Opere d'arte in Lombardia

Codice scheda1m020-00072
Numero catalogo generale00177854
Ente schedatoreR03/ Musei Civici di Como
Gruppo oggettipittura
Definizione oggettodipinto
Numero oggetti
Categoria generale soggettosacro
Identificazione soggettoMadonna||Virgo advocata
Titolo soggetto
Nome provinciaComo
ComuneComo
Tipologia edificio di collocazionepalazzo
Qualificazione edificio di collocazionecomunale
Denominazione edificio di collocazionePalazzo Volpi
Denominazione spazio viabilistico (indirizzo edificio di collocazione)Via Diaz, 84
Denominazione struttura conservativa - livello 1 (nome istituto di conservazione)Musei Civici di Como
Denominazione struttura conservativa - livello 2 (nome istituto di conservazione)Pinacoteca civica
Tipologia struttura conservativamuseo
Denominazione collezione di appartenenza dell'oggettoCollezione Galli di Rondineto
Secolo (datazione dell'oggetto)sec. XV
Frazione di secolo (datazione dell'oggetto)metà
Da (datazione dell'oggetto)1450 post
A (datazione dell'oggetto)1460 ante
Autore/Nome sceltoBaco Jacomart
Ente collettivo/Nome scelto
Dati anagrafici/Periodo di attività dell'autore1411 ca.-1461
Riferimento all'autoreattribuito
Denominazione ambito culturale
Riferimento all'intervento
Materia e tecnicaolio su tavola
Unità di misura
Altezza57.3
Larghezza38.9
Profondità
Diametro
Lunghezza
Descrizione oggettoLa Madonna è raigurata a mezzo busto, leggeremente girata di tre quarti, con lo sguardo rivolto verso il riguardante. Indossa un ampio velo bianco. La tavola è a ondo oro con decorazioni punzonate a motivi vegetali nella zona dell'aureola. In basso è dipinto un cartiglio con l'iscrizione: Ave Maria Gra[tia] Plena. Sul retro della tavola è abbozzata una scena di diicile decirazione con una igura maschile circondata da sagome nere.
Notizie storico-criticheIl dipinto entra nelle collezioni civiche di Como attraverso la donazione di Giovanni Antonio Galli di Rondineto del 905. Nell'elenco delle opere donate al Museo di Como risulta che la tavola indicata al n. 8 come Ritratto di monaca; scuola del '400; autore ignoto u acquistata in Spagna. Esposta come opera di ignoto iammingo del XV secolo alla Mostra di pittura sacra di Como del 945-946 nel 953 u presentata come opera di ignoto pittore spagnolo alla mostra di Messina dedicata ad Antonello al quale venne avvicinata sulla base delle analogie con la cosiddetta S. Eulalia Vergine leggente del pittore siciliano nella collezione orti Antonello da Messina 953 p. 36. Recensendo la mostra di Messina Roberto Longhi Longhi 953 pp. 22-23 segnalò i rapporti stilistici tra il dipinto di Como e le clarisse raigurate nella tavola di Colantonio con S. rancesco che consegna la regola databile al 444-445 Napoli Museo Nazionale di Capodimonte. La Castelranchi Vegas Castelranchi Vegas 966 p. 56 riprendendo tale osservazione ha assegnato la tavola comasca a un maestro iberico-napoletano mentre erdinando Bologna Bologna 977 pp. 89-90 ne ha proposto con decisione l'attribuzione alla ase giovanile di Antonello da Messina. Un rierimento che non ha trovato accoglienza unanime negli studi spingendo Pier Luigi De Vecchi a ribardirne il rierimento all'area valenzana sottolineandone le componenti linguistiche che caratterizzano il modo di iltrare e interpretare i modelli iamminghi proprio di opere dipinte da maestri valenciani nel corso del quinto decennio del Quattrocento De Vecchi 98 p. 26. Anche la Castelranchi Vegas ha visto nell'opera comasca un'accentuazione iberica più schietta rispetto alla produzione di Antonello Castelranchi Vegas 998 80. In questo ambito ha riscosso un credito sempre maggiore presso gli studiosi l'attribuzione al pittore valenciano Jacomart Baco pittore di corte di Alonso I d'Aragona a Napoli con il quale u a contatto lo stesso Antonello da Messina. Con tale attribuzione la tavola è stata esposta alla mostra El Renacimiento Mediterraneo curata da Mauro Natale presso il Museo Thyssen-Bornemisza di Madrid nel 200 Natale-Toscano 200 pp. 323-328 n. 46. Il rierimento all'ambito igurativo valenzano è stato conermato anche negli ultimi studi sul pittore Lucco 2006 p. 26 n. ; Lucco 20 p. 42 che hanno assegnato il dipinto alla produzione di Jacomart Baco e dell'allievo Pere Joan Reixac all'inizio del sesto decennio del Quattrocento. Il rierimento attributivo ad Antonello da Messina è stato tuttavia ribadito da erdinando Bologna in occasione dell'esposizione della tavola alla mostra monograica sul pittore messinese svoltasi presso il MART di Rovereto nel 203-204 Bologna-De Melis 203 pp. 0-. Per quanto riguarda l'iconograia del dipinto studi recenti hanno rilevato come l'età non giovanile mostrata dal volto della Vergine e il copricapo da lei indossato tipico delle donne maritate consentano di mettere in dubbio l'identiicazione iconograica tradizionale di Madonna annunciata e spingano piuttosto a interpretarla come Virgo advocata cioè una Madonna che intercede per la concessione delle grazie Schmidt-De Vries 2002.
Data stato di conservazione1979||2000||2014
Stato di conservazionediscreto||buono
Condizione giuridicaproprietà Ente pubblico territoriale
Data compilazione1979
Nome compilatoreDe Vecchi P. L.
Specifiche ente schedatore
Referente scientifico compilazione
Funzionario responsabile compilazioneCasati Letizia||Maderna Valentina
Data trascrizione2000
Nome trascrittoreVirgilio Giovanna
Ente trascrittore
Data aggiornamento2014||2000
Nome aggiornatoreVanoli Paolo||Virgilio G.
Ente aggiornatoreCO
Funzionario responsabile aggiornamento


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