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Càrlo Albèrto (Torino 1798-Oporto 1849) Re di Sardegna. Figlio di Carlo Emanuele I, principe di Carignano e di Albertina Maria Cristina di Sassonia. Da giovane abbracciò le idee liberali e cercò di ottenere la successione al regno di Sardegna, approfittando della mancanza di eredi maschi dei Savoia. Appoggiò i moti della carboneria piemontese e nella rivoluzione del marzo 1821, divenne reggente dopo l'abdicazione di Vittorio Emanuele I. Dopo i moti del 1821, concesse lo statuto (chiamato albertino). Salito però al trono il reazionario Carlo Felice (abrogò la costituzione), Carlo Alberto venne sconfessato ed espulso in Toscana, alla corte di Ferdinando III. Nel 1823 combatté contro i liberali spagnoli; nel 1831, morto Carlo Felice, divenne re. Reazionario e assolutista, represse mazziniani e carbonari; sventò nel 1833 la cospirazione della Giovine Italia. Attuò però varie riforme tendenti a modernizzare lo stato (riforma dei codici, abolizione dei diritti feudali, rilancio del commercio e dell'agricoltura). Dal 1840 si riavvicinò a posizioni liberali; il 5 marzo 1848 concesse la costituzione e dopo l'insurrezione delle Cinque giornate di Milano, entrò in guerra contro l'Austria. Subì una prima sconfitta a Custoza (25 luglio 1848), a seguito della quale dovette firmare l'armistizio di Salasco e, ripreso il conflitto, venne sconfitto nuovamente a Novara il 23 marzo 1849. Fu così costretto ad abdicare a favore del figlio Vittorio Emanuele II. Morì, in esilio volontario, a Oporto in Portogallo. 


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