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Shakespeare, William(Stratford-upon-Avon 1564-1616) Poeta e drammaturgo inglese. Nacque probabilmente il 23 aprile 1564 a Stratford on Avon nella contea di Warwick, tra Oxford e Birmingham; sicura è invece la data del battesimo avvenuto il 26 aprile. La sua famiglia apparteneva alla borghesia agiata; il padre, membro della corporazione dei pellai, fu anche sindaco di Stratford; la madre era discendente di una ricca famiglia di possidenti. Nel 1582 William appena diciottenne sposò la ventiseienne Anne Hathaway, probabilmente per riparare a un'imprudenza, visto che sei mesi dopo nacque la prima figlia, Susan. Nel febbraio del 1585 nacquero due gemelli, Hamnet e Judith. Degli anni successivi si ha una scarsa ma sicura documentazione riguardante passaggi di eredità, transizioni finanziarie, compravendita di case e terreni. Nel registro parrocchiale sono annotate la morte di Hamnet nell'agosto 1596, le nozze di Susan nel 1607 e di Judith nel 1616. Più ampia è invece la documentazione della presenza di Shakespeare nell'ambiente teatrale londinese a partire dal 1592; fece parte della maggiore compagnia teatrale del tempo che fu prima sotto la protezione di Elisabetta e poi dal 1603 di Giacomo I con i nomi di Lord Chamberlain's Men e King's Men. La sua presenza nel 1612 in veste di testimone a un processo ci attesta la sua presenza a Londra sino a questa data. La produzione di Shakespeare si estende per un ventennio dal 1590 al 1613. Non è possibile stabilire le date precise dei suoi trentasette drammi, ma solo il rapporto cronologico tra gruppi di drammi. Ci si atterrà alla tabella cronologica di Chambers. 
Nel 1591 Shakespeare scrisse il dramma storico Henry VI (Enrico VI), in tre parti. In questo periodo godette di una buona fama come attore e drammaturgo. Tra il 1592 e il 1594 scrisse il Richard III (Riccardo III), il poemetto Venus and Adonis (Venere e Adone), The taming of the shrew (La bisbetica domata), Titus Andronicus (Tito Andronico), The commedy of errors (La commedia degli errori) e pubblicò il poemetto Lucrece (Lucrezia). I due poemetti, Venere e Adone e Lucrezia, sono opere ricche di immaginazione e perfette nella forma, ma con una scarsa partecipazione umana. Il tema della cortigiana che insidia il giovane inesperto e sessualmente indifferente, perché preso dai suoi interessi sportivi, della Venere e Adone e il tema del libertino che insidia la casta sposa in Lucrezia verranno completamente abbandonati per la mancanza di impostazione drammatica, l'indeterminazione, la leziosità psicologica e la monotonia degli argomenti. Il teatro shakespeariano sarà successivamente caratterizzato dal movimento, dalla ricerca del contrasto, dalla varietà, dal tentativo di fondere la commedia con l'elegia, la tragedia con la farsa. Al contrario le opere drammatiche di questo periodo, l'Enrico VI e il Tito Andronico sono molto più rozze nella forma, discontinue, ma in esse si intravede la viva partecipazione alle passioni dei personaggi, caratteristica dello Shakespeare drammaturgo maturo. In entrambi i drammi il duca di Gloucester è il primo grande personaggio negativo, creato dalla leggenda nera di Riccardo III diffusa nell'età tudoriana. Nel Tito Andronico la galleria di atrocità e il gusto per la deformazione di tipo espressionista hanno fatto in modo che il dramma fosse tra i meno rappresentati. Riccardo III è invece tra i drammi di maggior successo. Le dieci Histories sono raccolte e ordinate secondo l'ordine cronologico degli avvenimenti narrati anche se solo otto formarono una narrazione continua. La prima e l'ultima, La vita e la morte di re Giovanni e La storia illustre della vita di re Enrico VIII, sono indipendenti e formano solo una premessa e una conclusione, trattando del conflitto tra papato e monarchia, argomento ignorato nelle altre otto. Il progetto di Shakespeare era quello di comporre un affresco storico di tre secoli e mezzo di storia inglese, dal regno di Giovanni senza Terra (1119-1216) a quello di Enrico VIII (1509-1547). Questo non avvenne perché Shakespeare si dedicò alla composizione di drammi di altro genere quali l'Amleto, Giulio Cesare, Come vi piace, Dodicesima notte, Otello, Re Lear, Macbeth, Antonio e Cleopatra. Gli otto drammi storici, Riccardo II, Enrico IV, in due parti, Enrico V, Enrico VI, in tre parti e Riccardo III, sono diversi tra loro per struttura, stile e umore. Questo periodo si concluse intorno al 1595 con la composizione di due commedie: Two Gentlemen of Verona (Due gentiluomini di Verona) e Love's labours lost (Pene d'amor perdute), nelle quali compaiono le prime estasi liriche. 
