Legge Ordinaria n. 296 del 27/12/2006 G.U. n. 299 del 27 Dicembre 2006 (suppl.ord.)
Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato ( legge finanziaria 2007 )
  La  Camera  dei  deputati  ed  il  Senato  della  Repubblica  hanno
approvato; 
 
                   IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 
 
                              Promulga 
 
la seguente legge: 
 
                               Art. 1 
 
  1.  Per  l'anno  2007,  il  livello  massimo  del  saldo  netto  da
finanziare e' determinato in termini di competenza in 29.000  milioni
di  euro,  al  netto  di  12.520  milioni  di  euro  per  regolazioni
debitorie. Tenuto conto delle operazioni di rimborso di prestiti,  il
livello  massimo  del  ricorso  al   mercato   finanziario   di   cui
all'articolo 11 della legge 5  agosto  1978,  n.  468,  e  successive
modificazioni, ivi compreso l'indebitamento all'estero per un importo
complessivo non  superiore  a  4.000  milioni  di  euro  relativo  ad
interventi non considerati nel bilancio di previsione per il 2007, e'
fissato, in termini di competenza, in 240.500  milioni  di  euro  per
l'anno finanziario 2007. 
 
  2. Per gli anni 2008 e 2009, il livello massimo del saldo netto  da
finanziare del bilancio pluriennale a  legislazione  vigente,  tenuto
conto  degli  effetti   della   presente   legge,   e'   determinato,
rispettivamente, in 26.000 milioni di euro ed in  18.000  milioni  di
euro, al netto di 8.850 milioni di euro per gli anni 2008 e 2009, per
le regolazioni debitorie; il livello massimo del ricorso  al  mercato
e' determinato, rispettivamente, in 214.000 milioni  di  euro  ed  in
208.000 milioni di euro. Per il  bilancio  programmatico  degli  anni
2008 e 2009, il livello massimo del  saldo  netto  da  finanziare  e'
determinato, rispettivamente, in 19.500 milioni di euro ed in  10.500
milioni di euro ed il livello  massimo  del  ricorso  al  mercato  e'
determinato, rispettivamente,  in  208.000  milioni  di  euro  ed  in
200.000 milioni di euro. 
 
  3. I livelli del ricorso al mercato di  cui  ai  commi  1  e  2  si
intendono al netto delle operazioni effettuate al fine di  rimborsare
prima della scadenza  o  ristrutturare  passivita'  preesistenti  con
ammortamento a carico dello Stato. 
 
  4. Le maggiori entrate tributarie che  si  realizzassero  nel  2007
rispetto alle previsioni sono prioritariamente destinate a realizzare
gli obiettivi di indebitamento netto delle pubbliche  amministrazioni
e  sui  saldi  di  finanza  pubblica  definiti   dal   Documento   di
programmazione economico-finanziaria 2007-2011. In  quanto  eccedenti
rispetto a tali obiettivi, le eventuali  maggiori  entrate  derivanti
dalla lotta all'evasione fiscale sono destinate, qualora  permanenti,
a riduzioni della  pressione  fiscale  finalizzata  al  conseguimento
degli obiettivi di sviluppo ed equita'  sociale,  dando  priorita'  a
misure  di  sostegno  del  reddito  di  soggetti  incapienti   ovvero
appartenenti alle fasce di reddito piu' basse,  salvo  che  si  renda
necessario assicurare la copertura finanziaria di interventi  urgenti
ed imprevisti necessari per fronteggiare  calamita'  naturali  ovvero
improrogabili esigenze connesse con la  tutela  della  sicurezza  del
Paese. 
 
  5. Entro il 30 settembre di ogni anno, il Ministro dell'economia  e
delle finanze presenta al Parlamento una relazione  che  definisce  i
risultati  derivanti  dalla  lotta  all'evasione,  quantificando   le
maggiori entrate permanenti da destinare a riduzioni della  pressione
fiscale ai sensi del comma 4. 
 
