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Amèrica Zona del mondo formata da due masse continentali diverse (America settentrionale e America meridionale), in comunicazione tra loro attraverso una regione istmica piuttosto lunga che, con i festoni meridionali delle Antille, rappresenta l'America centrale. Le coordinate che limitano astronomicamente il continente sono 71° 58' nord (penisola di Boothia) e 53° 54' sud (capo Froward nella penisola di Brunswick), 168° 5' ovest (capo Principe di Galles) e 34° 47' ovest (Cabo Branco). Tenendo conto anche delle isole, le estremità sono 83° 39' nord (capo Morris Jesup in Groenlandia) e 55° 59' sud (capo Horn), 172 °25' ovest (Aleutine) e 11° 39' ovest (Groenlandia). A est è bagnata dall'oceano Atlantico, a ovest dal Pacifico, a nord dal mar Glaciale Artico e da propaggini dell'oceano Atlantico, la più grande delle quali è la baia di Hudson. Nella zona centrale l'oceano Atlantico è strutturato in modo da formare quello che è chiamato il Mediterraneo americano (golfo del Messico e mare Caribico, o delle Antille). L'area complessiva dell'America è di oltre 42 milioni di km2 (Nord e Centro America circa 24.217.000 km2, Sudamerica 17.842.000 km2); la sua popolazione è di circa 700 milioni di abitanti. La scoperta del Nuovo Mondo risale al 12 ottobre 1492; fu Cristoforo Colombo che, ai servigi del re di Spagna per trovare nuove rotte d'accesso alle Indie orientali, sbarcò per primo nelle Bahama, poi a Cuba e quindi ad Haiti (che battezzò Hispaniola). Nel 1497 e 1498 Giovanni Caboto navigò lungo le coste dell'isola di Terranova e della Nuova Scozia; Colombo si spinse fino alla foce dell'Orinoco nel 1498. Le coste sudamericane, da capo San Rocco al golfo di Maracaibo, furono perlustrate da Alonso de Ojeda e Amerigo Vespucci nel 1499. 
Morfologia e rilievo 
L'America settentrionale è formata dalla regione canadese (con l'Alaska), da quella statunitense e da quella messicana. Ben il 50% del territorio canadese è occupato dal cosiddetto Scudo Canadese; si tratta di una vastissima zona delimitata a sud dal fiume San Lorenzo a ovest dalle Montagne Rocciose e che si estende dalla regione dei laghi a sud fino al mar Glaciale Artico a nord. 
Si tratta di un penepiano di origine antichissima dove è evidentissima l'origine glaciale. La parte più bassa attorno alla baia Hudson si eleva gradualmente dai 200-300 m fino ai 500-1000 m dei Plains, verso ovest. Il territorio è caratterizzato da alture moreniche e depressioni ricolme di acque. Nella sua parte orientale invece lo Scudo Canadese raggiunge anche i 1.500 metri nella penisola del Labrador. La valle del San Lorenzo è di origine tettonica, e costituisce un solco dai bordi montagnosi percorso dalle acque della regione dei grandi laghi che si gettano nel golfo di San Lorenzo in un grandissimo estuario. A sud della valle del San Lorenzo si estendono il New Brunswick, la penisola della Nuova Scozia e l'isola di Terranova, dalle coste tipicamente frastagliate e rocciose. A ovest dei Plains si innalza una vasta regione montuosa nella quale si possono distinguere due catene principali, quella più interna delle Montagne Rocciose comprende i monti Selkirk, Cariboo, Stikine e Tawson Range, che continuano nel gruppo isolato dei monti Mackenzie, le cime più alte sono il monte Robson (3.954 m) e il monte Columbia (3.747 m). A ovest delle Montagne Rocciose si estende un vasto altopiano attraversato da profonde valli percorse da numerosi fiumi (Yukon e i suoi affluenti) e ricco di laghi. A occidente si innalza la Catena Costiera, con numerose cime oltre i 5.000 m (monte Logan, 6.010 m; monte Saint Elias 5.489 m; monte Lucania 5.227 m) e in parte sommersa, a determinare il tipico aspetto frastagliato e impervio della costa assai ricca di fiordi e fronteggiata da numerose isole (isola di Vancouver, isole della Regina Carlotta e l'arcipelago di Alessandro, politicamente appartenente all'Alaska). Il territorio statunitense include tutti i principali tratti morfologici dell'America settentrionale; si tratta, procedendo da est a ovest, dei monti Appalachi, delle pianure Centrali, delle Montagne Rocciose, con gli altipiani interconnessi e delle catene costiere prospicenti l'oceano Pacifico. La pianura costiera orientale, affacciata all'Atlantico e al golfo