Opere d'arte in Lombardia

Codice schedaw1020-00046
Numero catalogo generale02035446
Ente schedatoreR03/ Veneranda Fabbrica del Duomo
Gruppo oggettiscultura
Definizione oggettoscultura
Numero oggetti
Categoria generale soggettosacro
Identificazione soggettoGiona
Titolo soggetto
Nome provinciaMilano
ComuneMilano
Tipologia edificio di collocazionepalazzo
Qualificazione edificio di collocazionereale
Denominazione edificio di collocazionePalazzo Reale
Denominazione spazio viabilistico (indirizzo edificio di collocazione)Piazza Duomo, 14
Denominazione struttura conservativa - livello 1 (nome istituto di conservazione)Veneranda Fabbrica del Duomo
Denominazione struttura conservativa - livello 2 (nome istituto di conservazione)Museo del Duomo
Tipologia struttura conservativamuseo
Denominazione collezione di appartenenza dell'oggetto
Secolo (datazione dell'oggetto)sec. XV
Frazione di secolo (datazione dell'oggetto)prima metà
Da (datazione dell'oggetto)1400 post
A (datazione dell'oggetto)1450 ante
Autore/Nome scelto
Ente collettivo/Nome scelto
Dati anagrafici/Periodo di attività dell'autore
Riferimento all'autore
Denominazione ambito culturaleambito lombardo
Riferimento all'intervento
Materia e tecnicamarmo/ scultura
Unità di misuracm
Altezza99
Larghezza35
Profondità29
Diametro
Lunghezza
Descrizione oggettoLa statuetta rappresenta un uomo con capelli e barba lunga bipartita. Lo sguardo è rivolto verso il basso e il volto leggermente ruotato verso sx rispetto al busto. La igura è ammantata ino ai piedi. Le mani, scoperte e allungate, sostengono un cartiglio srotolato con iscritto a caratteri gotici IONAS. Il ginocchio sx è leggermente piegato e dando orma al panneggio della veste. I panneggi delle maniche sono caratterizzati da pieghe arrotondate e strette.sul retro: pur essendo già deinita la soluzione ormale, anche se non plausibile anatomicamente, la supericie non è levigata ma presenta i segni dello scalpello e/o della gradina tenuta ad angolo ampio rispetto ad essa solchi brevi quasi incisioni a punta ma a distanza issa
Notizie storico-criticheStatuetta proveniente dal pilone n 88 e discesa per la mostra Arte Lombarda dai Visconti agli Sorza nel 958 in occasione di questo evento il Russoli la attribuisce alla scuola renana mettendola Anche il Mele nel 960 la elenca tra le sculture di scuola Renana. Attribuita dalla Bossaglia alla stessa mano che ece le statuette Cin. 58 e Cin 59 assegnandole con dubbio all'ambito rancese e datandole a cavallo tra il XIV e il XV secolo. Innegabile è la stessa matrice di bottega riguardo a questa cerchia di tre opere. Sono collocate nella seconda metà del 400 dalla studiosa Elisabetta Bianchi nel suo contributo uscito nel 2003 su Prospettiva. La Bianchi avanza un'attribuzione a Cristooro Luvoni sulla base di conronti stilistici con la sua unica opera certa: il monumento unebre Birago conservato nel transetto della chiesa di San Marco a Milano eseguito nel 455. Inoltre in un suo successivo saggio pubblicato nel 2005 su Proporzioni cerca di ricostruire sempre su basi stilistiche una sorta di catalogo di opere ascrivibili al Luvoni chiamando in causa una serie di statuette che lei asserisce essere conservate in Museo e in Arcivescovado sono invece tutte tranne 2 ig. 53 ig. 54 ig. ritornate sui piloni che a volte paiono assomigliare a questa stessa bottega del Maestro delle statuette E a volte appaiono di diversa mano. In questo elenco sono identiicabili tra diverse mani due inluenze artistiche: la matrice stilistica proveniente dalle maestranze comacine presenti in abbrica nei primi anni del 400 e quella di Jacopino. La tipologia di stilemi isiognomici e graici come la resa dei capelli e della barba estremamente distintiva la bocca piccola e carnosa si può ritrovare per esempio in una scultura risalente alla metà del XIV secolo presso la chiesa di Sant'Antonio Abate di Cantù vedi Zagstrow 989 pp. 4-42. I maestri comacini giunti a Milano attirati dal grande cantiere si sono evoluti rispetto ai loro conterranei per il contatto con la scultura Jacopinesca soprattutto riguardo alla resa morbida dei panneggi ricchi di riccioli e anse. A dimostrazione del atto che la capigliatura così scavata e avviluppata sia uno stilema che si sviluppò nella scultura dell'epoca basti guardare gli apostoli dei Maestri Campionesi provenienti da Santa Maria Maggiore ora conservati in Duomo. Le attribuzioni della Bianchi sono dettate dall'individuazione di alcuni stilemi della scultura del Luvoni che avendo avuto contatto diretto con la abbrica sembra avere assorbito tra cui le caratteristiche Jacopinesche. Essendo Jacopino ilorancesce si giustiica dunque la prudente attribuzione della Bossaglia all'ambito della scuola rancese. La convivenza di diverse matrici stilistiche in queste opere del maestro delle statuette E è sintomatico dell'ambiente culturale in cui nascono: dagli albori di un cantiere internazionale dove convivevano strettamente artisti provenienti da diverse località e che dovevano lavorare su modelli disegnati come per esempio quelli di Giovannino de Grassi. L'impostazione isiognomica individuata dalla Bianchi negli angeli reggicero del monumento Birago e direttamente conrontata con le statuette che sembrano somigliare alle caratteristiche di questo ambito sono imputabili per la caratterizzazione dei volti alla provenienza del Luvoni cioè da Seregno in prossimità del territorio in cui operarono i maestri comacini e dal suo contatto con gli stessi presso la abbrica. In particolare alla mano del maestro delle statuette Queste contestualizzazioni sono dedotte dal clima culturale presente in abbrica nella prima metà del 400 che cambia rotta decisamente già verso la metà del secolo con l'arrivo dell'Amadeo. E' quindi diicile ar risalire la datazione di queste statuette nella seconda metà del 400. E' più plausibile che le somiglianze riscontrate dalla Bianchi siano da rivedere in senso opposto: u il Luvoni ad assorbire questi particolari stilemi e a riproporli nel monum
Data stato di conservazione2010
Stato di conservazionediscreto
Condizione giuridicaproprietà privata
Data compilazione2010
Nome compilatoreAnselmi Camilla
Specifiche ente schedatoreR03/ Veneranda Fabbrica del Duomo
Referente scientifico compilazione
Funzionario responsabile compilazioneBenati Giulia
Data trascrizione2010
Nome trascrittoreGiudice, Chiara
Ente trascrittoreR03/ Veneranda Fabbrica del Duomo
Data aggiornamento
Nome aggiornatore
Ente aggiornatore
Funzionario responsabile aggiornamento
Plus Codes8FQFF57R+CP


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