  6. Al testo unico delle imposte sui redditi, di cui al decreto  del
Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n.  917,  e  successive
modificazioni, sono apportate le seguenti modificazioni: 
    a) all'articolo 3, relativo alla base imponibile, al comma 1,  le
parole: ", nonche' delle deduzioni effettivamente spettanti ai  sensi
degli articoli 11 e 12," sono soppresse; 
    b) l'articolo 11 e' sostituito dal seguente: 
    "Art. 11. - (Determinazione dell'imposta). - 1.  L'imposta  lorda
e' determinata applicando al  reddito  complessivo,  al  netto  degli
oneri deducibili indicati nell'articolo 10, le seguenti aliquote  per
scaglioni di reddito: 
    a) fino a 15.000 euro, 23 per cento; 
    b) oltre 15.000 euro e fino a 28.000 euro, 27 per cento; 
    c) oltre 28.000 euro e fino a 55.000 euro, 38 per cento; 
    d) oltre 55.000 euro e fino a 75.000 euro, 41 per cento; 
    e) oltre 75.000 euro, 43 per cento. 
  2. Se alla formazione del reddito complessivo  concorrono  soltanto
redditi di pensione non superiori a 7.500 euro, goduti  per  l'intero
anno, redditi di terreni per un importo non superiore a 185,92 euro e
il reddito dell'unita' immobiliare adibita ad abitazione principale e
delle relative pertinenze, l'imposta non e' dovuta. 
  3. L'imposta netta e' determinata operando sull'imposta lorda, fino
alla concorrenza del suo  ammontare,  le  detrazioni  previste  negli
articoli 12, 13, 15 e 16 nonche' in altre disposizioni di legge. 
  4. Dall'imposta netta si detrae l'ammontare dei  crediti  d'imposta
spettanti al contribuente a norma dell'articolo 165.  Se  l'ammontare
dei crediti d'imposta e' superiore a  quello  dell'imposta  netta  il
contribuente ha diritto, a sua scelta, di  computare  l'eccedenza  in
diminuzione dell'imposta relativa al periodo d'imposta  successivo  o
di chiederne il rimborso in sede di dichiarazione dei redditi"; 
    c) l'articolo 12 e' sostituito dal seguente: 
    "Art.  12.  -  (Detrazioni  per  carichi  di  famiglia).   -   1.
Dall'imposta lorda si detraggono per carichi di famiglia  i  seguenti
importi: 
    a) per il coniuge non legalmente ed effettivamente separato: 
     1) 800 euro, diminuiti del prodotto tra  110  euro  e  l'importo
corrispondente al rapporto fra reddito complessivo e 15.000 euro,  se
il reddito complessivo non supera 15.000 euro; 
     2) 690 euro, se il reddito complessivo  e'  superiore  a  15.000
euro ma non a 40.000 euro; 
     3) 690 euro, se il reddito complessivo  e'  superiore  a  40.000
euro ma non  a  80.000  euro.  La  detrazione  spetta  per  la  parte
corrispondente al rapporto tra l'importo di  80.000  euro,  diminuito
del reddito complessivo, e 40.000 euro; 
    b) la detrazione spettante ai sensi della lettera a) e' aumentata
di un importo pari a: 
     1) 10 euro, se il reddito complessivo e' superiore a 29.000 euro
ma non a 29.200 euro; 
     2) 20 euro, se il reddito complessivo e' superiore a 29.200 euro
ma non a 34.700 euro; 
     3) 30 euro, se il reddito complessivo e' superiore a 34.700 euro
ma non a 35.000 euro; 
     4) 20 euro, se il reddito complessivo e' superiore a 35.000 euro
ma non a 35.100 euro; 
     5) 10 euro, se il reddito complessivo e' superiore a 35.100 euro
ma non a 35.200 euro; 
    c) 800  euro  per  ciascun  figlio,  compresi  i  figli  naturali
riconosciuti, i  figli  adottivi  e  gli  affidati  o  affiliati.  La
detrazione e' aumentata  a  900  euro  per  ciascun  figlio  di  eta'
inferiore a tre anni. Le predette detrazioni  sono  aumentate  di  un
importo pari a 220 euro per ogni  figlio  portatore  di  handicap  ai
sensi dell'articolo 3 della legge 5 febbraio  1992,  n.  104.  Per  i
contribuenti con  piu'  di  tre  figli  a  carico  la  detrazione  e'
aumentata di 200 euro per ciascun figlio  a  partire  dal  primo.  La
detrazione  spetta  per  la  parte  corrispondente  al  rapporto  tra
l'importo di 95.000 euro, diminuito del reddito complessivo, e 95.000
euro. In  presenza  di  piu'  figli,  l'importo  di  95.000  euro  e'
aumentato per tutti di 15.000 euro  per  ogni  figlio  successivo  al
primo. La detrazione e' ripartita nella misura del 50 per cento tra i
genitori non legalmente ed  effettivamente  separati  ovvero,  previo
accordo tra gli stessi, spetta al genitore che  possiede  un  reddito
complessivo di ammontare piu' elevato. In caso di separazione  legale
ed effettiva o  di  annullamento,  scioglimento  o  cessazione  degli
effetti civili del matrimonio, la detrazione spetta, in  mancanza  di
accordo, al genitore affidatario. Nel caso di affidamento congiunto o
condiviso la detrazione e' ripartita, in mancanza di  accordo,  nella
misura del 50 per cento tra i genitori. Ove il  genitore  affidatario
ovvero, in caso di affidamento congiunto, uno dei genitori affidatari
non possa usufruire in tutto o in parte della detrazione, per  limiti
di  reddito,  la  detrazione  e'  assegnata  per  intero  al  secondo
genitore. Quest'ultimo, salvo diverso accordo tra le parti, e' tenuto
a riversare all'altro genitore affidatario un importo pari all'intera
detrazione ovvero, in caso di affidamento congiunto, pari al  50  per
cento della detrazione stessa.  In  caso  di  coniuge  fiscalmente  a
carico dell'altro, la detrazione compete a quest'ultimo per  l'intero
importo. Se l'altro genitore manca o  non  ha  riconosciuto  i  figli
naturali e il contribuente non e' coniugato o, se  coniugato,  si  e'
successivamente legalmente ed effettivamente separato, ovvero  se  vi
sono figli adottivi, affidati o affiliati  del  solo  contribuente  e
questi non e'  coniugato  o,  se  coniugato,  si  e'  successivamente
legalmente  ed  effettivamente  separato,  per  il  primo  figlio  si
applicano, se piu' convenienti, le detrazioni previste  alla  lettera
a); 
    d) 750 euro, da ripartire pro quota tra coloro che hanno  diritto
alla detrazione, per ogni altra persona  indicata  nell'articolo  433
del codice civile  che  conviva  con  il  contribuente  o  percepisca
assegni alimentari non  risultanti  da  provvedimenti  dell'autorita'
giudiziaria. La detrazione spetta  per  la  parte  corrispondente  al
rapporto  tra  l'importo  di  80.000  euro,  diminuito  del   reddito
complessivo, e 80.000 euro. 
  2. Le detrazioni di cui al comma 1 spettano  a  condizione  che  le
persone alle quali si riferiscono possiedano un reddito  complessivo,
computando anche le retribuzioni  corrisposte  da  enti  e  organismi
internazionali, rappresentanze diplomatiche e consolari  e  missioni,
nonche' quelle corrisposte  dalla  Santa  Sede,  dagli  enti  gestiti
direttamente da essa e dagli enti centrali  della  Chiesa  cattolica,
non superiore a 2.840,51 euro, al lordo degli oneri deducibili. 
  3. Le detrazioni per carichi di famiglia sono rapportate a  mese  e
competono dal mese in cui si sono verificate a  quello  in  cui  sono
cessate le condizioni richieste. 
  4. Se il rapporto di cui al comma 1,  lettera  a),  numero  1),  e'
uguale a uno, la detrazione compete nella misura di 690  euro.  Se  i
rapporti di cui al comma 1, lettera a), numeri 1) e 3), sono uguali a
zero, la detrazione non compete. Se i rapporti di  cui  al  comma  1,
lettere c) e d), sono pari a zero, minori di zero o uguali a uno,  le
detrazioni non competono. Negli altri casi, il risultato dei predetti
rapporti si assume nelle prime quattro cifre decimali"; 
    d) l'articolo 13 e' sostituito dal seguente: 
    "Art. 13. - (Altre detrazioni).  -  1.  Se  alla  formazione  del
reddito complessivo  concorrono  uno  o  piu'  redditi  di  cui  agli
articoli 49, con esclusione di quelli indicati nel comma  2,  lettera
a), e 50, comma 1, lettere a), b),  c),  c-bis),  d),  h-bis)  e  l),
spetta una detrazione dall'imposta lorda, rapportata  al  periodo  di
lavoro nell'anno, pari a: 
    a) 1.840 euro, se il reddito complessivo non supera  8.000  euro.
L'ammontare della detrazione effettivamente spettante non puo' essere
inferiore a 690 euro. Per i rapporti di lavoro a  tempo  determinato,
l'ammontare della detrazione effettivamente spettante non puo' essere
inferiore a 1.380 euro; 
    b) 1.338 euro, aumentata del prodotto tra 502  euro  e  l'importo
corrispondente al rapporto tra 15.000  euro,  diminuito  del  reddito
complessivo, e 7.000 euro, se l'ammontare del reddito complessivo  e'
superiore a 8.000 euro ma non a 15.000 euro; 
    c) 1.338 euro, se il reddito complessivo e'  superiore  a  15.000
euro ma non  a  55.000  euro.  La  detrazione  spetta  per  la  parte
corrispondente al rapporto tra l'importo di  55.000  euro,  diminuito
del reddito complessivo, e l'importo di 40.000 euro. 
  2. La detrazione spettante ai sensi del comma  1,  lettera  c),  e'
aumentata di un importo pari a: 
    a) 10 euro, se l'ammontare del reddito complessivo e' superiore a
23.000 euro ma non a 24.000 euro; 
    b) 20 euro, se l'ammontare del reddito complessivo e' superiore a
24.000 euro ma non a 25.000 euro; 
    c) 30 euro, se l'ammontare del reddito complessivo e' superiore a
25.000 euro ma non a 26.000 euro; 
    d) 40 euro, se l'ammontare del reddito complessivo e' superiore a
26.000 euro ma non a 27.700 euro; 
    e) 25 euro, se l'ammontare del reddito complessivo e' superiore a
27.700 euro ma non a 28.000 euro. 
  3. Se alla formazione del reddito complessivo concorrono uno o piu'
redditi di pensione di cui all'articolo  49,  comma  2,  lettera  a),
spetta una detrazione dall'imposta lorda, non cumulabile  con  quella
di cui al comma 1 del presente articolo,  rapportata  al  periodo  di
pensione nell'anno, pari a: 
    a) 1.725 euro, se il reddito complessivo non supera  7.500  euro.
L'ammontare della detrazione effettivamente spettante non puo' essere
inferiore a 690 euro; 
    b) 1.255 euro, aumentata del prodotto tra 470  euro  e  l'importo
corrispondente al rapporto tra 15.000  euro,  diminuito  del  reddito
complessivo, e 7.500 euro, se l'ammontare del reddito complessivo  e'
superiore a 7.500 euro ma non a 15.000 euro; 
    c) 1.255 euro, se il reddito complessivo e'  superiore  a  15.000
euro ma non  a  55.000  euro.  La  detrazione  spetta  per  la  parte
corrispondente al rapporto tra l'importo di  55.000  euro,  diminuito
del reddito complessivo, e l'importo di 40.000 euro. 
  4. Se alla formazione del reddito complessivo dei soggetti di  eta'
non inferiore a 75 anni concorrono uno o piu' redditi di pensione  di
cui all'articolo 49, comma  2,  lettera  a),  spetta  una  detrazione
dall'imposta lorda, in luogo di quella di cui al comma 3 del presente
articolo,  rapportata  al  periodo  di  pensione  nell'anno   e   non
cumulabile con quella prevista al comma 1, pari a: 
    a) 1.783 euro, se il reddito complessivo non supera  7.750  euro.
L'ammontare della detrazione effettivamente spettante non puo' essere
inferiore a 713 euro; 
    b) 1.297 euro, aumentata del prodotto tra 486  euro  e  l'importo
corrispondente al rapporto tra 15.000  euro,  diminuito  del  reddito
complessivo, e 7.250 euro, se l'ammontare del reddito complessivo  e'
superiore a 7.750 euro ma non a 15.000 euro; 
    c) 1.297 euro, se il reddito complessivo e'  superiore  a  15.000
euro ma non  a  55.000  euro.  La  detrazione  spetta  per  la  parte
corrispondente al rapporto tra l'importo di  55.000  euro,  diminuito
del reddito complessivo, e l'importo di 40.000 euro. 
  5. Se alla formazione del reddito complessivo concorrono uno o piu'
redditi di cui agli articoli 50, comma 1, lettere e), f),  g),  h)  e
i), 53, 66 e 67, comma 1, lettere i)  e  l),  spetta  una  detrazione
dall'imposta lorda, non cumulabile con quelle previste ai commi 1, 2,
3 e 4 del presente articolo, pari a: 
    a) 1.104 euro, se il reddito complessivo non supera 4.800 euro; 
    b) 1.104 euro, se il reddito complessivo  e'  superiore  a  4.800
euro ma non  a  55.000  euro.  La  detrazione  spetta  per  la  parte
corrispondente al rapporto tra l'importo di  55.000  euro,  diminuito
del reddito complessivo, e l'importo di 50.200 euro. 
  6. Se il risultato dei rapporti indicati nei commi 1, 3, 4 e  5  e'
maggiore di zero, lo stesso  si  assume  nelle  prime  quattro  cifre
decimali."; 
    e) all'articolo 24, il comma 3 e' sostituito dal seguente: 
    "3.  Dall'imposta  lorda  si  scomputano  le  detrazioni  di  cui
all'articolo 13 nonche' quelle  di  cui  all'articolo  15,  comma  1,
lettere a), b), g), h), h-bis) e i). Le  detrazioni  per  carichi  di
famiglia non competono". 
 