del Messico, è una fascia che va dalla foce dell'Hudson al corso del Río Bravo del Norte/Río Grande, più stretta nella parte settentrionale e a mano a mano più ampia verso sud. La costa è più articolata a nord, incisa profondamente dagli estuari di numerosi fiumi, e si fa più bassa, orlata da cordoni sabbiosi nella parte meridionale, in particolare quella che si affaccia sul golfo del Messico, dominata dal delta del Mississippi; la piattezza dell'entroterra rende il deflusso delle acque molto lento e favorisce la formazione di zone acquitrinose. A ridosso delle costa orientale, in direzione nord-est sud-ovest, si snoda il sistema degli Appalachi; esso è costituito, dal Maine all'Alabama, da una serie di rilievi di modesta altitudine; più a sud, oltre la valle del fiume Hudson, si estendono i monti Adirondack (monte Marcy, 1.629 m) e le catene parallele degli Allegheny e della Blue Ridge (monte Mitchell, 2.037 m), digradante verso l'interno con una serie di altipiani (monti Catskill, altopiano del Cumberland). Fra il sistema appalachiano e le Montagne Rocciose si allarga la vasta regione delle pianure interne (Interior Plains), che si spinge a nord fino alla regione dei grandi laghi, con il cosiddetto bassopiano Centrale; la gigantesca pianura alluvionale del Mississippi è mossa soltanto dalla regione montuosa degli Ozark e degli Ouachita. Le pianure interne si elevano gradualmente verso ovest in una fascia di altipiani che giungono fino ai piedi delle Montagne Rocciose; si tratta di un grande sistema montuoso formato da una serie di catene e da altipiani elevati, che si frappongono e ostacolano le comunicazioni tra le due coste. La parte più compatta coincide con la Front Range, in Colorado, in prossimità della quale sorge il picco più alto (monte Elbert, 4.399 m), e le Sangre de Cristo Mountains; verso nord i rilievi si aprono in uno dei più vasti altopiani, quello del Wyoming, dominato da grandiosi dorsali: i monti Uinta a sud-ovest, la catena del Wyoming a nord-ovest, Telon Range a nord, che si prolunga ulteriormente nella Bitteroot Range. Il versante occidentale delle Montagne Rocciose digrada verso una serie di altipiani, orlati a loro volta a ovest da una lunga serie di catene a ridosso della costa del Pacifico. I tre principali altipiani sono quelli del Columbia, del Colorado, dal nome dei fiumi che li solcano, e il Gran Bacino, caratterizzato da profonde depressioni (valle della Morte, 86 m sotto il livello del mare) e dalla presenza dei laghi salati (Gran Lago Salato, lago Utah, lago Lahontan). La regione dei bacini interni è chiusa a ovest da una serie di catene parallele: la catena delle Cascate a nord, la Sierra Nevada, dove si erge il monte Whitney (4.418 m) e la catena Costiera lungo la costa, divisa in due dalla valle del Sacramento. A sud degli Stati Uniti il territorio messicano si articola in un'alternanza di catene montuose, a tratti anche imponenti, e di vasti altipiani, di altitudine media superiore ai 1.000 m. Lungo la costa del Pacifico, fronteggiata dalla penisola di California, si eleva la Sierra Madre occidentale (lunga 1.300 km, larga in media 300 km), con altitudine media di 2.000 m, con picchi che raggiungono i 3.500 m. A est della Sierra Madre occidentale si estende un'ampia regione arida (altitudine media 1.500 m) leggermente movimentata da dossi e depressioni, e racchiusa a est dalla Sierra Madre orientale. Questa nel suo complesso è meno elevata della Sierra Madre occidentale, pur raggiungendo con la Pena Nevada i 4.054 metri. L'altopiano messicano è infine chiuso a sud da una serie di coni vulcanici, disposti da ovest a est, di cui alcuni tuttora attivi; i principali sono il Citlaltepetl (5.700 m), il Popocatepetl (5.452 m), l'Ixtacihuatl (5.286 m). La valle del Río Balsas separa la Sierra Madre Central dalla parte più meridionale del paese, dove i rilievi (Sierra Madre del Sur, Sierra Madre de Chiapas) si alternano a regioni pianeggianti e che si protende tra il Golfo del Messico il Mar delle Antille con la penisola della Yucatán, piatta distesa di origine calcarea. Isolate dal nucleo centrale sono le penisole di California, separata dalla parte continentale del paese dal Golfo di California, prevalentemente arida e percorsa da una serie di catene (Cerro de la Encantada, 3.088 m). 
