Opere d'arte in Lombardia

Codice schedaF0060-00221
Numero catalogo generale00659165
Ente schedatoreR03/ Provincia di Pavia
Gruppo oggettipittura
Definizione oggettotarga
Numero oggetti
Categoria generale soggettosacro
Identificazione soggettoUltima cena
Titolo soggetto
Nome provinciaPavia
ComunePavia
Tipologia edificio di collocazionecastello
Qualificazione edificio di collocazionecomunale
Denominazione edificio di collocazioneCastello Visconteo
Denominazione spazio viabilistico (indirizzo edificio di collocazione)Viale XI febbraio, 35
Denominazione struttura conservativa - livello 1 (nome istituto di conservazione)Musei Civici di Pavia
Denominazione struttura conservativa - livello 2 (nome istituto di conservazione)Pinacoteca Malaspina
Tipologia struttura conservativamuseo
Denominazione collezione di appartenenza dell'oggettoCollezione Malaspina
Secolo (datazione dell'oggetto)sec. XVI
Frazione di secolo (datazione dell'oggetto)secondo quarto
Da (datazione dell'oggetto)1530 ca.
A (datazione dell'oggetto)1530 ca.
Autore/Nome sceltoNicola da Urbino
Ente collettivo/Nome scelto
Dati anagrafici/Periodo di attività dell'autorem.1537 o 1538
Riferimento all'autore
Denominazione ambito culturale
Riferimento all'intervento
Materia e tecnicaceramica/ pittura a smalto
Unità di misuracm
Altezza22.5
Larghezza
Profondità1
Diametro
Lunghezza29.1
Descrizione oggettoLa targa maiolicata, di orma rettangolare, a soggetto istoriato, è dipinta a tutta campo, con la raigurazione dell'Ultima Cena. Il convivio è ambientato all'interno di uno spazio chiuso, imprecisato, privo di connotazioni architettoniche, entro un, inedito per Nicola celebre per l'abilità nella resa delle architetture, ondo scuro che trascolora nel giallo, quasi un'illuminazione ioca che si irradia dall'aureola di Cristo mutuata dalle incisioni di Durer. Su questo sondo si stagliano gli Apostoli, i cui corpi sono celati dall'ampio e plastico panneggio degli abiti 'alla romana', connotati da un acceso cromatismo. I commensali, dai volti espressivi, raigurati in varie e dinamiche posture, in piedi, seduti, di proilo, di schiena, si distribuiscono vivacemente attorno ad un ampio tavolo su cui poggia un rainato bacile. Due panche sorrette da sostegni dierenti, a orma di pilastrini quelli a sinistra e a voluta quelli di destra identici in Raaello, introducono allo spazio vuoto dove si svolge la cena, uno spazio reso proondo dal sapiente uso del colore. Il pavimento uniorme, a monocromo, sul quale sono accennate le ombre delle igure, contribuisce a creare un'atmosera quasi irreale e di calma drammaticità. La ormella è compresa entro un bordo nero.
Notizie storico-criticheLa preziosa targa in maiolica istoriata con l'Ultima Cena viene realizzata da Nicola di Urbino identiicato con Nicola di Gabriele Sbraghe intorno al 530. E' ascritta al maestro urbinate considerato il più abile ra i pittori di ceramiche del Rinascimento tanto da esse soprannominato il Raaello della maiolica e anche il principe dei ceramisti del Cinquecento sulla base del conronto stilistico con la produzione sicuramente autograa/ di mano di Nicola. Sono inatti ben riconoscibili i segni inconondibili dell'autograia di Nicola: la inezza di esecuzione il segno graicamente accurato la straordinaria qualità pittorica la preziosità del cromatismo brillante e l'abilità nella resa spaziale contraddistinguono l'eccellente produzione dell'urbinate. Tipici del maestro sono anche gli incarnati sumati le lumeggiature bianche che sottolineano i proili dei nasi alla greca e i capelli dalle ciocche ben delineate.Ciò che aascina maggiormente nell'Ultima Cena è l'abile scelta degli accostamenti cromatici le tinte accese e cangianti l'alternarsi e richiamarsi di colori reddi e colori caldi.Conrontando la gamma cromatica della targa pavese con i colori di alcune opere certe del maestro si avverte una variazione di tonalità tipica dell'ultimo periodo di attività dell'artista. All'inizio della sua produzione intorno al 520 le tinte sono più chiare e pure mentre dal 930 si anno più cangianti e si arricchiscono di sumature. Dalla tonalità blu pastello passa ad altri timbri cromatici ra cui risalta un verde cangiante arricchito di sumature con il giallo; per contro il giallo è chiaroscurato con il verde. A partire da questa data Nicola si avvale all'interno della ormai avviata bottega di collaboratori tra i quali orse rancesco Xanto Avelli da Rovigo altrettanto celebre ceramista e colto umanista rinascimentale che secondo la critica potrebbe aver avvicinato Nicola a queste nuove cromie. Le vesti drappeggiate degli Apostoli nella placca pavese sono dipinte con colori cangianti vicini a quelli usati da Xanto.La ormella è compresa entro un bordo dipinto di nero probabilmente destinato ad essere coperto da una cornice ed appeso come un dipinto su tela; queste targhe istoriate sono molto diuse e di gran moda negli anni 930 e 940. L'argilla utilizzata presenta una colorazione paglierino rosato chiaro ben depurata in uso presso le botteghe ceramiche attive ad Urbino nel corso del XVI secolo.Le onti iconograiche cui attinge Nicola sono i repertori di incisioni tratti soprattutto da disegni di Raaello ma anche le xilograie della Bibbia e dei testi classici molto diusi nelle botteghe ceramiche che ben assimila e reinterpreta. Per l'Ultima Cena in particolare il rimando è all'omonimo aresco della tredicesima campata delle Logge Vaticane di Raaello attribuito a Vincenzo Tamagni da un modello di Perin del Vaga di cui ripropone l'esatta trasposizione. Se si esclude una visione diretta Nicola potrebbe aver visto i disegni delle Logge di Giulio Romano che nel 524 sosta a Urbino. La stessa scena identica si ritrova nella coppa del Kunstindustrimuseet di Copenaghen dalle tinte cangianti e orti l'unico cambiamento rispetto alla placca pavese è costituito dall'accorgimento di due gradini in primo piano che servono a dare proondità prospettica alla scena. La rara targa pavese realizzata a Urbino il più importante centro di produzione di maiolica istoriato del Cinquecento proviene dalle raccolte del marchese Luigi Malaspina di Sannazzaro 754-835 mecenate e collezionista illuminato di antichità esposte nello Stabilimento Belle Arti Malaspina. Il nucleo di maioliche del nobile pavese è ormato da pochi pezzi ma tutti di notevole qualità. Nel catalogo redatto da Giovani Monti custode e conservatore del gabinetto di Belle Arti è annotato che la targa presenta la marca E.M. che non trova nessun riscontro. Probabilmente Monti interpreta erroneamente il sigillo in cer
Data stato di conservazione2014
Stato di conservazionebuono
Condizione giuridicaproprietà Ente pubblico territoriale
Data compilazione2008
Nome compilatoreDamiano Sara
Specifiche ente schedatoreR03/ Musei Civici di Pavia
Referente scientifico compilazione
Funzionario responsabile compilazione
Data trascrizione
Nome trascrittore
Ente trascrittore
Data aggiornamento2014
Nome aggiornatoreManara Roberta
Ente aggiornatoreR03/ Provincia di Pavia
Funzionario responsabile aggiornamento


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