  7. All'articolo 23 del decreto del Presidente della  Repubblica  29
settembre 1973, n. 600, e successive modificazioni, sono apportate le
seguenti modificazioni: 
    a) al comma 2, lettera a), al primo periodo, le parole da: ",  al
netto delle deduzioni di cui agli articoli 11 e 12, commi i e 2,  del
medesimo testo unico, rapportate al periodo stesso"  sono  sostituite
dalle seguenti: "ed effettuando le detrazioni previste negli articoli
12 e 13 del citato testo unico, rapportate al periodo stesso"  e,  al
secondo periodo, le parole: "Le deduzioni di cui  all'  articolo  12,
commi 1 e 2," sono sostituite dalle seguenti: "Le detrazioni  di  cui
agli articoli 12 e 13"; 
    b) al comma 2, lettera c), le parole: "al netto  delle  deduzioni
di cui agli articoli 11 e 12, commi 1 e  2,"  sono  sostituite  dalle
seguenti: "effettuando le detrazioni previste  negli  articoli  12  e
13"; 
    c) al comma 3, primo periodo, le parole: "delle deduzioni di  cui
agli articoli 11 e 12, commi 1 e 2," sono sostituite dalle  seguenti:
"delle detrazioni eventualmente spettanti a norma degli articoli 12 e
13". 
 