L'America centrale funge da raccordo fra l'America settentrionale e quella meridionale. Essa è attraversata senza sosta da rilievi montuosi, spesso di origine vulcanica, che sono la continuazione degli apparati vulcanici del Messico, con la sola esclusione del tavolato calcareo dello Yucatán che, per natura litologica e morfologia, ricorda la penisola della Florida, Cuba e l'arcipelago delle Bahama. L'America centrale insulare è formata da isole che in parte si trovano sulla piattaforma continentale nordamericana (Bahama), in parte su quella sudamericana (Curaçao, Trinidad, Tobago); per lo più compongono un festone di isole montuose che sono ciò che rimane di una terra che una volta era tutta emersa. 
L'America meridionale ha una struttura morfologica abbastanza semplice, molto simile a quella dell'America settentrionale, di forma triangolare con base diretta a nord, verso il mare delle Antille e all'oceano Atlantico, e il vertice a sud, verso le terre antartiche. Le coste sono meno articolate, senza grandi penisole e senza insenature interessanti, tranne quella del Río de la Plata. Le isole maggiori, poche, sono la Terra del Fuoco a sud, le isole dell'arcipelago cileno lungo la costa pacifica meridionale, Trinidad a nord. Nell'America meridionale si individuano pochi elementi fondamentali: la Cordigliera delle Ande, le pianure centrali e gli altipiani orientali. Le Ande in Bolivia sono rappresentate dalle due catene della Cordigliera orientale e della Cordigliera occidentale. Esse racchiudono un vasto altopiano (altitudine 3.700 metri) ricco di laghi (Titicaca e Poopó i più grandi), spesso salati per il mancato deflusso al mare. La Cordigliera occidentale, formata per lo più da vulcani spenti, ha la sua altitudine massima nel Nevado di Sajama (6.544 metri), mentre la Cordigliera orientale comprende le cime più alte, l'Illimani (6.682 m) e l'Illampú (6.485 m), appartenenti alla cosiddetta Cordigliera Reale che domina il lago Titicaca. I rilievi scendono poi verso le pianure orientali con la Cordigliera di Cochabamba, solcata da profonde valli (yungas). In Perú le Ande si articolano nella successione, in senso longitudinale, da est a ovest, di tre catene: la Cordigliera orientale, la Cordigliera centrale e la Cordigliera occidentale, assai differenziate tra loro. La Cordigliera orientale è imponente a sud, dove si innalzano tra gli altri i monti Auzangate (6.384 m) e Salcantay (6.271 m), mentre verso nord si suddivide in una serie di dorsali minori. Anche la Cordigliera centrale è a sua volta piuttosto irregolare, tranne che nella parte più settentrionale, ed è comunque la catena meno imponente. La Cordigliera occidentale è la più imponente, e costituisce un notevole ostacolo alle comunicazioni tra la costa e l'interno; anche i passi infatti sono situati a quote elevatissime: valga l'esempio del passo di Ticlio, raggiunto dalla ferrovia Lima-La Oroya, la più alta del mondo, posto a 4.829 metri di quota. Infine in Cile le Ande occupano una lunghissima fascia (4.300 km) larga mediamente soltanto 150 km; il territorio è prevalentemente montuoso e comprende alcune delle massime cime dell'America Latina (Aconcagua 6.960 m, Ojos del Salado 6.863 m, Cerro Tupungato 6.550 m). Le alteterre orientali sono costituite dagli altipiani della Guayana e del Brasile, divisi dal bacino del Rio delle Amazzoni. Le basseterre centrali si snodano nei tre grandi bacini dell'Orinoco, situato tra le Ande settentrionali e il massiccio della Guayana, del Rio delle Amazzoni, compreso tra Ande centrosettentrionali e altipiani del Brasile e della Guayana, e del Paraná-Uruguay, connesso a sud con la Pampa e con le terre della Patagonia. 
