Punti di interesse turistico della regione Lazio

CategoriaPOI
TitoloTarquinia - Tomba dell’Orco I, II, III
Indirizzo
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Periodo
DescrizioneIn origine la Tomba dell’Orco I e la Tomba dell’Orco II erano due tombe a camera unica, affiancate e non comunicanti: la prima risale a un periodo tra il 370 e il 350 a. C., la seconda agli anni finali dello stesso secolo. Nel corso del III secolo a. C. venne realizzata la Tomba dell’Orco III, tagliando le due preesistenti, modificandone l’assetto e mettendole in comunicazione. La decorazione pittorica della Tomba dell’Orco I risulta decisamente pregiudicata per quanto riguarda la parete sinistra, interessata dal passaggio della Tomba dell’Orco III; sulla parete destra si individua una scena di banchetto con Velia, di cui si conserva il volto abbellito da preziosi oggetti di oreficeria, e Arnth Velcha; per analogia si suppone che anche sulla parete sinistra, fosse riprodotta una scena di banchetto. Nella parete di fondo, sulla destra, campeggia Charun, divinità mostruosa dell’oltretomba; nel loculo aperto nella stessa parete si notano i resti di una scena di banchetto con la presenza di Ravnthu Tefrinai, adagiata su una kline riccamente addobbata; accanto alla donna vi era un uomo, ora non più visibile, mentre un secondo uomo, barbato, è ancora individuabile. La scena è completata da due figure di dimensioni minori, in piedi davanti ai banchettanti, forse dei servi; delle iscrizioni poste sia sulla kline e l’altra, più lunga, al di sopra del triclinio, hanno fornito elementi sufficienti a M. Torelli per condurre l’interessante comparazione con gli Elogia Tarquiniensia.La tomba dell’Orco II propone figure eroiche e mitologiche di derivazione greca unite ad entità dell’oltretomba etrusco: sulla parete di fondo la coppia sovrana dell’al di là greco, formata da Persefone ed Ade, è accompagnata da Gerione, con scudo e lancia e Cerbero a guardia dell’ingresso degli inferi, ma non mancano elementi tipici dell’iconografia tirrenica, come l’essere alato con capelli serpentiformi. Sulla parete d’ingresso si intravede il nome di Sisifo, condannato a spingere un macigno lungo una salita dalla quale rotola sempre verso il basso; altri frammenti della decorazione dipinta sono riconducibili all’ingresso nell’Ade del titolare della tomba. Altre figure eroiche greche dovevano essere raffigurate sulla parete destra: se la presenza di Achille ed Ulisse è ipotizzata, sono sicure le raffigurazioni di Tiresia, Agamennone ed Aiace. Sulla parete destra si ha un’interessante commistione di motivi iconografici: l’eroe greco Teseo, seduto presso una roccia, di fronte al quale campeggia la mostruosa figura del dio etrusco Tuchulcha; la scena restituisce anche le figure di due giovani, forse Thanathos e Hypnos. I frammenti di questo ciclo pittorico, datati intorno al 320 a. C., sono collegabili al tema dell’eroizzazione del defunto. La decorazione della Tomba dell’Orco III si limita ad una scena conservata sulla parete di fondo: l’accecamento di Poliremo: anche qui si è scelto di eroizzare il defunto, ma l’esecuzione dell’affresco conservatosi nella Tomba dell’Orco III è piuttosto rozza, stilisticamente lontana da quanto si vede nella Tomba dell’Orco II.

Fonte dei dati: Filas | Distretto Tecnologico della Cultura - futouring.eu
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