Punti di interesse turistico della regione Lazio

CategoriaPOI_InteresseCulturale
TitoloSala di Giove nel Palazzo Farnese, Caprarola
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Periodo1561-1562
DescrizioneÈ la sala più grande del cosiddetto “appartamento dell’estate”, dislocato sui versanti nord e nord-est del “piano dei Prelati”. Sulle pareti è raffigurato un complesso sistema di aperture prospettiche a trompe-l’œil, eseguito intorno al 1562 e tradizionalmente attribuito al Vignola, che trae ispirazione dal “salone delle prospettive” della Farnesina a Roma, opera di Baldassarre Peruzzi (1519). Sulle pareti corte si aprono illusionisticamente degli ambienti a esedra, rivestiti di finti marmi e scanditi da pilastri tra i quali si aprono nicchie contenenti statue allegoriche dorate; stessa decorazione appare anche nella parete lato cortile, dove figurano i medesimi “sfondati” che alludono però a una sorta di atrio che immette in diversi ambienti: nel soprapporta è dipinta a monocromo Europa che inghirlanda Zeus trasformato in toro alla presenza di una delle sorelle; nella parete di facciata, rivolta all’esterno, è invece imitata una loggia che si apre su un paesaggio agreste dove si intravedono borghi fortificati. La volta a schifo fu invece decorata nel 1561 da Taddeo Zuccari e aiuti, in particolare Antenore Ridolfi, primo intervento eseguito nel palazzo sotto la direzione del pittore marchigiano. I soggetti principali, ideati da Annibal Caro, riguardano il mito della capra Amaltea, con evidente allusione al nome del borgo di Caprarola: la leggenda voleva infatti che le due ninfe che allevarono Giove sul monte Ida a Creta, Melite e Amaltea (la quale diede il nome alla capra), fossero venute ad abitare nella zona dove sorgerà Caprarola. Nel riquadro centrale, nel primo quadro sono raffigurate Cibele e le due ninfe che accompagnano la capra sul monte Ida; nel secondo Giove, che, assistito dalle Ninfe, viene allattato dalla capra; nel terzo l’animale è rappresentato in cielo, trasferitovi da Giove come costellazione. Al centro dei lati della cornice del riquadro centrale sono posti quattro riquadri più piccoli dove sono raffigurati uccelli. Le vele sono ricoperte di motivi a grottesca, e al centro vi compaiono episodi tratti ancora una volta dal mito di Amaltea: su quelle maggiori la rottura del corno, che viene riempito dalle Ninfe di fiori e di frutta, e Vulcano in presenza di Giove mentre tre Ciclopi lavorano alla realizzazione dei fulmini; su quelle minori la capra viene condotta ad allattare il dio e le ninfe presentano il corno di Amaltea a Giove già cresciuto, il quale, vedendolo così ricco di fiori e frutta, gli dà il potere dell’abbondanza (cornucopia). Negli angoli sono dipinti quattro emblemi farnesiani: la nave Argo, con il motto greco PARAPLOSOMEN (“navigammo oltre”, indicante il superamento di avversità), i tre gigli e l’arcobaleno, con il motto greco DIKES KRINON (“giglio di giustizia”, emblema di Paolo III), una freccia conficcata al centro di un bersaglio con il motto greco BALL'OUTOS (“colpisci così”, tratto da Omero, alludente alla capacità di andare al centro delle questioni), Pegaso che esce dal sole e con le zampe percuote il monte Parnaso facendone scaturire un fiume, con il motto greco EMERAS DORON (“dono del giorno”, inventato da F.M. Molza, alludente al mecenatismo farnesiano). Completa l’arredo della sala un elegante camino con un elaborato fastigio sorretto da erme leonine a voluta; sulla cappa è dipinto lo stemma del cardinale Alessandro Farnese.

Fonte dei dati: Filas | Distretto Tecnologico della Cultura - futouring.eu
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