Clima 
Nell'America settentrionale è determinato da diversi fattori, tra cui latitudine, collocazione dei rilievi, distanza dalle coste, circolazione atmosferica che provoca repentini temporali e cicloni di grande intensità. I rilievi costieri costituiscono una barriera che non permette agli influssi mitigatori del mare di arrivare all'interno, dove le regioni hanno quindi un clima di tipo continentale, con escursioni termiche stagionali considerevoli, fino a 55 °C. Le zone costiere poste a latitudini medie possiedono un clima mite; quelle del golfo del Messico un clima di tipo tropicale. Le regioni all'estremo nord (Canada settentrionale e Groenlandia) hanno invece un clima polare. Le isole dell'America centrale godono di clima tropicale; la zona dell'istmo presenta invece una chiara distinzione in tre zone in cui il clima è influenzato dall'altezza: tierras calientes (terre calde), fino a 600 m, tierras templadas (terre temperate), da 600 a 1.800 m, e tierras frías (terre fredde), oltre i 1.800 m. Nell'America meridionale il clima è determinato dalla posizione della regione che per due terzi è inclusa nella fascia tropicale e per un terzo nella zona temperata australe. La fascia torrida è caratterizzata da un clima caldo umido, con abbondanti piogge lungo le coste caraibiche e nell'Amazzonia; meno frequenti le piogge nel bacino dell'Orinoco e nelle regioni interne dell'altopiano brasiliano. Nella zona delle Ande è l'altezza a definire le zone climatiche e anche a livello dell'equatore consente l'insediamento umano. Al sud la temperatura diminuisce fino ad assumere caratteri subpolari nella Terra del Fuoco. 
Idrografia 
Il Canada è un paese ricco di acque, le grandi conche moreniche costituiscono il bacino di numerosissimi laghi; oltre a quelli che costellano lo Scudo Canadese, numerosi e vasti laghi lungo il confine meridionale con gli Stati Uniti (lago Superiore, Huron, Erie, Ontario) che appartengono in parte anche al Canada. Numerosi anche i fiumi tributari del Pacifico: lo Yukon, il Fraser e il Columbia; il Saskatchewan è immissario del lago Winnipeg, tributari della baia Hudson sono il Churchill e il Nelson. Il San Lorenzo, emissario del lago Ontario, si getta nell'oceano Atlantico in un grande estuario. I fiumi principali degli Stati Uniti si snodano nella zona delle grandi pianure. Il bacino più rilevante è costituito dal sistema Mississippi-Missouri, che porta al golfo del Messico anche le acque di numerosi affluenti, fra i quali il Wisconsin, l'Illinois, l'Ohio, il Tennessee da sinistra, il Platte, il Kansas, l'Arkansas e il Red River da destra. Al Golfo del Messico scendono anche, tra gli altri, il Rio Grande, il Brazos, il Trinity, l'Alabama. I fiumi del versante atlantico hanno sviluppo assai inferiore (Hudson, Potomac, Savannah), ma assumono tuttavia grande importanza economica, sia per la produzione di energia elettrica, che per la navigazione. All'oceano Pacifico scendono il Columbia (cui confluiscono le acque dello Snake e del Willamette), il Sacramento e infine il Colorado, che scorre nel Gran Canyon, spettacolare solco scavato dal fiume, e sfocia nel golfo di California. I laghi sono numerosi; i più estesi sono il Michigan, l'Huron, l'Erie, l'Ontario e il lago Superiore, situati nella sezione nordorientale del paese, dei quali tuttavia solo il primo appartiene interamente agli USA, mentre gli altri appartengono in parte al Canada. In Messico il fiume maggiore è il Río Bravo, lungo