Enciclopedia

Vittòrio Emanuèle Nome di sovrani. 
Vittorio Emanuele I 
(Torino 1759-Moncalieri 1824) Re di Sardegna. Figlio secondogenito di Vittorio Amedeo III, salì al trono nel 1802, dopo l'abdicazione del fratello Carlo Emanuele IV. Contrastò accanitamente i principi della rivoluzione francese e si dedicò alla riorganizzazione economica e amministrativa della Sardegna dove risiedette a lungo. Regnò sulla Sardegna fino al Congresso di Vienna (1815) che gli restituì i suoi antichi stati, occupati dai francesi, e la Liguria. Instaurò un regime assolutistico con l'abrogazione dei codici napoleonici, l'affidamento dell'istruzione al clero, l'adozione della legislazione prerivoluzionaria e le discriminazioni nei confronti di ebrei e valdesi. Lo scoppio dei moti del 1821 lo costrinse ad abdicare in favore del fratello Carlo Felice, nominando reggente il nipote Carlo Alberto. 
Vittorio Emanuele II 
(Torino 1820-Roma 1878) Ultimo re di Sardegna. Figlio di Carlo Alberto e di Maria Teresa di Asburgo-Lorena, sposò Maria Adelaide d'Asburgo (1842) che morì nel 1855 e da cui ebbe otto figli. Sposò poi Elena di Montenegro, che nominò contessa di Mirafiori. Si distinse nella prima guerra d'indipendenza, al comando delle truppe piemontesi. Salì al trono dopo l'abdicazione del padre, nel 1849, in seguito alla sconfitta di Novara. Fu costretto a trattare l'armistizio di Novara e la pace di Milano, che fu solo possibile dopo la pronuncia del proclama di Moncalieri introduttivo alla svolta moderata. Mantenne lo statuto concesso dal padre e appoggiò l'operato dei governi di M. d'Azeglio e di C. Cavour, guadagnandosi l'appellativo di Re galantuomo e assumendo la funzione di guida del risorgimento italiano. Fautore della partecipazione alla guerra di Crimea, trattò in segreto con Napoleone III e ciò favorì l'inizio della seconda guerra d'indipendenza. Sostenne la spedizione garibaldina in Sicilia e l'annessione di gran parte d'Italia al Piemonte. Nel 1861 fu proclamato re d'Italia, con votazione unanime del parlamento, dopo che Garibaldi gli aveva consegnato il Mezzogiorno e la Sicilia (incontro di Teano). Dopo la morte di Cavour, si inserì ripetutamente nelle decisioni del governo, provocando le dimissioni di Ricasoli e Minghetti: direttamente in contatto con Mazzini e Garibaldi, forse animatore delle tragiche spedizioni dell'Aspromonte e di Mentana, riuscì a conquistare il Veneto durante la terza guerra d'indipendenza (1866) e Roma (1870), dove si insediò nel 1871. 
Vittorio Emanuele III 
(Napoli 1869-Alessandria d'Egitto 1947). Re d'Italia (1900-1946), imperatore d'Etiopia (1936-1943) e re d'Albania (1939-1943). Fu incoronato nel 1900 alla morte del padre Umberto I e sostenne l'introduzione delle riforme assieme al governo Giolitti. Favorevole alla conquista della Libia, e all'ingresso dell'Italia nella prima guerra mondiale, non esercitò direttamente il comando delle operazioni, lasciato al duca di Genova. Con l'affermarsi del fascismo rimase dapprima in posizione neutrale per aderirvi quando Mussolini si schierò a favore della monarchia (1921). Dopo la marcia su Roma conferì a Mussolini l'incarico per formare il governo, riconoscendo al fascismo la capacità di mantenere l'ordine sociale, di rilanciare l'economia e di riportare il paese sulla scena internazionale. Favorevole all'entrata nella seconda guerra mondiale a fianco della Germania, sostituì Mussolini con Badoglio a seguito delle sconfitte disastrose e della crescente impopolarità, col colpo di stato del 1943. Dopo l'armistizio fuggì a Brindisi e abdicò in favore del figlio Umberto nel 1946, poco prima del referendum nazionale che avrebbe portato l'Italia a essere repubblica democratica. Fu esule in Egitto dove morì nel 1947. 


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