Enciclopedia

western, agg. e sm. invar. Genere letterario e cinematografico relativo al periodo della colonizzazione dei territori occidentali dell'America settentrionale (Far West, da cui deriva il termine). Nei primi libri J. F. Cooper e M. Twain descrissero il rapporto del pioniere con la natura, mentre successivamente O. Wister, Z. Grey e S. N. Lake scrissero dei personaggi celebri, come Buffalo Bill o Calamity Jane. Il genere era caratterizzato da temi quali la trasmigrazione verso ovest di carri, mandrie e cowboy, le battaglie tra militari e indiani e tra sceriffi e banditi, la costruzione della ferrovia, i cacciatori di taglie e la corsa all'oro. Con la nascita del cinema il genere ebbe un enorme successo. I registi dei primi film muti furono R. Barker, J. Cruze, T. H. Ince, E. S. Porter (L'assalto al treno, 1903) e K. Vidor (Billy the Kid, 1930). Un salto di qualità si ebbe dopo l'avvento del sonoro con film tra cui Ombre rosse (1939) e Rio Bravo (1950) di J. Ford, L'uomo del West (1940) di W. Wyler e Jess il bandito (1940) di H. King. Altri registi famosi di questo periodo, che andò fino all'inizio degli anni '70, sono H. Hawks, H. Hathaway, A. Mann, G. Stevens, J. Sturges, R. Walsh e F. Zinneman. Il genere subì una revisione critica negli anni '70 portando alla smitizzazione dell'eroe bianco e alla rivalutazione della cultura indiana. Opere fondamentali di questo periodo sono I professionisti (1966), Stringi i denti e vai (1975) di R. Brooks, Piccolo grande uomo (1970) di A. Penn, Soldato blu (1970) di R Nelson, Un uomo chiamato cavallo (1970) di E. Silverstein, Corvo rosso non avrai il mio scalpo (1972) di S. Pollack e la filmografia di S. Peckinpah. Dal 1964 venne inaugurato un cinema western italiano, lo spaghetti western, revisione in chiave ironica del modello americano. A questo filone appartengono Per un pugno di dollari (1964) e Giù la testa (1971) di S. Leone. 


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