Punti di interesse turistico della regione Lazio

CategoriaScultura
TitoloIl Gruppo dell’Accecamento di Polifemo
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Periodo
DescrizioneAccecamento di PolifemoSecondo il racconto omerico, nel corso del viaggio di ritorno da Troia verso Itaca, Ulisse e i suoi compagni sostano in un’isola abitata da ciclopi, cioè giganti con un occhio solo, dediti alla pastorizia e antropofagi. Capitati nell’antro del ciclope Polifemo, furono da questo intrappolati e, uno dopo l’altro, divorati. Per salvare sé e i marinai superstiti, Ulisse fece ubriacare il ciclope con l’inganno e lo accecò, conficcandogli un palo arroventato nell’occhio. Il gruppo scultoreo, assai lacunoso, raffigura l’attimo in cui il gigante lascia cadere la coppa del vino e si riversa all’indietro su una roccia in preda all’ebbrezza, mentre Ulisse e i compagni, sinteticamente rappresentati in numero di tre, gli avvicinano il tronco al volto. Realizzato per assecondare angoli visuali diversi, il gruppo poggia su una pedana curva, alta 1.05m, originariamente sostenuta posteriormente da un muro cieco. L’angolo visuale sul limite sinistro abbraccia l’intero gruppo: la figura distesa del gigante costituisce l’asse di profondità. Le tre figure intorno al palo, disposto diagonalmente, formano nello spazio una sorta di piramide il cui culmine è Ulisse. Il compagno con l’otre, sulla destra, introduce nella composizione un elemento aperto a “V”, caratteristico delle opere scultoree ellenistiche. Il calco in Gesso Sul fondo della sala, si trova una ricostruzione in gesso e resine del gruppo. Esso è stato eseguito negli anni ’70 sulla base degli elementi superstiti e integrato nelle parti mancanti, consentendo una migliore comprensione della raffigurazione originaria. La ricomposizione dei frammenti ha reso possibile la ricostruzione di uno dei personaggi che spinge il palo, del compagno con l’otre e del gigante, che è stato integrato anche grazie a confronti con rappresentazioni simili nelle parti relative al busto e alla testa. Dato il limitato numero di frammenti coincidenti nei loro punti di rottura, non è stato possibile stabilire con esattezza tutti i movimenti del busto del gigante, né di ricomporre il secondo personaggio che spinge il palo, quello di spalle, e Ulisse stesso.Una ricostruzione integrale del gruppo è conservata a Roma, presso il Museo della Civiltà Romana.Corpo di UlisseIl corpo dell’eroe, acefalo e molto lacunoso, è rappresentato sbilanciato in avanti, nell’atto di guidare con accortezza la direzione del palo contro l’occhio del ciclope. L' eroe è reso riconoscibile dagli altri compagni grazie all’abbigliamento, costituito da una corta tunica e un breve mantello, sui quali sono stati rinvenuti residui di pittura rossa e azzurra, che hanno fatto ipotizzare che la statua o, più in generale, l’intera composizione fossero vivacemente colorate. Occorre specificare che nell’allestimento della Grotta la figura di Ulisse si trovava ribaltata rispetto alla ricostruzione in gesso, dove la posizione subisce il principio di simmetria del calco. Nel programma iconografico della Grotta (vedi Odissea di marmo) questo episodio conferisce risalto alla scaltrezza (calliditas) di Ulisse, che ha saputo escogitare uno stratagemma per salvare sé e i propri compagni.Testa di Ulisse All’interno del gruppo, giuntoci lacunoso, spicca la testa dell’eroe tratteggiata con grande maestria: la barba incolta sembra impregnata di sudore e di salsedine, le ciocche disordinate dei capelli escono dal liscio berretto conico (il pilos), la fronte aggrottata e le arcate sopraccigliari sporgenti restituiscono l’idea dello sforzo e della tensione del momento. Per l’accentuato espressionismo la testa di Ulisse costituisce un mirabile esempio di arte medio-tardo ellenistica. Affinità stilistiche e formali tra questa testa, quella superstite del gruppo di Ulisse con il cadavere di Achille e quella di Menelao nel gruppo Pasquino di Palazzo Braschi, farebbero pensare che queste opere siano il prodotto di una stessa bottega. La testa di Ulisse è stata inserita nella proposta di ricostruzione del gruppo dell’Accecamento di Polifemo, sia perché non è in contraddizione con il movimento del braccio teso, sia perché è proporzionata rispetto alle pieghe della veste. Tuttavia, non