  8. Il comma 350 dell'articolo 1 della legge 30  dicembre  2004,  n.
311, e' abrogato. 
 
  9. Ai fini della  determinazione  dell'imposta  sul  reddito  delle
persone fisiche  dovuta  sui  trattamenti  di  fine  rapporto,  sulle
indennita' equipollenti e sulle altre  indennita'  e  somme  connesse
alla cessazione del rapporto di lavoro, di cui all'articolo 17, comma
1, lettera a), del testo unico delle imposte sui redditi, di  cui  al
decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n.  917,  e
successive  modificazioni,  si  applicano,  se  piu'  favorevoli,  le
aliquote e gli scaglioni di reddito vigenti al 31 dicembre 2006. 
 
  10. I trasferimenti erariali in favore delle regioni e  degli  enti
locali sono ridotti in misura pari al maggior gettito loro  derivante
dalle disposizioni dei commi da 6 a 9, secondo le modalita'  indicate
nel comma 322, da definire con decreto del Ministro  dell'economia  e
delle  finanze,  di  intesa  con  la  Conferenza  unificata  di   cui
all'articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281. 
 
  11. Alla disciplina vigente dell'assegno per  il  nucleo  familiare
sono apportate le seguenti modificazioni: 
    a) i livelli di reddito e gli importi annuali dell'assegno per il
nucleo familiare, con riferimento ai nuclei familiari con entrambi  i
genitori e  almeno  un  figlio  minore  in  cui  non  siano  presenti
componenti inabili nonche' ai nuclei familiari con un solo genitore e
almeno un figlio minore in cui non siano presenti componenti inabili,
sono rideterminati a decorrere dal 1° gennaio 2007 secondo la Tabella
1 allegata alla presente legge. Sulla base di detti importi  annuali,
sono  elaborate  a  cura  dell'Istituto  nazionale  della  previdenza
sociale  (INPS)  le   tabelle   contenenti   gli   importi   mensili,
giornalieri,  settimanali,  quattordicinali  e   quindicinali   della
prestazione; 
    b) a decorrere dal 1° gennaio 2007 gli importi degli assegni  per
tutte  le  altre  tipologie  di  nuclei  familiari  con  figli   sono
rivalutati del 15 per cento; 
    c) i livelli di reddito e gli importi degli assegni per i  nuclei
con figli di cui alle lettere a) e b) nonche'  quelli  per  i  nuclei
senza figli possono essere ulteriormente rimodulati  secondo  criteri
analoghi  a  quelli   indicati   alla   lettera   a),   con   decreto
interministeriale del Ministro delle politiche per la famiglia e  del
Ministro del lavoro e della previdenza sociale, di  concerto  con  il
Ministro della solidarieta' sociale e con il Ministro dell'economia e
delle finanze, anche con riferimento alla coerenza del  sostegno  dei
redditi disponibili delle famiglie risultante dagli  assegni  per  il
nucleo familiare e dalle detrazioni ai fini dell'imposta sul  reddito
delle persone fisiche; 
    d) nel  caso  di  nuclei  familiari  con  piu'  di  tre  figli  o
equiparati di eta' inferiore  a  26  anni  compiuti,  ai  fini  della
determinazione dell'assegno rilevano al pari dei figli minori anche i
figli di eta' superiore a 18 anni compiuti  e  inferiore  a  21  anni
compiuti purche' studenti o apprendisti; 
    e) restano fermi  i  criteri  di  rivalutazione  dei  livelli  di
reddito familiare di cui all'articolo 2, comma 12, del  decreto-legge
13 marzo 1988, n. 69, convertito, con modificazioni, dalla  legge  13
maggio 1988, n. 153, che trovano applicazione a  decorrere  dall'anno
2008. 
 
  12. All'articolo 3 della legge 28 dicembre 1995, n.  549,  dopo  il
comma 12 e' inserito il seguente: 
    "12-bis. A decorrere dal 1° gennaio 2007  una  quota  dell'accisa
sul gasolio per autotrazione (codici NC da 2710 19 41 a 2710  19  49)
e' attribuita alla regione a statuto  ordinario  nel  cui  territorio
avviene il consumo. Per gli anni 2007, 2008 e 2009, la predetta quota
e' fissata, rispettivamente, nella misura di 0,00266 euro  al  litro,
nella misura di 0,00288 euro al litro e nella misura di 0,00307  euro
al litro. Con la legge finanziaria per l'anno 2010 la suddetta  quota
e' rideterminata, ove necessario e compatibilmente  con  il  rispetto
degli equilibri della finanza pubblica,  al  fine  di  completare  la
compensazione, a favore delle  regioni  a  statuto  ordinario,  della
minore entrata  registrata  nell'anno  2005  rispetto  all'anno  2004
relativamente alla compartecipazione all'accisa sulla benzina di  cui
al comma 12. L'ammontare  della  predetta  quota  viene  versato  dai
soggetti  obbligati  al  pagamento  dell'accisa  e  riversato   dalla
struttura di gestione in apposito conto  corrente  aperto  presso  la
Tesoreria centrale dello Stato. La  ripartizione  delle  somme  viene
effettuata sulla base dei quantitativi erogati  nell'anno  precedente
dagli impianti di  distribuzione  di  carburante  che  risultano  dal
registro di carico e scarico previsto dall'articolo 25, comma 4,  del
testo unico delle disposizioni  legislative  concernenti  le  imposte
sulla  produzione  e  sui  consumi  e  relative  sanzioni  penali   e
amministrative, di cui al decreto legislativo  26  ottobre  1995,  n.
504. Con decreto del Ministero dell'economia  e  delle  finanze  sono
stabilite  le  modalita'  di  applicazione  delle  disposizioni   del
presente comma". 
 
