Opere d'arte in Lombardia

Codice schedaw1020-00041
Numero catalogo generale02035441
Ente schedatoreR03/ Veneranda Fabbrica del Duomo
Gruppo oggettiscultura
Definizione oggettoscultura
Numero oggetti
Categoria generale soggettosacro
Identificazione soggettoProfeta
Titolo soggetto
Nome provinciaMilano
ComuneMilano
Tipologia edificio di collocazionepalazzo
Qualificazione edificio di collocazionereale
Denominazione edificio di collocazionePalazzo Reale
Denominazione spazio viabilistico (indirizzo edificio di collocazione)Piazza Duomo, 14
Denominazione struttura conservativa - livello 1 (nome istituto di conservazione)Veneranda Fabbrica del Duomo
Denominazione struttura conservativa - livello 2 (nome istituto di conservazione)Museo del Duomo
Tipologia struttura conservativamuseo
Denominazione collezione di appartenenza dell'oggetto
Secolo (datazione dell'oggetto)secc. XIV/ XV
Frazione di secolo (datazione dell'oggetto)fine/inizio
Da (datazione dell'oggetto)1390 ca.
A (datazione dell'oggetto)1410 ante
Autore/Nome scelto
Ente collettivo/Nome scelto
Dati anagrafici/Periodo di attività dell'autore
Riferimento all'autore
Denominazione ambito culturaleambito dei maestri renani
Riferimento all'intervento
Materia e tecnicamarmo/ scultura
Unità di misuracm
Altezza62
Larghezza25
Profondità15
Diametro
Lunghezza
Descrizione oggettoUomo con capelli e barba lunga. La veste lunga lascia scoperto solamente la punta del piede dx e le mani. Tra le mani sostiene un cartiglio srotolato, La mano sx è posizionata più in alto rispetto alla dx che mostra il dorso, e regge il ricciolo terminale del cartiglio. Il cartiglio è privo di iscrizioni. La testa è ruotata verso sx rispetto al corpo.Sul retro l'opera si presenta inita, al centro del busto è inserito, in un piccolo alloggiamento, saldato al marmo con piombo, il gancio d'ancoraggio in erro, a sezione quadrata, al quale manca l'anello terminale.
Notizie storico-criticheA causa della scarsità di documentazione e della quantità di scalpellini che lavoravano in quegli anni presso il cantiere risulta pressoché impossibile attribuire l'opera. E' stilisticamente ascrivibile all'ambito della Scuola Renana che lavorò presso la abbrica tra il 390 e il 40. Nel 396 i maestri tedeschi risultavano essere un cospicuo gruppo etnico a se stante per il quale si era costruita in cantiere un'apposita tettoia Boito 889 p 24.La presenza di scultori teutonici a Milano è largamente testimoniata sia al cantiere del Duomo che in altri luoghi. u Costantino Baroni nel 955 ad accostare alle igure degli Apostoli del Paliotto della Passione in S. Eustorgio con i Proeti provenienti dai Piloni Baroni 955 p. 692 datando così la statuaria del Duomo al primo decennio del 400. E' innegabile la somiglianza di uno dei proeti della cuspide del paliotto con le statuette cin. 52 e cin. 53.E' sempre il Baroni 944 p. 55 a rarontare il Sarcoago di Gaspare Visconti attribuendolo ad un maestro Bavarese con le statuette del Duomo di ambito oltralpino. Essendo il sarcoago datato 427 secondo l'opinione del Baroni signiicherebbe che la permanenza dei maestri stranieri si sia dilungata oltre al primo decennio del 400. Baroni 955 p.686. Anche la Bossaglia 984 p. e il Turchini 986 accostano per ainità le statuette angolari a tutto tondo del paliotto della Passione in S Eustorgio con quelle del Duomo ascrivibili all'ambito delle maestranze nordiche.La Bossaglia 978 raggruppa questa opera con la cin. 53 e la cin. 54 denominandole del Maestro delle statuette D e attribuendole ad un'unica mano. Al riguardo sarebbe necessario reinterpretare la denominazione con Bottega della statuette E in quanto quest'opera e la cin. 52 sono eettivamente dello stesso scultore la cin. 54 appare invece di altra mano cr scheda cin. 54 La statuetta è stilisticamente paragonabile con la scultura della Cattedrale di Strasburgo in particolare con i proeti della porta centrale risalenti ai primi del XIV sec. presentano lo stesso graismo con i proeti del Duomo nella resa dei tratti somatici: il viso allungato l'arcata sopraccigliare disegnata con una linea che si unisce con il naso il naso lungo sottile e squadrato. Le sculture di Strasburgo sono estremamente assottigliate dalla loro unzione di statue-colonne quelle del Duomo sono animate dal moto dell'anca che rende sinuosi i panneggi e dalla torsione del corpo su se stesso che coinvolge anche la direzione dello sguardo. Sono caratterizzate anch'esse dalla loro intrinseca vocazione gotica unzionale di statue di capitello. I tratti somatici sono idealizzati grazie ad essi si riscontra stilisticamente la somiglianza con la statuetta cin. 52 attribuita dalla Bossaglia allo stesso maestro identiicato con il nome di maestro delle statuette D. L'arcata sopraccigliare si unisce in un'unica linea con il naso che appare quasi stilizzato da due linee parallele. Gli occhi e la bocca sono piccole essure. Gli zigomi disegnano una orma a V. La resa di capelli e della barba appare simile sia nella lavorazione che nella orma. Inoltre entrambe le statuette provengono dallo stesso pilone il 52.
Data stato di conservazione2010
Stato di conservazionediscreto
Condizione giuridicaproprietà privata
Data compilazione2010
Nome compilatoreAnselmi Camilla
Specifiche ente schedatoreR03/ Veneranda Fabbrica del Duomo
Referente scientifico compilazione
Funzionario responsabile compilazioneBenati Giulia
Data trascrizione2010
Nome trascrittoreGiudice, Chiara
Ente trascrittoreR03/ Veneranda Fabbrica del Duomo
Data aggiornamento
Nome aggiornatore
Ente aggiornatore
Funzionario responsabile aggiornamento
Plus Codes8FQFF57R+CP


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