Opere d'arte in Lombardia

Codice schedaw1020-00042
Numero catalogo generale02035442
Ente schedatoreR03/ Veneranda Fabbrica del Duomo
Gruppo oggettiscultura
Definizione oggettoscultura
Numero oggetti
Categoria generale soggettosacro
Identificazione soggettoProfeta
Titolo soggetto
Nome provinciaMilano
ComuneMilano
Tipologia edificio di collocazionepalazzo
Qualificazione edificio di collocazionereale
Denominazione edificio di collocazionePalazzo Reale
Denominazione spazio viabilistico (indirizzo edificio di collocazione)Piazza Duomo, 14
Denominazione struttura conservativa - livello 1 (nome istituto di conservazione)Veneranda Fabbrica del Duomo
Denominazione struttura conservativa - livello 2 (nome istituto di conservazione)Museo del Duomo
Tipologia struttura conservativamuseo
Denominazione collezione di appartenenza dell'oggetto
Secolo (datazione dell'oggetto)secc. XIV/ XV
Frazione di secolo (datazione dell'oggetto)fine/inizio
Da (datazione dell'oggetto)1390 ca.
A (datazione dell'oggetto)1410 ante
Autore/Nome scelto
Ente collettivo/Nome scelto
Dati anagrafici/Periodo di attività dell'autore
Riferimento all'autore
Denominazione ambito culturaleambito dei maestri renani
Riferimento all'intervento
Materia e tecnicamarmo/ scultura
Unità di misuracm
Altezza63
Larghezza22
Profondità17
Diametro
Lunghezza
Descrizione oggettoUomo con capelli e con barba lunga con veste lunga che copre i piedi e maniche lunghe. Il volto è leggermente ruotato verso dx. Tra le mani tiene un cartiglio srotolato non iscritto che sul lato destro scende dalla mano ino al ginocchio. sul retro l'opera si presenta inita, al centro del busto è inserito, in un piccolo alloggiamento, saldato al marmo con piombo, il gancio d'ancoraggio in erro, a sezione quadrata, al quale manca l'anello terminale.
Notizie storico-criticheA causa della scarsità di documentazione e della quantità di scalpellini che lavoravano in quegli anni presso il cantiere risulta pressoché impossibile attribuire l'opera. E' stilisticamente ascrivibile all'ambito della Scuola Renana che lavorò presso la abbrica tra il 390 e il 40. Nel 396 i maestri tedeschi risultavano essere un cospicuo gruppo etnico a se stante per il quale si era costruita in cantiere un'apposita tettoia Boito 889 p 24.La presenza di scultori teutonici a Milano è largamente testimoniata sia al cantiere del Duomo che in altri luoghi. u Costantino Baroni nel 955 ad accostare alle igure degli Apostoli del Paliotto della Passione in S. Eustorgio con i Proeti provenienti dai Piloni Baroni 955 p. 692 datando così la statuaria del Duomo al primo decennio del 400. E' innegabile la somiglianza di uno dei proeti della cuspide del paliotto con le statuette cin. 52 e cin. 53. E' sempre il Baroni 944 p. 55 a rarontare il Sarcoago di Gaspare Visconti attribuendolo ad un maestro Bavarese con le statuette del Duomo di ambito oltralpino. Essendo il sarcoago datato 427 secondo l'opinione del Baroni signiicherebbe che la permanenza dei maestri stranieri si sia dilungata oltre al primo decennio del 400. Baroni 955 p.686. Anche la Bossaglia 984 p. e il Turchini 986 accostano per ainità le statuette angolari a tutto tondo del paliotto della Passione in S. Eustorgio con quelle del Duomo ascrivibili all'ambito delle maestranze nordiche.Attribuita dalla Bossaglia 978 al Maestro delle statuette D insieme alla cin. 52 e cin. 53.A tal proposito si dovrebbe reinterpretare questo gruppo di tre opere come Bottega delle statuette D in quanto l'autore di questa scultura nonostante accia parte di questa cerchia appare una personalità dierente rispetto agli altri che possiedono ancora caratteristiche dell'arte gotica tedesca come la rigidità delle statue colonne. La nostra statuetta invece presenta una sinuosità e una isicità che lascia intendere che questo maestro accia parte di una generazione successiva rispetto ai suoi colleghi di bottega e che abbia osservato e assorbito gli stilemi della scultura italiana. Dunque nonostante si sia attenuto allo stesso disegno/modello appartenente alla Bottega E egli ha reinterpretato la resa della barba e della chioma la scioltezza dei panneggi e la sinuosità delle orme isiche. Tra la ine del '300 e l'inizio del nuovo secolo le inluenze degli scalpellini italiani e stranieri è stata reciproca a tal punto che in certe opere si osserva una compresenza di stilemi sia locali che oltremontani.
Data stato di conservazione2010
Stato di conservazionediscreto
Condizione giuridicaproprietà privata
Data compilazione2010
Nome compilatoreAnselmi Camilla
Specifiche ente schedatoreR03/ Veneranda Fabbrica del Duomo
Referente scientifico compilazione
Funzionario responsabile compilazioneBenati Giulia
Data trascrizione2010
Nome trascrittoreGiudice, Chiara
Ente trascrittoreR03/ Veneranda Fabbrica del Duomo
Data aggiornamento
Nome aggiornatore
Ente aggiornatore
Funzionario responsabile aggiornamento
Plus Codes8FQFF57R+CP


Blia.it NON utilizza cookie (v. informativa)

Per contattare la redazione di Blia.it potete scrivere a: info@blia.it
(attenzione, blia.it non ha nessun rapporto con banche, scuole o altri enti/aziende, i cui indirizzi sono visualizzati al solo scopo di rendere un servizio agli utenti del sito)