Enciclopedia

Avaro, L' Commedia in cinque atti, in prosa, di Molière (1668). Ispirata all'Aulularia di T. M. Plauto (250 a. C. ca.-184 a. C.), ne rielabora autonomamente scene e caratteri. Mentre nell'autore latino tutto il lavoro è finalizzato al puro divertimento dello spettatore senza alcun intento di natura educativa e senza alcuna critica sociale, in Molière la commedia svolge la funzione di critica della concezione autoritaria corrente che faceva sì che fossero i genitori a combinare i matrimoni dei propri figli, spesso contro la volontà di questi. Per Molière, il matrimonio è una cosa santa e sacra (Précieuses ridicules, scena quarta) che deve essere per la donna una scelta di gioia e non di rinuncia. Si tratta di una scelta che determina la felicità o infelicità per tutta la vita. Perciò, gli sposi devono essere assortiti, per età, umore e sentimenti. 
È un pregevole esempio di commedia di carattere, che delinea il comportamento un uomo ossessionato dall'avidità e dall'avarizia. Il protagonista Harpagon, avaro e usuraio spietato quando si tratta dei suoi affari, terrorizza anche i suoi figli Cleante ed Élise, soprattutto combinando matrimoni vantaggiosi per lui, ma completamente male assortiti. La commedia è a lieto fine: gli innamorati si sposano e l'avaro recupera il suo denaro. La commedia rappresenta anche un'immagine della società borghese del XVII secolo in Francia. La comicità si basa essenzialmente su malintesi, doppi sensi e sulla farsa. 
Avaro, L' Film farsa, italiano (1990). Regia di Tonino Cervi. Interpreti: Alberto Sordi, Laura Antonelli, Valerie Allain. 


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