  13. Dopo l'articolo 10 della  legge  8  maggio  1998,  n.  146,  e'
inserito il seguente: 
    "Art. 10-bis. - (Modalita' di revisione  ed  aggiornamento  degli
studi di settore). - 1. Gli studi di  settore  previsti  all'articolo
62-bis del decreto-legge 30 agosto  1993,  n.  331,  convertito,  con
modificazioni, dalla legge 29 ottobre  1993,  n.  427,  e  successive
modificazioni, sono soggetti a revisione, al massimo, ogni  tre  anni
dalla data di entrata in vigore dello studio  di  settore  ovvero  da
quella dell'ultima revisione, sentito il parere della commissione  di
esperti di cui all'articolo 10, comma  7.  Nella  fase  di  revisione
degli studi di  settore  si  tiene  anche  conto  dei  dati  e  delle
statistiche ufficiali, quali quelli  di  contabilita'  nazionale,  al
fine di mantenere, nel medio  periodo,  la  rappresentativita'  degli
stessi  rispetto  alla  realta'  economica  cui  si  riferiscono.  La
revisione degli studi di settore e' programmata con provvedimento del
direttore dell'Agenzia delle entrate da  emanare  entro  il  mese  di
febbraio di ciascun anno. 
  2. Ai fini dell'elaborazione  e  della  revisione  degli  studi  di
settore si tiene anche conto di valori  di  coerenza,  risultanti  da
specifici  indicatori  definiti  da  ciascuno  studio,   rispetto   a
comportamenti considerati normali per il relativo settore economico". 
 
  14. Fino alla elaborazione  e  revisione  degli  studi  di  settore
previsti dall'articolo 62-bis del decreto-legge 30  agosto  1993,  n.
331, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 ottobre  1993,  n.
427, e successive modificazioni, che tengono conto  degli  indicatori
di coerenza di cui al comma 2  dell'articolo  10-bis  della  legge  8
maggio 1998, n. 146, introdotto dal comma 13, con effetto dal periodo
d'imposta in corso al 31 dicembre 2006, ai sensi dell'articolo 1  del
regolamento di cui al decreto  del  Presidente  della  Repubblica  31
maggio 1999, n. 195, si tiene altresi' conto di specifici  indicatori
di normalita' economica,  di  significativa  rilevanza,  idonei  alla
individuazione  di  ricavi,  compensi  e  corrispettivi  fondatamente
attribuibili al contribuente in relazione alle caratteristiche e alle
condizioni di esercizio della specifica  attivita'  svolta.  Ai  fini
della relativa approvazione non si applica  la  disposizione  di  cui
all'articolo 10, comma 7, secondo periodo, della legge 8 maggio 1998,
n.  146.  Si  applicano  le  disposizioni  di  cui  al  comma   4-bis
dell'articolo 10 della medesima legge. 
 
  15. Il comma 399 dell'articolo 1 della legge 30 dicembre  2004,  n.
311, e' abrogato. 
 
  16. Il comma 4 dell'articolo 10 della legge 8 maggio 1998, n.  146,
e successive modificazioni, e' sostituito dal seguente: 
    "4. La disposizione del comma 1  del  presente  articolo  non  si
applica nei confronti dei contribuenti: 
    a) che hanno dichiarato ricavi di cui all'articolo 85,  comma  1,
esclusi quelli di cui alle lettere c), d) ed e), o  compensi  di  cui
all'articolo 54, comma 1, del testo unico delle imposte sui  redditi,
di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22  dicembre  1986,
n. 917, e successive modificazioni, di ammontare superiore al  limite
stabilito per ciascuno studio di  settore  dal  relativo  decreto  di
approvazione  del  Ministro  dell'economia  e   delle   finanze,   da
pubblicare nella Gazzetta Ufficiale. Tale limite non puo',  comunque,
essere superiore a 7,5 milioni di euro; 
    b)  che  hanno  iniziato  o  cessato  l'attivita'   nel   periodo
d'imposta. La disposizione di cui al comma 1 si applica  comunque  in
caso di cessazione e inizio dell'attivita',  da  parte  dello  stesso
soggetto, entro sei mesi dalla data  di  cessazione,  nonche'  quando
l'attivita' costituisce mera  prosecuzione  di  attivita'  svolte  da
altri soggetti; 
    c) che si trovano  in  un  periodo  di  non  normale  svolgimento
dell'attivita'". 
 
  17. All'articolo 10 della legge 8 maggio  1998,  n.  146,  dopo  il
comma 4, e' inserito il seguente: 
    "4-bis. Le rettifiche sulla base di presunzioni semplici  di  cui
all'articolo 39,  primo  comma,  lettera  d),  secondo  periodo,  del
decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 600,  e
all'articolo 54, secondo  comma,  ultimo  periodo,  del  decreto  del
Presidente della Repubblica 26 ottobre  1972,  n.  633,  non  possono
essere effettuate nei  confronti  dei  contribuenti  che  dichiarino,
anche  per  effetto  dell'adeguamento,  ricavi  o  compensi  pari   o
superiori al livello  della  congruita',  ai  fini  dell'applicazione
degli studi di settore di cui all'articolo 62-bis  del  decreto-legge
30 agosto 1993, n. 331, convertito, con modificazioni, dalla legge 29
ottobre 1993, n. 427, tenuto altresi' conto dei  valori  di  coerenza
risultanti dagli specifici indicatori, di  cui  all'articolo  10-bis,
comma 2, della presente legge, qualora  l'ammontare  delle  attivita'
non dichiarate, con un massimo di 50.000 euro, sia pari  o  inferiore
al  40  per  cento  dei  ricavi  o  compensi  dichiarati.   Ai   fini
dell'applicazione della presente disposizione, per attivita',  ricavi
o compensi si intendono quelli indicati al comma 4,  lettera  a).  In
caso  di  rettifica,  nella  motivazione  dell'atto   devono   essere
evidenziate le ragioni  che  inducono  l'ufficio  a  disattendere  le
risultanze degli studi di settore  in  quanto  inadeguate  a  stimare
correttamente  il  volume  di  ricavi   o   compensi   potenzialmente
ascrivibili al contribuente. La presente disposizione  si  applica  a
condizione che non siano irrogabili le sanzioni di cui ai commi 2-bis
e 4-bis rispettivamente degli articoli 1 e 5 del decreto  legislativo
18 dicembre 1997, n. 471, nonche' al comma 2-bis dell'articolo 32 del
decreto legislativo 15 dicembre 1997, n. 446". 
 