A questa prima fase sperimentale seguì una fase lirica che portò alla composizione dei primi capolavori: la tragedia Romeo and Juliet (Romeo e Giulietta), il dramma storico Richard II (Riccardo II) e la commedia fantastica A midsummer-night's dream (Sogno di una notte di mezza estate). In queste opere Shakespeare utilizza il blank verse, la pentapodia giambica senza rime. La prima e la seconda non sono tragedie vere e proprie: lo sfortunato amore dei giovani veronesi, l'incapacità politica di Riccardo e il suo lasciarsi morire colgono i riflessi lirici della situazione ma non il vero prezzo umano pagato. In Romeo e Giulietta Shakespeare tenta di fondere lo stile e la ferocia del Tito con lo stile e la grazia delle Pene d'amor perdute. Romeo e Giulietta è una commedia che trascina e commuove lo spettatore, anche se la sua freschezza, la sua grazia e i suoi effetti sono molto più calcolati che sentiti come passioni. Nel Sogno di una notte di mezza estate Shakespeare intreccia tra loro ben cinque storie, ciascuna delle quali indipendente: le nozze di Teseo e Ippolita come cornice, la storia di Oberon e Titania come intermezzo, la duplice coppia di Ermia e Demetrio e d'Elena e Lisandro intrise di nostalgie sentimentali e Quince e Bottom. In questa opera lo spettatore viene catturato non tanto dalle storie delle coppie ma dai rapporti di questi con il mondo fantastico di elfi, folletti, fate e spiriti. La storia di Riccardo II, semplice e lineare, ha per oggetto il poeta e letterato Riccardo che si trova a dover affrontare problemi per lui di scarso interesse quali l'amministrazione e il governo di un paese in grave crisi. Riccardo riconosce la propria sconfitta davanti al cugino con grande dignità. Nel 1596-1597 Shakespeare scrisse The merchant of Venice (Il mercante di Venezia) e l'anno successivo la seconda parte di un nuovo dramma storico, Henry IV (Enrico IV). In queste due opere si trovano i primi grandi personaggi: Shylock e Falstaff. Qui il poeta abbandona il distacco tipico della fase lirica e guarda senza veli alla realtà, anche se ripugnante. Entrambi i personaggi sono una contraddizione: Shylock è contemporaneamente tiranno e vittima, sacrificante e sacrificato, spaventoso per crudeltà e tenero nel dolore davanti al tradimento degli affetti più puri. Nessun altro personaggio sarà crudele come Shylock, ma a nessun altro Shakespeare tenterà di dare una giustificazione per il suo comportamento. Al termine del Mercante di Venezia non si sa se parteggiare per Shylock o per Antonio, il mercante cristiano, l'uno caratterizzato da una crudeltà troppo giustificata, l'altro da una mitezza troppo infida. Allo stesso modo Falstaff, che non ha alcun pudore nel compiere qualsiasi azione bassa e vile, viene sempre perdonato per la sua simpatia e il suo candore. È un fanciullo tristemente invecchiato, attratto da ogni sorta di vizio, da quelli della carne al furto e alla menzogna, ma sempre spinto dalla sua indole senza alcuna