Punti di interesse turistico della regione Lazio

CategoriaCastello
TitoloCastello della Badia, Vulci
Indirizzo01011 Lazio Viterbo 107 strada provinciale
Plus codes8FJHCMRM+9J
Periodosecc. XII-XVI
DescrizioneUn documento dell'809 attesta che due nobili longobardi, Faulo e Autari, fecero costruire presso il ponte di origine etrusca sospeso sul fiume Fiora la chiesa abbaziale di S. Mamiliano donandola all’Abbazia di Farfa, possedimento che ha lasciato memoria di sé memoria nell’attuale toponimo. La leggenda vuole che l’abbazia fosse rasa al suolo nel 964 durante la distruzione di Vulci ad opera dei Saraceni, ma numerosi documenti continuano a citarla tra i possedimenti della Chiesa. I Cistercensi la riedificarono nel XII secolo in forma di fortilizio, a cui si aggiunsero numerosi ampliamenti in epoche successive, fino ad assumere l’aspetto attuale: il complesso, costituito da un maschio svettante e da mura di cinta munite di quattro torri semicircolari, è realizzato in conci di trachite locale. Nel XIII secolo il castello, forse di proprietà dei Templari, divenne un importante centro di assistenza per i pellegrini e accanto ad esso sorse un piccolo borgo abitato nel 1313 da 96 famiglie. La rocca fu oggetto di contesa tra gli Aldobrandeschi, i Di Vico e il Comune di Orvieto, e nel 1421 fu concessa ad Angelo Tartaglia da Lavello conte di Tuscania che dopo pochi mesi fu però condannato dal papa per tradimento e condannato alla decapitazione. Nel 1430 fu quindi assegnata a Ranuccio Farnese. Nel 1513 fu ceduta in investitura perpetua al cardinale Alessandro Farnese, il quale amava soggiornarvi: fu lui probabilmente a commissionare la costruzione del corpo di fabbrica oggi sede del Museo. Dal 1537 divenne parte del Ducato di Castro e al crollo di esso (1649) fu reintegrata nei possedimenti della Camera Apostolica. Nel 1808 l’area fu acquistata da Luciano Bonaparte e dal 1853 fu proprietà di Alessandro Torlonia. Nel corso dell’Ottocento il fortilizio fu anche sede della dogana pontificia. Dopo decenni di abbandono nella metà degli anni ‘60 la rocca è stata acquisita dallo Stato Italiano e dopo accurati restauri nel 1975 è stata destinata a sede del Museo Archeologico Nazionale di Vulci.

Fonte dei dati: Filas | Distretto Tecnologico della Cultura - futouring.eu
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