  18. Le disposizioni di cui ai commi  4  e  4-bis  dell'articolo  10
della legge 8 maggio 1998,  n.  146,  come  modificate  e  introdotte
rispettivamente dai commi  16  e  17  del  presente  articolo,  hanno
effetto a decorrere dal periodo d'imposta in corso alla data  del  1°
gennaio 2007, ad esclusione di quelle previste alla  lettera  b)  del
comma 4  del  citato  articolo  10  che  hanno  effetto  dal  periodo
d'imposta in corso al 31 dicembre 2006. 
 
  19. Nei confronti dei contribuenti titolari di reddito d'impresa  o
di lavoro autonomo, per i quali non si rendono applicabili gli  studi
di settore,  sono  individuati  specifici  indicatori  di  normalita'
economica, idonei a rilevare la presenza di  ricavi  o  compensi  non
dichiarati ovvero di rapporti di lavoro irregolare. Ai medesimi fini,
nelle ipotesi di cessazione dell'attivita', di liquidazione ordinaria
ovvero di  non  normale  svolgimento  dell'attivita',  puo'  altresi'
essere  richiesta  la  compilazione  del   modello,   allegato   alla
dichiarazione, previsto per i soggetti cui si applicano gli studi  di
settore. 
 
  20. Per i soggetti di cui all'articolo 73, comma 1, lettera a), del
testo unico  delle  imposte  sui  redditi,  di  cui  al  decreto  del
Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n.  917,  e  successive
modificazioni,  con  riferimento  al  primo  periodo   d'imposta   di
esercizio  dell'attivita',  sono  definiti  appositi  indicatori   di
coerenza per la individuazione dei requisiti  minimi  di  continuita'
della stessa, tenuto conto delle caratteristiche e delle modalita' di
svolgimento della attivita' medesima. 
 
  21. Con provvedimento del direttore dell'Agenzia delle entrate,  da
adottare entro il 28 febbraio 2007, sono approvati gli indicatori  di
cui al comma  20,  anche  per  settori  economicamente  omogenei,  da
applicare a decorrere dal periodo d'imposta in corso al  31  dicembre
2006. 
 
  22. Sulla base di appositi criteri  selettivi  e'  programmata  una
specifica attivita' di  controllo  nei  confronti  dei  soggetti  che
risultano incoerenti per effetto dell'applicazione  degli  indicatori
di cui al comma 20. 
 
  23. All'articolo 10, comma 1, della legge 8 maggio  1998,  n.  146,
sono apportate le seguenti modificazioni: 
    a) le parole: "con periodo d'imposta pari a dodici mesi  e"  sono
soppresse; 
    b)  sono  aggiunte,  in  fine,  le  seguenti   parole:   "qualora
l'ammontare  dei  ricavi  o  compensi  dichiarati  risulta  inferiore
all'ammontare dei ricavi o compensi determinabili  sulla  base  degli
studi stessi". 
 
  24. Le disposizioni di cui al comma 1 dell'articolo 10 della  legge
8 maggio 1998, n. 146, come modificate dal  comma  23,  limitatamente
alla lettera a), hanno effetto a decorrere dal periodo  d'imposta  in
corso al 1° gennaio 2007. 
 
  25. All'articolo 1 del decreto legislativo  18  dicembre  1997,  n.
471, dopo il comma 2 e' inserito il seguente: 
    "2-bis. La misura della sanzione minima e massima di cui al comma
2 e' elevata del 10 per cento nelle  ipotesi  di  omessa  o  infedele
indicazione dei dati previsti nei modelli per  la  comunicazione  dei
dati rilevanti ai fini  dell'applicazione  degli  studi  di  settore,
nonche'  nei  casi  di  indicazione  di  cause  di  esclusione  o  di
inapplicabilita' degli studi di settore non sussistenti. La  presente
disposizione non si applica se il maggior reddito d'impresa ovvero di
arte o professione, accertato a seguito della  corretta  applicazione
degli studi di settore, non e' superiore al 10 per cento del  reddito
d'impresa o di lavoro autonomo dichiarato". 
 
  26. All'articolo 5 del decreto legislativo  18  dicembre  1997,  n.
471, dopo il comma 4 e' inserito il seguente: 
    "4-bis. La misura della sanzione minima e massima di cui al comma
4 e' elevata del 10 per cento nelle  ipotesi  di  omessa  o  infedele
indicazione dei dati previsti nei modelli per  la  comunicazione  dei
dati rilevanti ai fini  dell'applicazione  degli  studi  di  settore,
nonche'  nei  casi  di  indicazione  di  cause  di  esclusione  o  di
inapplicabilita' degli studi di settore non sussistenti. La  presente
disposizione non si applica se la maggiore  imposta  accertata  o  la
minore imposta detraibile o rimborsabile, a  seguito  della  corretta
applicazione degli studi di settore, non e' superiore al 10 per cento
di quella dichiarata". 
 
  27. All'articolo 32 del decreto legislativo 15  dicembre  1997,  n.
446, dopo il comma 2 e' inserito il seguente: 
    "2-bis. La misura della sanzione minima e massima di cui al comma
2 e' elevata del 10 per cento nelle  ipotesi  di  omessa  o  infedele
indicazione dei dati previsti nei modelli per  la  comunicazione  dei
dati rilevanti ai fini  dell'applicazione  degli  studi  di  settore,
nonche'  nei  casi  di  indicazione  di  cause  di  esclusione  o  di
inapplicabilita' degli studi di settore non sussistenti. La  presente
disposizione non si applica se il  maggior  imponibile,  accertato  a
seguito della corretta applicazione degli studi di  settore,  non  e'
superiore al 10 per cento di quello dichiarato". 
 