più di 3.000 km, che segna gran parte del confine con gli USA; riceve le acque del Río Conchos, del Río Salado e del San Juan, sfociando nel golfo del Messico; l'altopiano è privo di sbocchi e le acque dei fiumi che scendono dai versanti interni delle Sierre formano lagune salate. Dall'Altopiano centrale, dove ci sono numerosi laghi (tra cui quelli di Chapala e di Cuitzco) scendono alle coste del Pacifico il Río Grande di Santiago e il Río Balsas. All'oceano Pacifico tributano inoltre il Magdalena, il Sonora, lo Yaqui, il Río del Fuerte, il Culiacán, il Mezquital, il Tehuantepec. All'oceano Atlantico tributano, oltre il Río Bravo, il Pánuco e l'Usumacinta. 
Nell'America centrale degno di nota è il lago di Nicaragua. 
Anche nell'America meridionale la presenza della Cordigliera delle Ande vicino alla costa pacifica definisce alcune differenze nelle caratteristiche dei fiumi che si dirigono ai due versanti. Quelli che scendono al Pacifico sono corti e di minima importanza; quelli che scorrono verso l'Atlantico, invece, sono molto lunghi e di grande portata, conglobando le acque di oltre 16 milioni di km2. Il fiume maggiore è il Rio delle Amazzoni (6.280 km, con un bacino di 6.120.000 km2) che attraversa la grande pianura alluvionale del Brasile con un corso lento per la debole pendenza (a Manaus a 4.000 km dal mare l'altitudine è inferiore ai 100 m) e sfocia nell'oceano Atlantico con un grande delta. Riceve le acque di molti affluenti sia provenienti da nord, dalla Cordigliera Andina e dal Massiccio della Guayana (Río Negro), sia da sud i corsi d'acqua provenienti ancora dalle Ande e dall'altopiano del Mato Grosso (Purus, Madeira, Tapajós). Il Tocantins ha in comune con il Rio delle Amazzoni soltanto il delta. Nasce invece dall'altopiano del Brasile il San Francisco (2.900 km), navigabile per un lungo tratto, che si getta sulla costa orientale dell'Atlantico e che rappresenta un'importante via di comunicazione; è il fiume più lungo che scorre interamente in territorio brasiliano. Al nord fluiscono il Magdalena e l'Orinoco. L'Orinoco nasce presso il confine meridionale del Venezuela e attraversa interamente il territorio di questo stato disegnando un vasto arco; riceve l'apporto di numerosi affluenti, come il Caura, il Caroni, l'Arauca, l'Apure, e sfocia nell'Atlantico attraverso un vastissimo delta (25.000 kmq2). Il fiume Magdalena (1.550 km) è il più lungo fiume interamente andino dell'intero continente e con il suo affluente Cauca rappresenta la parte principale della struttura idrica della Colombia. Nel sud del continente scorrono l'Uruguay e il Paraná. L'Uruguay traccia il confine fra Uruguay e Argentina; a lui tributano il Cuareim, che segna per un tratto il confine con il Brasile, l'Arapey, il Quenguay, che nascono dalla Cuchilla de Haedo, e il Rio Negro; uno sbarramento a metà circa del suo percorso ha dato origine a un notevole lago artificiale. Il Paraná (4.400 kmq) insieme al suo affluente Paraguay costituisce un'importante via di comunicazione verso l'interno dell'Argentina. Il grande estuario del Rio de la Plata è formato oltre che dal Paraná dai fiumi Pylcomayo e Uruguay (1.600 kmq). Ricchi d'acqua (ma non adatti alla navigazione e all'irrigazione poiché scorrono in gole molto profonde e strette) sono i fiumi patagonici, Río Colorado e Río Negro. Pochissimi sono i bacini lacustri, i principali dei quali sono situati nelle zone intermontane delle Ande, cioè il Titicaca e il Poopó. 