malizia. Nell'Enrico IV i personaggi vengono visti nei loro atteggiamenti quotidiani e come nella vita reale, i colpi di scena avvengono casualmente, senza rispettare le leggi di un ritmo compositivo. Falstaff comparirà anche nell'opera che continua la storia di Enrico IV, l'Enrico V (1599). In questo dramma Falstaff non appare mai sulla scena e muore di crepacuore per abbandono. Visto il successo del personaggio Shakespeare lo fece resuscitare e diventare il protagonista della farsa le Allegre comari di Windsor (1601), ma con scarsi risultati. Agli anni dal 1599 al 1601 appartengono un importante gruppo formato da due tragedie, Julius Caesar (Giulio Cesare) e Hamlet (Amleto), e tre commedie As you like it (Come vi piace), Much ado about nothing (Molto rumore per nulla), Twelfth night (La dodicesima notte) e The merry wives of Windsor (Le allegre comari di Windsor). Giulio Cesare, opera di chiara moralità politica, tratta dell'ansia di libertà del protagonista Bruto. Shakespeare in questa opera mostra il suo nuovo modo di intendere la storia, non più come un insieme di avventure ma un susseguirsi di esperienze quotidiane. Shakespeare non descrive Bruto come un traditore, un ribelle o un rivoluzionario ma come il messaggero dell'idea di libertà; Giulio Cesare che rifiuta e tenta di soffocare questa idea è il traditore contro il quale Bruto si arma. Le tre commedie di questo periodo, tra i maggiori testi della lirica inglese, sono fondate sull'atmosfera e le soluzioni liriche, tralasciando l'intreccio; nuova importanza viene data all'analisi psicologica. Proprio all'inizio del nuovo secolo Shakespeare compose l'Amleto, una delle sue opere più fortunate, alla quale sono state date nel corso del tempo le interpretazioni più varie. Già con il rovesciamento dei valori rappresentato nel Giulio Cesare, Shakespeare aveva manifestato la crisi presente per il passaggio da un secolo all'altro, ma qui sono presenti anche i cambiamenti più intimi nell'animo del poeta. A partire dai primi anni del Seicento il protagonista dei drammi di Shakespeare non è più un personaggio inventato o autobiografico, ma il lettore e lo spettatore in teatro. Proprio per questo motivo l'Amleto è così difficile da capire sino in fondo: il protagonista si presenta in tanti modi quanti sono i suoi lettori e ogni lettore è diverso ogni qualvolta si avvicina al dramma. Tra il 1601 e il 1605 Shakespeare compose Troilus and Cressida (Troilo e Cressida), Measure for measure (Misura per misura) e All's well that ends well (Tutto è bene quel che finisce bene). Queste tre opere sono improntate da un cupo pessimismo, alternando l'umore tragico a quello comico. Misura per misura, basata su una novella di Giambattista Giraldi Cinthio, narra la storia di un duca che si esilia da Vienna per poi rientrarvi travestito da frate per sorvegliare quanto avviene. Il protagonista ben rappresenta il poeta di teatro che manovra i vari personaggi secondo i propri desideri. 
