mondiale fu l'occasione per accentuare gli studi e le ricerche; si svilupparono artiglierie contraeree e controcarro e si costruirono strutture, montate di solito su automezzi, in grado di lanciare molti proiettili razzo per riuscire ad avere una grande massa di fuoco. Gli studi per migliorare le armi convenzionali sono continuati ma, dopo la guerra, i risultati di maggior risalto sono stati ottenuti con le armi atomiche (bombe nucleari). 


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