Flora 
La flora dell'America settentrionale ha subito notevoli modificazioni in seguito all'intervento umano. La Groenlandia meridionale e la zona del Circolo polare sono coperte dalla tundra, con la caratteristica presenza di muschi, licheni, erbacee e suffruciti nani; più a sud, in Canada, particolarmente verso il Pacifico, vi sono ampie distese di conifere (pini e abeti), mescolate spesso a latifoglie (betulle, pioppi, faggi americani). Al centro, dove la piovosità è minore, si trovano ampie praterie a Graminacee e steppe in cui sono presenti piante cespugliose e spinose. Nelle zone desertiche, come nelle vicinanze del Lago Salato, la vegetazione è misera, con Xerofile e Succulente nel sud del Messico e Cactacee nell'Arizona. La sponda atlantica è ricca di foreste di aghifoglie (anche sequoie) e latifoglie che cessano negli altipiani intermontani; i canyon sono praticamente privi di vegetazione. Verso il Golfo del Messico la vegetazione diventa tropicale e subtropicale e si riallaccia, verso nord, a quella dell'America settentrionale che, gradualmente, attraverso le Valli del Río San Juan e le isole di Managua e Nicaragua, assume le caratteristiche della vegetazione sudamericana. Questa si presenta molto varia: la zona tropicale, equivalente al bassopiano amazzonico e a parte della Guayana, è caratterizzata dalle selvas, che si estendono a ovest lungo la costa atlantica, tra le foci dell'Orinoco e la zona del Rio delle Amazzoni, e lungo i lati orientali delle Ande, dalla Colombia al Brasile. L'altopiano brasiliano presenta piogge meno abbondanti, mentre il bacino dell'Orinoco è occupato dalla savana a Graminacee e Ciperacee (llanos); le pampas (savane ad alte Graminacee) sono invece presenti in Argentina, Uruguay meridionale e parte del Chaco, e l'arida steppa della Patagonia ospita le araucarie. Una zona più meridionale, in corrispondenza dello stretto di Magellano, presenta foreste di faggi americani, mentre la zona meridionale estrema, collegata alla Terra del Fuoco, ospita solo regioni desertiche a muschi, licheni e piante erbacee igrofile. 
Fauna 
Nell'America settentrionale si trovano bisonti, cervi, alci, orsi e altre specie che vivono anche in Europa, Asia settentrionale e Africa settentrionale. Animali che vivono solo in America sono invece il bue muschiato, il Castor canadensis, alcuni roditori, molti Anfibi tra cui la salamandra-tigre, alcuni Pesci tra cui l'Amia e il Lepidosteus. Nella regione neotropica, cioè America centrale e meridionale, vivono invece scimmie Platirrine, vampiri, Sdentati (armadillo, formichiere), Carnivori (puma, giaguaro), Chinchilla e tapiri. Sulle Ande sono comuni i Camelidi (lama, alpaca, vigogna). Tra i rettili sono comuni talune lucertole velenose; tra gli Uccelli i tucani, i colibrì e gli uccelli mosca. Di caimani e piranha sono ricche le acque. 
