Opere d'arte in Lombardia

Codice schedaF0070-00004
Numero catalogo generale00654716
Ente schedatoreR03/ Musei Civici di Pavia
Gruppo oggettiPittura
Definizione oggettodipinto
Numero oggetti
Categoria generale soggettomitologia
Identificazione soggettoAndromeda incatenata alla roccia
Titolo soggettoAndromeda
Nome provinciaPavia
ComunePavia
Tipologia edificio di collocazionecastello
Qualificazione edificio di collocazionecomunale
Denominazione edificio di collocazioneCastello Visconteo
Denominazione spazio viabilistico (indirizzo edificio di collocazione)Viale XI Febbraio, 35
Denominazione struttura conservativa - livello 1 (nome istituto di conservazione)Musei Civici di Pavia
Denominazione struttura conservativa - livello 2 (nome istituto di conservazione)
Tipologia struttura conservativamuseo
Denominazione collezione di appartenenza dell'oggetto
Secolo (datazione dell'oggetto)sec. XVIII
Frazione di secolo (datazione dell'oggetto)ultimo quarto
Da (datazione dell'oggetto)1775 (?)
A (datazione dell'oggetto)1799 (?)
Autore/Nome sceltoGiani Felice
Ente collettivo/Nome scelto
Dati anagrafici/Periodo di attività dell'autore1758-1823
Riferimento all'autoreattr.
Denominazione ambito culturale
Riferimento all'intervento
Materia e tecnicaolio su tela
Unità di misura
Altezza32
Larghezza43.5
Profondità
Diametro
Lunghezza
Descrizione oggetto
Notizie storico-criticheIl dipinto si identiica probabilmente con la Venere giacente n. 39 dell'elenco giudiziale redatto da Pietro Michis nel 892 dei dipinti esistenti nella casa di Giovanni rancesco Reale conservatore del Museo Malaspina e da questi donato alla città. Nel verbale di permuta del 924 ra il Museo e La Scuola di Pittura l'Andromeda è ricondotta a elice Giani; verosimilmente l'attribuzione espressa in quell'occasione si deve alla scritta posta sul retro dell'opera. Nel corso dei decenni la critica ha molto dibattuto sulla paternità del quadro. Servolini e Zamboni lo presentano come il primo dipinto noto di Giani e lo riconducono all'apprendistato pavese avvenuto sotto la guida di Carlo Antonio Bianchi ino al 778 anno in cui l'artista si traserisce a Bologna.In particolare la Zamboni lo data attorno agli anni 776-77. Su posizioni opposte la Ottani Cavina che lo esclude senza alcun dubbio dal catalogo dell'artista asserendo che non si sia conservato nulla del periodo pavese. La studiosa ritiene inoltre che la scritta sul retro sia ottocentesca e quindi inattendibile e che la tela sia tecnicamente e ormalmente lontana dalla prima maniera dell'artista. Ancora dierente è la posizione del Peroni che attribuisce al Giani il dipinto ma lo ritiene opera modesta da ricondurre ad una ase più avanzata della sua carriera. Inine la Collina giudica l'opera di Giuseppe Bossi sulla base di soluzioni ormali e stilistiche analoghe alla Diana e Callisto e al Caino e Abele.
Data stato di conservazione2007
Stato di conservazionebuono
Condizione giuridicaproprietà Ente pubblico territoriale
Data compilazione2007
Nome compilatoreRuiu Daniela
Specifiche ente schedatoreR03/ Musei Civici di Pavia
Referente scientifico compilazione
Funzionario responsabile compilazioneZatti Susanna
Data trascrizione
Nome trascrittore
Ente trascrittore
Data aggiornamento
Nome aggiornatore
Ente aggiornatore
Funzionario responsabile aggiornamento
Plus Codes8FQF55R5+6J


Blia.it NON utilizza cookie (v. informativa)

Per contattare la redazione di Blia.it potete scrivere a: info@blia.it
(attenzione, blia.it non ha nessun rapporto con banche, scuole o altri enti/aziende, i cui indirizzi sono visualizzati al solo scopo di rendere un servizio agli utenti del sito)