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Spàgna Monarchia costituzionale dell'Europa occidentale, nella Penisola Iberica (al paese appartengono anche i gruppi delle Isole Baleari, nel Mediterraneo e delle Isole Canarie nell'Atlantico); confina a nord-est con la Francia e Andorra e a ovest col Portogallo; a sud è separata dal Marocco dallo stretto di Gibilterra, ed è bagnata a nord dall'oceano Atlantico (golfo di Biscaglia) e a est dal Mediterraneo. 
Il paese è costituito prevalentemente da un vasto altopiano, la Meseta, la cui altitudine si aggira mediamente intorno ai 600 m. Essa è delimitata da varie catene montuose: a nord, la Cordigliera Cantabrica (altezza massima con i Picos de Europa, 2.648 m) e gli imponenti Pirenei (Pico de Aneto, 3.403 m); a sud, la Sierra Morena; a ovest la Meseta si estende oltre il confine portoghese, a est va digradando verso la costa mediterranea. L'interno dell'altopiano è interrotto da numerose catene montuose: a nord-est il Sistema iberico, che separa la Meseta dalla valle dell'Ebro; al centro il Sistema Centrale, costituito dalla Sierra de Gata, la Sierra de Gredos e la Sierra de Guadarrama, che separano la Vechia Castiglia dalla Nuova; a sud la Sierra Morena, che fiancheggia la valle del Guadalquivir; il Sistema Betico a ridosso della costa mediterranea, che raggiunge nella Sierra Nevada le vette più alte di tutta la penisola (Cerro Mulhacén: 3.478 m). 
L'unica grande pianura spagnola corrisponde alla depressione andalusa, che si allarga a triangolo verso il golfo di Cadice, racchiusa fra la Sierra Morena e il Sistema Betico. Le altre pianure si limitano generalmente a brevi aree che si allargano nella fascia litoranea: più ampia appare la depressione dell'Ebro, soprattutto in prossimità del delta del fiume. 
La costa atlantica si presenta alta e poco articolata lungo il litorale settentrionale (golfo di Biscaglia), mentre è incisa da profonde insenature a nord-ovest. 
Il litorale che si affaccia sul golfo di Cadice si presenta invece basso e talvolta paludoso ed è interrotto dagli estuari dell'Odiel-Rio Tinto e del Guadalquivir. La costa mediterranea è piuttosto uniforme: fanno eccezione il golfo di Almeria e il grande arco del golfo di Valencia. A nord dell'Ebro, tratti bassi si alternano a zone alte e scoscese, soprattutto in prossimità dei Pirenei (Costa Brava). 
La Spagna è attraversata da numerosi corsi d'acqua. I principali sono: il Tago, il Duero, il Guadalquivir e il Guadiana, che tributano all'Atlantico a causa dell'inclinazione naturale verso ovest della Meseta; l'Ebro, invece, tributa al Mediterraneo. Esso nasce dalla Cordigliera Cantabrica, percorre l'Aragona ricevendo l'apporto dei corsi d'acqua dei Pirenei meridionali e del Sistema Iberico settentrionale, e sfocia a sud di Tarragona con un ampio delta. Fra i fiumi atlantici, solo il Duero e il Guadalquivir hanno una portata notevole e regolare: il Guadalquivir in particolare è di notevole importanza ai fini dell'irrigazione e della navigabilità. 
Le condizioni climatiche del paese variano notevolmente da zona a zona. Tutta la zona della Meseta, circondata com'è da catene montuose che la riparano dalle correnti marine, presenta un clima nettamente continentale, con inverni rigidi, estati molto calde e precipitazioni assai scarse; il litorale orientale è soggetto invece a un clima mediterraneo, con temperature miti durante l'inverno e piogge frequenti (soprattutto nei mesi autunnali); la regione settentrionale presenta un clima temperato oceanico, con precipitazioni frequenti e copiose; subtropicale infine, diventa il clima nella regione andalusa, con inverni miti, estati caldissime e piogge scarse. 
Capitale della Spagna è Madrid, grosso centro sede di tutte le principali attività politiche, amministrative, di servizi, cui si sono aggiunte recentemente numerose attività industriali. La seconda metropoli spagnola è Barcellona, grande porto e attivo centro industriale. 