Popolazione 
Quando l'America venne scoperta, la popolazione indigena era poca e insediata soprattutto nel Messico, nella regione istmica e sulle alteterre andine. Le popolazioni amerindie del Nordamerica si sono praticamente estinte in seguito alla colonizzazione del paese; gli individui sopravvissuti si sono mescolati con la restante popolazione o sono stati confinati in riserve. Nel sud e nella zona istmica, invece, gli autoctoni sono presenti in numero consistente, in Bolivia costituiscono addirittura la maggioranza della popolazione. Gli europei si insediarono gradualmente fino alla metà del XIX sec., poi il flusso migratorio assunse caratteri più consistenti che si protrassero per circa un secolo: agli americani di origine anglosassone e iberica, andarono ad aggiungersi italiani, francesi, tedeschi e slavi. Grandi masse di persone di colore erano state trasferite dall'Africa, come schiavi, sin dal XVIII sec. Oggi la popolazione dell'America Settentrionale e Centrale è di circa 409 milioni di abitanti, con una densità di 17 ab. per km2. Le condizioni fisiche, climatiche ed economiche determinano la distribuzione della popolazione che risulta piuttosto eterogenea. Groenlandia, Canada e Alaska sono abitate da un numero esiguo di persone, un poco più ragguardevole in Canada con 2 ab. per km2. Vi è un'alta concentrazione nelle isole delle Antille (Trinidad, Tobago, Curaçao), nelle regioni continentali che vivono sull'agricoltura (Puerto Rico, El Salvador, Giamaica, Haiti, Martinica e Guadalupa), negli stati atlantici degli USA caratterizzati da sviluppo agricolo e industriale (Massachusetts, Rhode Island, Connecticut, New York, New Jersey, Maryland). L'urbanesimo è un altro dei fattori che provocano un'alta concentrazione di popolazione; tra le città che con i loro sobborghi raggiungono numeri altissimi di abitanti, vi sono Città del Messico (19 milioni), New York (18 milioni), Chicago (8 milioni), Los Angeles (8 milioni), Detroit (5 milioni), Boston (3 milioni). Il Sudamerica è meno popolato con i suoi 296 milioni di abitanti e una densità di 17 ab. per km2. La ripartizione è più uniforme, con l'eccezione di alcune zone che sono pressoché disabitate (Amazzonia e Mato Grosso in Brasile, Pampa, Patagonia e Terra del Fuoco in Argentina e deserto di Antofagasta in Cile). Gli stati maggiormente abitati, oltre alle Antille, sono Ecuador, Colombia e Uruguay. 
Economia 
I prodotti agricoli principali del centro nord sono costituiti da cereali, di cui USA e Canada sono i maggiori esportatori mondiali, cotone e tabacco, coltivati soprattutto nel bacino inferiore del Mississippi, barbabietole, canna da zucchero, agrumi, mele, pesche e uva. Anche le estese foreste vengono sfruttate, ma solo il Canada è esportatore. Nell'America meridionale l'agricoltura è basata su colture di piantagione, specie caffè e cacao, seguiti da canna da zucchero, tabacco, cotone, banane. Anche qui le foreste sono intensamente sfruttate. L'allevamento è molto diffuso e con un alto livello di specializzazione. In alcune zone dell'America meridionale (Chaco, Pampa, Patagonia) l'allevamento costituisce la principale fonte economica. Il sottosuolo nordamericano è molto ricco di risorse minerarie: il petrolio che ogni anno si estrae, è pari circa a un quarto del totale mondiale; anche ferro (18%), carbone (27%), rame (30%), piombo, zolfo, oro, argento e altri minerali occupano le prime posizioni mondiali. L'industria nordamericana si colloca tra i più alti livelli mondiali. Il settore delle costruzioni aeree e del trasporto aereo è particolarmente florido; l'industria automobilistica, pur attraversando una fase di regressione, continua a mantenere un ruolo preponderante nell'economia americana (30% della produzione mondiale). L'industria metalmeccanica si concentra a sud dei Grandi Laghi; quella alimentare prospera nel bacino del Mississippi; nelle cordigliere occidentali, la ricchezza del sottosuolo ha determinato lo sviluppo dell'industria metallurgica; sul versante del Pacifico prevale invece l'industria legnaria. In Canada prosperano le industrie del legno, della carta e minerarie. Nel Sudamerica l'industria è scarsamente sviluppata e in settori limitati (lavorazione dei metalli, chimico, della trasformazione dei prodotti agricoli e zootecnici). 


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