  28. Al testo unico delle imposte sui redditi, di cui al decreto del
Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n.  917,  e  successive
modificazioni, sono apportate le seguenti modificazioni: 
    a) all'articolo 10, comma 1, lettera b), dopo il primo periodo e'
inserito il seguente: "Ai fini della  deduzione  la  spesa  sanitaria
relativa  all'acquisto  di  medicinali  deve  essere  certificata  da
fattura o da scontrino fiscale  contenente  la  specificazione  della
natura, qualita' e quantita' dei  beni  e  l'indicazione  del  codice
fiscale del destinatario"; 
    b) all'articolo 15, comma 1, lettera c), dopo il secondo  periodo
e' inserito il seguente: "Ai fini della detrazione la spesa sanitaria
relativa  all'acquisto  di  medicinali  deve  essere  certificata  da
fattura o da scontrino fiscale  contenente  la  specificazione  della
natura, qualita' e quantita' dei  beni  e  l'indicazione  del  codice
fiscale del destinatario". 
 
  29. Le disposizioni introdotte dalle lettere a) e b) del  comma  28
hanno effetto a decorrere dal 1° luglio 2007.  Fino  al  31  dicembre
2007, nel caso in  cui  l'acquirente  non  sia  il  destinatario  del
farmaco, non ne conosca il codice fiscale o  non  abbia  con  se'  la
tessera sanitaria,  l'indicazione  del  codice  fiscale  puo'  essere
riportata  a  mano   sullo   scontrino   fiscale   direttamente   dal
destinatario, fatte salve le disposizioni di cui all'articolo 50  del
decreto-legge  30   settembre   2003,   n.   269,   convertito,   con
modificazioni, dalla legge 24 novembre 2003,  n.  326,  e  successive
modificazioni, in  materia  di  obbligo  di  rilevazione  del  codice
fiscale da parte del farmacista. 
 
  30.  Al  fine  di  contrastare   l'indebita   effettuazione   delle
compensazioni previste dal decreto legislativo 9 luglio 1997, n. 241,
i titolari di partita IVA, entro il quinto giorno  precedente  quello
in cui intendono effettuare l'operazione di compensazione per importi
superiori a 10.000 euro, comunicano all'Agenzia delle entrate, in via
telematica, l'importo  e  la  tipologia  dei  crediti  oggetto  della
successiva  compensazione.  La   mancata   comunicazione   da   parte
dell'Agenzia delle entrate al contribuente,  entro  il  terzo  giorno
successivo a quello di comunicazione, vale come silenzio assenso. 
 
  31. Con provvedimento del direttore dell'Agenzia delle entrate sono
definite le modalita',  anche  progressive,  per  l'attuazione  delle
disposizioni  del  comma  30.  Con  il  predetto  provvedimento,   in
particolare, sono  stabilite  le  procedure  di  controllo  volte  ad
impedire l'utilizzo indebito di crediti. 
 
  32. Parte delle maggiori entrate derivanti dai commi 30 e  31,  per
un importo pari a 214 milioni di euro per l'anno  2007,  e'  iscritta
sul Fondo per interventi strutturali di politica  economica,  di  cui
all'articolo 10, comma 5, del decreto-legge 29 novembre 2004, n. 282,
convertito, con modificazioni, dalla legge 27 dicembre 2004, n.  307.
L'autorizzazione di spesa relativa al predetto Fondo  e'  ridotta  di
183,8 milioni di euro per l'anno 2008. 
 
  33. All'articolo 39 del decreto legislativo 9 luglio 1997, n.  241,
sono apportate le seguenti modificazioni: 
    a) al comma 1, lettera a), nel primo periodo, le parole: "da lire
cinquecentomila  a  lire  cinque  milioni"  sono   sostituite   dalle
seguenti: "da euro 258  ad  euro  2.582"  e  il  secondo  periodo  e'
sostituito dai seguenti:  "La  violazione  e'  punibile  in  caso  di
liquidazione delle imposte, dei contributi, dei premi e dei  rimborsi
dovuti in base alle dichiarazioni, di  cui  all'articolo  36-bis  del
decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 600,  e
in caso di controllo ai sensi degli articoli 36-ter  e  seguenti  del
medesimo decreto, nonche' in caso di liquidazione dell'imposta dovuta
in base alle dichiarazioni e di controllo di cui agli articoli  54  e
seguenti del decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972,
n. 633.  La  violazione  e'  punibile  a  condizione  che  non  trovi
applicazione l'articolo  12-bis  del  decreto  del  Presidente  della
Repubblica 29 settembre 1973, n. 602. In caso di ripetute violazioni,
ovvero di violazioni particolarmente gravi, e' disposta a carico  dei
predetti soggetti la sospensione  dalla  facolta'  di  rilasciare  il
visto di conformita' e l'asseverazione, per un periodo da uno  a  tre
anni. In caso di  ripetute  violazioni  commesse  successivamente  al
periodo di sospensione, e' disposta l'inibizione  dalla  facolta'  di
rilasciare il visto di conformita' e  l'asseverazione.  Si  considera
violazione particolarmente grave il mancato pagamento della  suddetta
sanzione"; 
    b) al comma 1, lettera b), primo periodo,, le parole: "da lire un
milione a lire dieci milioni" sono  sostituite  dalle  seguenti:  "da
euro 516 ad euro 5.165"; 
    c) dopo il comma 1, e' inserito il seguente: 
    "1-bis. Nei casi di violazioni commesse ai sensi dei commi 1 e  3
del presente articolo e dell'articolo 7-bis, si applicano, in  quanto
compatibili, le disposizioni  del  decreto  legislativo  18  dicembre
1997, n. 472. Il centro di assistenza  fiscale  per  il  quale  abbia
operato il trasgressore e' obbligato solidalmente con il trasgressore
stesso al pagamento di una somma pari alla sanzione irrogata"; 
    d) il comma 2 e' sostituito dal seguente: 
    "2. Le violazioni dei  commi  1  e  3  del  presente  articolo  e
dell'articolo 7-bis sono  contestate  e  le  relative  sanzioni  sono
irrogate  dalla  direzione  regionale  dell'Agenzia   delle   entrate
competente in ragione del domicilio fiscale  del  trasgressore  anche
sulla base delle  segnalazioni  inviate  dagli  uffici  locali  della
medesima Agenzia. L'atto di contestazione e' unico per  ciascun  anno
solare di riferimento e, fino al compimento dei termini di decadenza,
puo'  essere  integrato  o  modificato   dalla   medesima   direzione
regionale. I provvedimenti ivi previsti sono trasmessi agli ordini di
appartenenza dei  soggetti  che  hanno  commesso  la  violazione  per
l'eventuale adozione di ulteriori provvedimenti"; 
    e) al comma 3, le parole: "da lire cinquecentomila a lire  cinque
milioni" sono sostituite dalle seguenti: "da euro 258 a euro 2.582". 
 