si può escludere che appartenesse ad un gruppo autonomo, raffigurante il momento dell’offerta del vino a Polifemo. Infatti, la testa non è stata ritrovata insieme agli altri frammenti dell’Accecamento, nell’area antistante la grotta secondaria, ma nella parte centrale della bacino. Inoltre, sul basamento nella grotta secondaria sud sono rimaste tracce di impronte di un altro gruppo scultoreo di cui però non sono pervenuti i resti.I compagni di Ulisse col paloSi conservano le sculture originali di vigorosa plasticità dei compagni di Ulisse, tra cui uno acefalo che sostiene la parte terminale del palo. Esso è rappresentato con il torso leggermente torto verso destra e la gamba sinistra in avanti, con il piede sul rialzo di roccia, nell’atto di far leva sulle gambe per sollevare il palo e favorire l’azione di Ulisse. Le braccia sono tese nello sforzo e nella mano destra si conserva un frammento del palo. Del compagno di spalle rimangono solo le gambe. La posizione di questi personaggi costituisce uno degli angoli visuali della scena. Da qui è possibile notare come la posizione di ognuno dei tre uomini impegnati dell’azione principale sia resa dallo scultore con uno studio attento delle posizioni dei corpi e degli arti, tratteggiati fin nei minimi particolari dei muscoli tesi in funzione delle azioni che vengono svolte.Compagno di Ulisse con l’otreQuesto compagno occupa il fianco destro della composizione, una posizione defilata rispetto all’azione principale. Infatti, egli ha già svolto il suo compito di porgere al gigante il vino, di cui stringe ancora l’otre in mano, e spiccato un salto all’indietro fissa i compagni in azione. Il volto trafelato (si notino i particolari dei ciuffi di capelli disordinati e della barba incolta) è percorso da terrore e preoccupazione per la riuscita dell’impresa e la mano destra è opposta all’orrenda scena nel tentativo di proteggersi da una reazione improvvisa del ciclope. La posizione di questo personaggio costituisce uno degli angoli visuali della scena: l’asse visivo corre all’incirca verticale rispetto a quello diagonale della figura di Polifemo. L’osservatore che si trovi in questo punto può assistere all’azione principale e condividere la paura del compagno di Ulisse. PolifemoPolifemo è rappresentato inerme e in preda all’ebbrezza, metà disteso e metà seduto su un sedile di roccia, con la gamba sinistra allungata, la destra piegata e le mani che pendono inerti. La figura si presenta assai lacunosa: se ne conservano un braccio e le gambe con proporzioni imponenti. L’eccezionale realismo con cui sono tratteggiate le dita nodose e i peli finemente cesellati, che rivelano la natura selvaggia del gigante, testimoniano con evidenza lo stile ellenistico-barocco dell’intero gruppo. La posizione di questo personaggio, costituisce uno degli angoli visuali della scena. Dal retro della testa del ciclope, infatti, si può assistere alla manovra di Ulisse e dei due compagni, cogliendo la tensione sui loro volti e immedesimandosi con Polifemo: i due uomini in basso prendono la mira al di sopra del tronco, mentre Ulisse, con le mani congiunte ad anello, lo punta verso l’occhio del ciclope. Polifemo.Approfondimento: Polifemo è il più celebre dei ciclopi, figlio di Poseidone e della ninfa Toosa, egli abitava una caverna in Sicilia. Secondo una versione del mito, i ciclopi erano figli di Urano e di Gea e di alcuni di essi sono stati tramandati i nomi. Si trattava di giganti con un occhio solo dediti alla fabbricazione di fulmini per Zeus; sarebbero poi stati uccisi da Apollo, per vendicarsi di Zeus che aveva fulminato Asclepio. Caratteristiche e collocazioneIl gruppo scultoreo era collocato nel fondo della spelonca, nell’abside orientale, su un podio a due livelli. Ad esso ci si poteva accostare solo da destra, per la presenza del bacino d’acqua. Sul soffitto della grotta tre fori, sia a destra che a sinistra della chiave di volta, permettono di identificare la machina tractoria utilizzata per posizionare al suo posto il blocco di marmo del Polifemo. Sulle rocce con tracce del basamento, in opus caementicium, sono ancora visibili i fori in cui s’innestavano i supporti lignei del Ciclope.

Fonte dei dati: Filas | Distretto Tecnologico della Cultura - futouring.eu
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