Opere d'arte in Lombardia

Codice schedaB0020-00395
Numero catalogo generale00679762
Ente schedatoreR03/ Civica Pinacoteca del Castello Sforzesco
Gruppo oggettipittura
Definizione oggettodipinto
Numero oggetti
Categoria generale soggettosacro
Identificazione soggettoSan Benedetto vescovo
Titolo soggetto
Nome provinciaMilano
ComuneMilano
Tipologia edificio di collocazionecastello
Qualificazione edificio di collocazione
Denominazione edificio di collocazioneCastello Sforzesco
Denominazione spazio viabilistico (indirizzo edificio di collocazione)Piazza Castello, 1
Denominazione struttura conservativa - livello 1 (nome istituto di conservazione)Civiche Raccolte d'Arte Antica
Denominazione struttura conservativa - livello 2 (nome istituto di conservazione)Civica Pinacoteca del Castello Sforzesco
Tipologia struttura conservativamuseo
Denominazione collezione di appartenenza dell'oggetto
Secolo (datazione dell'oggetto)sec. XV
Frazione di secolo (datazione dell'oggetto)ultimo quarto
Da (datazione dell'oggetto)1472 ca.
A (datazione dell'oggetto)1473 ca.
Autore/Nome sceltoAntonello da Messina
Ente collettivo/Nome scelto
Dati anagrafici/Periodo di attività dell'autore1430 ca.-1479 ca.
Riferimento all'autore
Denominazione ambito culturale
Riferimento all'intervento
Materia e tecnicatavola/ pittura a tempera||oro/ punzonatura
Unità di misuracm
Altezza105
Larghezza43.5
Profondità
Diametro
Lunghezza
Descrizione oggettoSulla tavola, tagliata nella parte bassa e con un motivo trilobato lungo il proilo superiore, è rappresentata la igura intera di San Bendetto, circondato da uno sondo a lamina d'oro punzonata con motivi a racemi. Il Santo appare leggermente di tre quarti, orientato verso sinistra, ma con lo sguardo puntato rontalmente verso l'osservatore. Sopra la veste nera dell'ordine benedettino, modellata plasticamente in lunghe pieghe che partono dal braccio sinistro, indossa un ricchissimo piviale damascato, chiuso sotto il collo da un medaglione decorato con pietre e lucide perle, che ornano anche i proili della mitria sul suo capo, in seta bianca decorata con un motivo loreale. Nelle mani guantate e ricche di anelli, regge a destra il ricco pastorale, la cui voluta riproduce le sembianze di un serpente, chiuso sopra l'impugnatura da un nodo a orma di guglia gotica, e a sinistra un libro dalla rilegatura rossa, legata con una doppia cinghia.
Notizie storico-criticheQuesta tavola della seconda metà del XV secolo ha una storia incerta: proveniente da una località non identiicata nei dintorni di Messina viene venduta sul mercato antiquario di Bologna per passare poi attraverso diverse collezioni private ino all'acquisto nel 995 da parte della Regione Lombardia con la mediazione di inarte Case d'Asta. Essa appartiene ad un insieme a scomparti attribuito ad Antonello da Messina da Carlo Volpe all'inizio degli anni '80 ma non pubblicato a causa della morte ed uicialmente riconosciuto e presentato alla critica da Zeri e iorio nel 995 in occasione della sua collocazione presso la Pinacoteca del Castello Sorzesco. Le due tavole collegate una Madonna con bambino e un San Giovanni sono invece state acquistate nel 996 dalla Galleria degli Uizi di irenze grazie al lascito testamentario dell'antiquario Steano Bardini.In una prima ipotesi di ricostruzione Zeri 995 suggerì l'appartenenza ad un monumentale polittico su due registri di cui quello ineriore costituito dalle tre tavole in questione più altre due perdute raiguranti santi e quello superiore composto da cinque scomparti: uno centrale disperso probabilmente con l'immagine di Cristo e quattro laterali individuabili sulla base dei similari motivi a punzone del ondo oro nelle tre cuspidi conservate a Palazzo Abatellis di Palermo raiguranti Sant'Agostino San Girolamo e San Gregorio Magno. Per quanto riguarda poi la provenienza di tale insieme Zeri 995 sulla base della scritta settecentesca SOROR M.a CRVCIIXA SERVA B.a.V.M.a oggi rimossa sotto la tavola centrale con la Vergine e il Bambino suggerì l'appartenenza del complesso al monastero emminile benedettino di Palma di Montechiaro guidato dalla Venerabile Maria Croceissa della Concezione Agrigento 645-699 ma successivamente tale ipotesi è stata rivista in quanto tale monastero sorse nel 657 e quindi può aver rappresentato solo una tappa della storia delle tavole iorio 997.Sempre sulla linea del polittico a cinque scomparti corredato da ricche cornici intagliate suggerite dal contorno trilobato della parte alta delle tavole e orse anche da una predella dipinta Sricchia Santoro 999 e 2002 suggerì il collegamento con una magna icona che i documenti dicono eseguita da Antonello per la Chiesa di S. Giacomo di Caltagirone tra il 472-73: in realtà non esistono tracce di presunte tavole da aiancare alle tre maggiori e la stessa ainità con le cuspidi di Palermo è solo ipotizzabile in quanto basata su una semplice somiglianza - non uguaglianza come per le altre tre tavole - dell'ornato di sondo Savettieri 998; Lucco 2006.Altra questione controversa è la datazione: Zeri 995 propose il 465-70 accostando il San Benedetto alla Madonna Benson della National Gallery di Washington per l'equivalenza di luci la tedenza ad una geometrizzazione isiognomica e la nitidezza del ritratto. Le connessioni con la pittura di Piero della rancesca e un linguaggio decisamente più maturo in cui è già evidente la padronanza degli strumenti prospettici e spaziali hanno invece atto propendere altri storici dell'arte Barbera 997; iorio 997; Sricchia Santoro 999 e 2002; Lucco 2006 per una datazione più tarda collocabile tra il 470-73 e più vicina dunque al noto Polittico di San Gregorio conservato presso il Museo Regionale di Messina.Le tavole si presentano oggi separate una dall'altra e riilate lungo i bordi soprattutto nella parte ineriore al punto che entrambi i santi sono privi dei piedi e del loro punto d'appoggio che si può soltanto intuire sulla base della presenza nel pannello centrale di una traccia di gradino in primo piano: l'impianto rimane comunque unitario grazie all'allungarsi da una tavola all'altra dell'ombra proiettata dalle igure illuminate uniormamente da sinistra verso destra e dall'alto verso il basso Sricchia Santoro 999.Intorno agli '70-'80 le tre tavole si presentavano alterat
Data stato di conservazione1996-2008
Stato di conservazionebuono
Condizione giuridicaproprietà Ente pubblico territoriale
Data compilazione1996
Nome compilatoreFiorio MariaTeresa||Vecchio Stefania
Specifiche ente schedatore
Referente scientifico compilazione
Funzionario responsabile compilazione
Data trascrizione
Nome trascrittore
Ente trascrittore
Data aggiornamento2009||2008
Nome aggiornatoreUva Cristina
Ente aggiornatoreR03/ Istituto per la Storia dell'Arte Lombarda
Funzionario responsabile aggiornamento
Plus Codes8FQFF5CH+2V


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