Enciclopedia

Pòrta, Càrlo (Milano 1775-1821) Poeta dialettale milanese. Di orientamento politico liberale, fu impiegato nell'amministrazione finanziaria dello stato. Nel 1816 aderì alle idee romantiche, che corrispondevano alla sua visione del discorso poetico come spontaneità e rifiuto di pedanteria, in particolare ritraendo nelle sue opere la vita delle classi popolari, meno agiate. Lo strumento di cui Porta si servì magistralmente fu il dialetto milanese, utilizzato comunemente dai suoi personaggi. Nel corso del Novecento la poetica di Porta è stata rivalutata positivamente, sia per quanto concerne la sua abilità puramente poetica, sia per aver saputo ritrarre con un certo realismo la vita della sua società. Tra le sue poesie, pubblicate postume nel 1821 a cura di T. Grossi, sono da ricordare El lavapiatt del Meneghin ch'è mort (1792), I desgrazzi de Giovannin Bongee (1812), Ona vision (1812), On miracol (1813-1814), Olter desgrazzi de Giovannin Bongee (1813), La Ninetta del Verzee (1814), El lament del Marchionn di gamb avert (1816), On funeral (1816), Meneghin biroeu di ex monegh (1819), La nomina del cappellan (1819), La preghiera (1820) e l'incompiuta La guerra di pret. Inoltre sono da citare due componimenti in difesa della sua scelta poetica: I paroll d'on lenguagg (1810) e Il romanticismo (1818). Nei suoi componimenti è possibile leggere la vicenda tragica del proletariato urbano, in balìa di prepotenti, signori, ecclesiastici o militari. 


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