Punti di interesse turistico della regione Lazio

CategoriaPalazzo
TitoloCasa Platoni, Farnese
Indirizzo
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Periodosec. XVI, terzo quarto
DescrizioneCitata nei documenti d’archivio come “casa del Platonio”, dal patronimico dei due proprietari, i fratelli Muzio e Scipione Platoni, l’edificio fu costruito con la supervisione dell’architetto Sallustio di Bernardino da Siena entro il 1571. Il 28 agosto di quell’anno furono infatti incaricati i due periti mastro Fantasia e Gerolamo da Valentano per stimare la fabbrica. Il palazzo, su quattro livelli, si affaccia su un asse stradale in forte pendenza, l'attuale Corso Vittorio Emanuele III, che ha determinato un considerevole sfasamento dei piani. Mostra una semplice facciata scompartita da cornici marcapiano in peperino e finestre, rettangolari ai piani inferiori e ovali al piano sottotetto, anch’esse incorniciate in peperino. Unico elemento architettonico di una certa qualità è il portale principale, di accesso al piano rialzato, chiaramente ispirato, seppure in forma ridotta e semplificata, a quello del palazzo Farnese di Caprarola. Esso mostra infatti la medesima struttura, con la distinzione modulare del registro inferiore e dell’attico, la dove compaiono metope decorate con gigli Farnese a rilievo, e l’impiego del bugnato a conci lisci. In questo senso si inserisce nell’ampia casistica di quella committenza indotta, caratterizzata dall’adozione di soluzioni formali, desunte dalle fabbriche di diretta committenza farnesiana, ampiamente diffusa nei territori ducali tra XVI e XVII secolo (S.E. Anselmi 2007, p. 126). Nella porzione muraria tra l’attico del portale e un balconcino al piano primo, è murato uno stemma gentilizio, scolpito in peperino, forse appartenente alla famiglia Platoni, o forse alla famiglia Platì, succeduta, già entro la prima metà del XVII secolo, nella proprietà del palazzo (Giovan Pietro Crescenzi 1639, p. 105). Un secondo portale posto nella zona più a monte del medesimo prospetto principale, che mostra ancora oggi l’originale grata in ferro, decorata con giglio Farnese, inserita nella luce ad archivolto sopra il portone, denuncia nelle sue forme architettoniche la preesistenza di una fabbrica risalente alla prima metà del XVI secolo ad evidenza inglobata nel progetto di ampliamento del 1571.

Fonte dei dati: Filas | Distretto Tecnologico della Cultura - futouring.eu
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