Enciclopedia

Sèneca, Lùcio Annèo (Cordoba 4 a. C.-Roma 65 d. C.) Filosofo, poeta, oratore latino. Figlio di Seneca il Vecchio dopo la nomina a senatore fu condannato all'esilio in Corsica (41-49 d. C.) dall'imperatore Claudio. Ritornato a Roma divenne precettore e maestro di Nerone, diresse la politica imperiale cercando di sottrarre l'imperatore all'influenza della madre Agrippina. Sospettato di complicità nella congiura dei Pisoni, fu condannato a morte, ma preferì uccidersi tagliandosi le vene. Come filosofo seguì lo stoicismo, mostrando spiccato interesse per i problemi morali. Tra le sue opere, De constantia sapientis, De vita beata, De otio, De tranquillitate animi, Naturales quaestiones, Epistulae morales. Come scrittore è stato definito il più moderno della letteratura latina, le sue nove tragedie sono le uniche rimaste del teatro romano, Hercules furens, Troades, Medea, Phaedra, Oedipus, Agamennon, Thyestes, Hercules Oetaeus. Scrisse anche una satira contro Claudio con il titolo Apokolokyntosis. 


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