Tra gli altri centri spagnoli di maggior rilievo si annoverano Valencia, sulla costa orientale, Siviglia, a sud, Malaga, Granada, ricca di esempi mirabili di architettura araba, Còrdoba, ricca di arte e di storia, Bilbao, sul golfo di Biscaglia, porto attivissimo e importante centro siderurgico, Saragozza, nella valle dell'Ebro, centro industriale e commerciale, Salamanca, antica città universitaria. Tra le mete turistiche più frequentate sono Palma di Maiorca, Toledo, Las Palmas, e Santa Cruz de Tenerife. 
Una delle fondamentali caratteristiche dell'economia spagnola è la sostanziale arretratezza del settore agricolo, in parte dovuta all'aridità del territorio e del clima, in parte all'eccessivo frazionamento della proprietà. 
La cerealicoltura, che fornisce frumento, mais, orzo, riso e segale dà rendimenti fra i più bassi d'Europa. La patata, al contrario, assicura generalmente ottimi raccolti. Una grande importanza rivestono le coltivazioni della vite e dell'ulivo: la Spagna si colloca al terzo posto su scala mondiale per la produzione di vino, mentre contende il primato all'Italia per la produzione di olio d'oliva. Nelle zone dell'altopiano dove sono state realizzate imponenti opere irrigue e nelle pianure costiere del Mediterraneo, diffuse sono le colture ortofrutticole e industriali; la coltivazione degli agrumi, in particolare, consente alla Spagna una brillante collocazione su scala mondiale. Notevoli sono pure i raccolti di fichi, mele, pere, banane, datteri e mandorle. 
Tra le colture industriali primeggiano la barbabietola da zucchero e il cotone; diffuse sono le colture del tabacco, della canna da zucchero, del luppolo e di varie oleaginose. 
Notevole è il patrimonio forestale, soprattutto nella zona settentrionale (Sistema Cantabrico, Pirenei), che fornisce discrete quantità di legname (sughero). 
L'allevamento è assai praticato e, nella Meseta in particolare, diffusissimo è quello ovino, per il quale la Spagna si colloca al secondo posto su scala europea. 
In fase di potenziamento sono l'allevamento bovino e suino: tipico e notevole è quello dei tori da combattimento nelle zone di Siviglia e Salamanca. 
Attivissimo è il settore della pesca, che alimenta notevoli industrie conserviere. 
Rilevanti sono le risorse minerarie, in particolare minerali di ferro, piombo, zinco, piriti, mercurio; cospicua è la produzione di salgemma e sale marino, mentre le riserve carbonifere e la produzione petrolifera sono limitate e del tutto insufficienti alle necessità industriali. 
L'industria costituisce una voce fondamentale nell'economia del paese, e copre praticamente tutti i settori produttivi. 
La siderurgia si concentra nelle Province Basche, in Catalogna (acciai speciali), nelle Asturie, mentre la metallurgia è più variamente diffusa e comincia a lavorare, oltre ai minerali locali, anche prodotti di importazione. 
Varie sono le raffinerie di petrolio, ubicate nei centri costieri; uno sviluppo notevolissimo ha avuto il settore meccanico, rivolto soprattutto alla costruzione di autoveicoli, aerei, costruzioni navali e ferroviarie (Barcellona, Madrid, Siviglia, Bilbao, Saragozza). 
Grande espansione ha avuto il settore chimico, che fornisce buone produzioni di acido solforico, fertilizzanti azotati, materie plastiche. 
Sviluppata è anche l'industria tessile, in particolare quella cotoniera e rappresentati sono il settore dell'abbigliamento, del cemento, della carta, del vetro, le manifatture di tabacchi e l'industria alimentare (zuccherifici, birrifici, stabilimenti lattiero-caseari, conservifici, oleifici). 
Una risorsa fondamentale è costituita dal turismo, che riesce in gran parte a colmare il deficit della bilancia commerciale. 
STORIA I primi abitanti della Spagna sono i celtiberi, sorti dalla fusione dei celti e degli iberi. Dopo il 1100 a. C. fenici e greci fondano colonie sulle coste mediterranee. 
La Spagna entra nella storia verso il III sec. a. C. con la dominazione di Cartagine della parte orientale. Nel 201 a. C. la Spagna viene sottomessa ai romani, malgrado le resistenze interne (Sertorio) che durano fino ad Augusto. Alla dissoluzione della potenza romana sono i vandali che invadono il paese, seguiti dai visigoti che penetrano in Spagna nel 412. Essi vi instaurano una monarchia brillante, cattolica a partire dal re Recaredo (589), distrutta dagli arabi nel 711. 