Dopo queste tre commedie nere Shakespeare ritrovò una vena creativa che lo portò tra il 1604 e il 1607 alla composizione dei suoi drammi maggiori: Othello, the moor of Venice (Otello, il moro di Venezia), King Lear (Re Lear), Macbeth, Antony and Cleopatra (Antonio e Cleopatra). Nell'Otello, erroneamente definita la tragedia della gelosia, Shakespeare mette in scena l'esito tragico dell'amore del generale moro Otello per la bianca Desdemona, per opera del perfido alfiere Iago che riesce con la sua superiorità intellettuale a bloccare qualsiasi attività razionale del generale e a scatenare in lui la follia. Solo la morte placherà la dura lotta tra l'istinto e la ragione. Qui viene toccato per la prima volta l'argomento della natura metafisica del male, tema che si ritroverà anche nel Macbeth e in Re Lear; ma mentre in queste ultime sarà indagato nella sua commistione con le forze naturali e gli impulsi umani, nell'Otello la forza del male viene rappresentata allo stato puro, derivante dall'inconscio. La figura di Iago, così feroce, senza alcun impulso umano, non ha alcun bisogno di ricorrere alla poesia per mostrare la sua vera essenza. Nel Macbeth Shakespeare analizza i temi della degradazione, dell'innocenza perduta, della purezza violata, della scelta del proprio destino. Il protagonista di animo onesto e leale viene dominato dalle decisioni della moglie. Macbeth per ambizione decade dalla sua purezza compiendo un delitto, seguito da una serie di altri delitti, tra i quali quello dell'amico Banquo e di un fanciullo, per tenere nascosto il primo. Macbeth e la moglie hanno animo regale e capacità di sostenere la loro orrenda posizione; proprio nel sentirsi decadere dalla loro posizione consiste la tragedia. Prima Lady Macbeth e poi il marito soccombono alla follia e alla morte. In Re Lear Shakespeare tocca il livello più alto di profondità nell'analisi delle situazioni umane e la forma più alta di eloquenza dell'espressione poetica. Lear affronta il dolore umano provando una pena che può sfociare solo nella pazzia. Per esprimere questo doloroso travaglio il poeta dovette utilizzare un linguaggio particolare e inusitato, compiendo così in campo letterario il suo esperimento più audace. Particolare è la figura del fool, il pazzo buffone di corte di Lear che nelle sue strazianti canzoni riflette il dolore del re e l'ombra dei suoi errori umani. In Antonio e Cleopatra, come già in Romeo e Giulietta, tutto ruota intorno alla passione e all'amore della coppia. La passione qui non è solo pura dedizione ma un insieme di rituali ed effetti che esasperarono l'estasi di questo sentimento. Con questa tragedia si concluse il periodo di maggiore ispirazione del drammaturgo, anche se i due drammi successivi, Coriolanus (Coriolano) (1607-1609) e Timon of Athens (Timone d'Atene) (1605-1608?) contengono pagine di grande forza morale e drammatica. Nel 1609 vennero pubblicati senza l'autorizzazione di Shakespeare i Sonetti, una raccolta di sonetti e liriche composti in vari periodi. Con essi Shakespeare interroga la memoria per ricordare le occasioni di dolore. In appendice ai sonetti venne pubblicato Il lamento dell'innamorata, mediocre storia incompiuta di una fanciulla sedotta e abbandonata dall'amante. Tra le opere non drammatiche di Shakespeare va ricordato anche il poemetto La fenice e la tortora (1601) pubblicato in una raccolta di versi di Robert Chester che si proponeva di rappresentare allegoricamente la fedeltà dell'amore e il destino di lealtà della fenice e della tortora. Nell'ultimo periodo della sua vita Shakespeare perdette parte della sua creatività, pur continuando a comporre avventure fiabesche nel regno della fantasia, nelle quali fa uso di una fitta rete di simboli attraverso i quali rivedere la storia umana e la propria di uomo e artista: Pericles prince of Tyre (Pericle principe di Tiro) nel 1608-1609, Cymbeline (Cimbellino) nel 1609-1610, The winter's tale (Il racconto d'inverno) 1610-1611 e The tempest (La tempesta) 1611-1612. Nel Racconto d'inverno si manifesta di nuovo l'arte di ritrattista di Shakespeare. Nella Tempesta il poeta raggiunse il punto più alto nella creazione dei personaggi di Ariel e Caliban e del loro rapporto. Nel 1613 Shakespeare scrisse l'ultima sua opera, The famous history of the life of Henry VIII (Enrico VIII), dramma di storia nazionale a coronamento del suo disegno giovanile, opera trascurata dai critici. Fece quindi ritorno a Stratford on Avon ove il 25 marzo 1616 fece testamento e circa un mese dopo, il 23 aprile, morì. 


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