Enciclopedia

Schopenhauer, Arthur (Danzica 1788-Francoforte 1860) Filosofo tedesco. Figlio di un banchiere e di una scrittrice, nel 1805, alla morte del padre, si stabilì a Weimar con la madre. Qui conobbe C. M. Wieland e J. W. Goethe. Contrario a ogni mondanità, si ritirò in solitudine per portare a termine gli studi. Nel 1809 s'iscrisse alla facoltà di medicina a Gottinga. Nel 1811, si trasferì a Berlino per frequentare i corsi di filosofia. Nel 1813 si laureò a Jena con una tesi Sulla quadruplice radice del principio di ragion sufficiente. Schopenauer sostiene che non esiste un rapporto diretto tra percezione e realtà, ma tutto ciò che il soggetto deduce dal suo rapporto con l'esterno appartiene alla rappresentazione del soggetto stesso. La volontà è il fondamento della rappresentazione. In contrasto con l'idealismo di Hegel e di Fichte, del quale fu allievo a Berlino, elaborò una nuova interpretazione della filosofia kantiana, contrapponendo al mondo fenomenico che è apparenza e illusione, la vera realtà, identificata con un'oscura volontà di vivere, una e infinita per tutto l'universo, la quale è alla radice anche dell'essere umano. L'uomo è una carica energetica volitiva che spinge il suo essere alla continua affermazione della materialità contro la spiritualità. L'individuarsi della volontà nelle forme particolari di esistenza porta nella vita il dolore, eliminabile radicalmente solo con la negazione progressiva della volontà di vivere e, temporaneamente, con la contemplazione dell'arte (architettura, pittura, scultura, poesia, tragedia e musica), della giustizia, con la compassione, per raggiungere il completo distacco dal mondo identificato nel nirvana buddhistico (o ascesi). Ogni forma artistica offre la conoscenza del mondo ideale, ma la musica ha uno statuto speciale, in quanto non ha bisogno di alcun supporto sensibile. Essa esprime tutto l'arco di sentimenti e la loro conoscenza, espressa nel linguaggio musicale, provoca nell'ascoltatore una liberazione dal condizionamento materiale. La musica è la forma artistica che meglio realizza la terapia di liberazione dal male del mondo. Il pensiero di Schopenauer è contrassegnato in modo saliente dal pessimismo, dal platonismo e dalle filosofie orientali. Egli inquadra in termini filosofici i motivi favoriti dell'estetica romantica. Tra le sue opere, Il mondo come volontà e rappresentazione (1818), I due problemi fondamentali dell'etica (1841) e, infine, Parerga e Paralipomena (1851), un'opera filosofica di facile accesso diretta a un pubblico più vasto, con la quale, dopo essere stato ignorato per anni, Schopenauer divenne improvvisamente una celebrità letteraria. I temi dell'irrazionalismo e del pessimismo eserciteranno un forte influsso sulla cultura europea sia in letteratura che in filosofia. 


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