L'emirato omayyade di Cordoba si proclama indipendente. Califfato nel 929, si mantiene fino al 1031. La sua disgregazione favorisce in seguito la reconquista a partire dal nord, nel quale si creano stati cristiani. Dal 1085 (presa di Toledo da parte di Alfonso VI) al 1248 (presa di Siviglia da parte di Ferdinando III), i musulmani sono respinti fino nel regno di Granada. Nel 1492 essi vengono definitivamente cacciati dai re cattolici, Ferdinando d'Aragona e Isabella di Castiglia, sposatisi nel 1469. 
Il XVI sec. è l'apogeo della monarchia spagnola; oltre alle conquiste coloniali in America, Carlo I (1516-1556), imperatore come Carlo V nel 1519, incorpora nei propri domini i territori austriaci degli Asburgo e Filippo II (1556-1598) eredita il Portogallo (1580). L'insieme, eterogeneo e pericoloso per l'equilibrio europeo, si disaggrega; la sconfitta dell'Invincibile Armada (1588) prelude a questa decadenza, contrassegnata in modo eclatante dalla perdita del Portogallo (1640). L'estinzione della casa degli Asburgo consente l'ascesa di Filippo IV di Borbone, nipote di Luigi XIV: è la guerra di successione di Spagna (1701-1716). Carlo III (1759-1788), despota illuminato, è il più brillante rappresentante della dinastia Borbone che ha trionfato. Nel 1814 i Borboni, cacciati da Napoleone I, che impone come re il fratello Giuseppe (1808), sono restaurati dopo l'eroica guerra di indipendenza. Ferdinando VII, sostenuto dall'intervento francese nel 1823, imposta una monarchia assoluta e perde le colonie d'America. La regina Isabella (1833-1838) deve lottare contro i carlisti, sostenitori di suo zio Carlos, e viene infine sconfitta. 
Il breve regno di Amedeo I (1870-1873) è contrassegnato dalla reggenza del maresciallo Serrano (fino al 1871) e dall'abdicazione del re due anni più tardi. Nel 1873 viene proclamata la repubblica; un'insurrezione carlista è repressa, ma con un nuovo colpo di stato il figlio di Isabella, Alfonso II (1874-1885), viene infine proclamato re. La reggenza di Maria Cristina (fino al 1902) e il regno di Alfonso XIII sono contrassegnati da disordini. La Spagna perde Cuba, le Filippine e Porto Rico, alla fine della guerra contro gli Stati Uniti (1898); si sviluppano movimenti anarchici e nazionalisti (Paesi Baschi, Catalogna). Nel 1923 Primo de Rivera instaura la prima dittatura, relativamente moderata. Nel 1931 le elezioni municipali sono una sconfitta per la sovranità; Alfonso XIII abbandona la Spagna e viene proclamata la repubblica (14 aprile). 
Nel febbraio 1936 il Fronte Popolare vince le elezioni, ma a luglio la rivolta del generale Franco segna l'inizio della guerra civile spagnola, terminata con la vittoria dei franchisti. Franco, caudillo, capo di stato a vita, governa con un partito unico. Il potere legislativo è lasciato alle Cortes, assemblea non eletta (1942). Durante la seconda guerra mondiale, la Spagna, favorevole all'Asse, rimane in posizione di non belligeranza. 
Nel 1969 Franco sceglie Juan Carlos di Borbone come successore. Dopo la morte di Franco (1975), Juan Carlos I, che si oppone nel 1981 a un tentativo di colpo di stato militare, avvia la democratizzazione del regime. Esso viene aiutato in questa impresa dal governo centrista di A. Suarez (1976-1981) e quindi da quello socialista di F. Gonzales (a partire dal 1982). Nel 1978 la nuova costituzione ristabilisce le istituzioni rappresentative e crea governi autonomi nelle diciassette regioni del paese. Nel 1982 la Spagna aderisce alla NATO e nel 1986 il paese conferma con un referendum la sua adesione a queste istituzioni ed entra nella CEE. Nel 1996 sconfiggendo il partito socialista operaio (PSOE) di F. Gonzales, il partito popolare (PP, destra), guidato da José Maria Azn´r, vince le elezioni. 
Abitanti-39.200.000 
Superficie-504.782 km2 
Densità-77,6 ab./km2 
Capitale-Madrid 
Governo-Monarchia costituzionale 
Moneta-Peseta 
Lingua-Spagnolo (castigliano), catalano, basco e gallego 
Religione-Cattolica 


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