  34. Per le violazioni di cui all'articolo 7-bis e ai commi  1  e  3
dell'articolo 39 del decreto legislativo 9 luglio  1997,  n.  241,  e
successive  modificazioni,  ferma   restando   l'applicazione   dell'
articolo 3, comma 3, del decreto legislativo  18  dicembre  1997,  n.
472, nelle ipotesi in cui la violazione  sia  stata  gia'  contestata
alla data di entrata in vigore della presente legge, non si da' luogo
a restituzione di quanto eventualmente pagato. 
 
  35.  I  commi  7   e   8   dell'articolo   11-quinquiesdecies   del
decreto-legge  30   settembre   2005,   n.   203,   convertito,   con
modificazioni, dalla legge 2 dicembre 2005, n. 248, sono abrogati. 
 
  36. Le agevolazioni tributarie e  di  altra  natura  relative  agli
autoveicoli  utilizzati  per  la  locomozione  dei  soggetti  di  cui
all'articolo 3 della legge 5 febbraio 1992, n.  104,  con  ridotte  o
impedite capacita' motorie, sono riconosciute a  condizione  che  gli
autoveicoli  siano  utilizzati  in  via  esclusiva  o  prevalente   a
beneficio dei predetti soggetti. 
 
  37. In caso di trasferimento a  titolo  oneroso  o  gratuito  delle
autovetture per le  quali  l'acquirente  ha  usufruito  dei  benefici
fiscali prima del decorso del termine di due anni dall' acquisto,  e'
dovuta la differenza fra l'imposta dovuta in assenza di  agevolazioni
e quella risultante dall' applicazione delle agevolazioni stesse.  La
disposizione non si applica per i disabili che, in seguito  a  mutate
necessita' dovute al proprio handicap, cedano il proprio veicolo  per
acquistarne un altro su cui realizzare nuovi e diversi adattamenti. 
 
  38. La riscossione dei compensi  dovuti  per  attivita'  di  lavoro
autonomo, mediche e paramediche, svolte nell'ambito  delle  strutture
sanitarie  private  e'  effettuata  in  modo  unitario  dalle  stesse
strutture sanitarie, le quali provvedono a: 
    a) incassare il compenso in nome e per conto  del  prestatore  di
lavoro autonomo e a riversarlo contestualmente al medesimo; 
    b) registrare nelle scritture contabili obbligatorie,  ovvero  in
apposito registro, il compenso incassato per ciascuna prestazione  di
lavoro autonomo resa nell'ambito della struttura. 
 
  39.  Le  strutture  sanitarie  di  cui  al  comma   38   comunicano
telematicamente all'Agenzia delle entrate  l'ammontare  dei  compensi
complessivamente riscossi per ciascun percipiente. 
 
  40. Con provvedimento del direttore dell'Agenzia delle entrate sono
definiti i termini e le modalita' per la comunicazione  prevista  dal
comma  39   nonche'   ogni   altra   disposizione   utile   ai   fini
dell'attuazione dei commi 38 e 39. 
 
  41. Le disposizioni di cui ai commi da  38  a  40  si  applicano  a
decorrere dal 1° marzo 2007. 
 
  42. Per le violazioni delle disposizioni di cui ai commi 38 e 39 si
applicano rispettivamente gli articoli 9 e 11 del decreto legislativo
18 dicembre 1997, n. 471, e successive modificazioni.  Restano  fermi
in capo ai singoli prestatori di lavoro autonomo tutti  gli  obblighi
formali e sostanziali previsti per lo svolgimento dell'attivita'. 
 
  43.  Dopo  l'articolo  25-bis  del  decreto  del  Presidente  della
Repubblica 29 settembre 1973, n. 600, e successive modificazioni,  e'
inserito il seguente: 
    "Art. 25-ter. - (Ritenute sui corrispettivi dovuti dal condominio
all'appaltatore). - 1. Il condominio quale sostituto di imposta opera
all'atto del pagamento una ritenuta del  4  per  cento  a  titolo  di
acconto dell'imposta sul reddito dovuta dal percipiente, con  obbligo
di rivalsa, sui  corrispettivi  dovuti  per  prestazioni  relative  a
contratti di appalto di opere o servizi, anche  se  rese  a  terzi  o
nell'interesse di terzi, effettuate nell'esercizio di impresa. 
  2.  La  ritenuta  di  cui  al  comma  1  e'  operata  anche  se   i
corrispettivi  sono  qualificabili  come  redditi  diversi  ai  sensi
dell'articolo 67, comma 1, lettera i), del testo unico delle  imposte
sui redditi, di cui al decreto del  Presidente  della  Repubblica  22
dicembre 1986, n. 917". 
 
  44. All'articolo 17 del decreto del Presidente della Repubblica  26
ottobre 1972, 
  n. 633, e successive  modificazioni,  sono  apportate  le  seguenti
modificazioni: 
    a) il sesto comma e' sostituito dal seguente: 
    "Le disposizioni di cui al quinto comma si applicano anche: 
    a) alle  prestazioni  di  servizi,  compresa  la  prestazione  di
manodopera, rese nel settore edile  da  soggetti  subappaltatori  nei
confronti delle imprese che svolgono  l'attivita'  di  costruzione  o
ristrutturazione di immobili ovvero  nei  confronti  dell'appaltatore
principale o di un altro subappaltatore; 
    b) alle cessioni di apparecchiature  terminali  per  il  servizio
pubblico radiomobile terrestre di comunicazioni soggette  alla  tassa
sulle concessioni governative di cui all'articolo  21  della  tariffa
annessa al decreto del Presidente della Repubblica 26  ottobre  1972,
n. 641, come sostituita, da ultimo, dal decreto  del  Ministro  delle
finanze 28 dicembre 1995, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n.  303
del 30 dicembre 1995, nonche' dei loro 'componenti ed accessori; 
    c) alle cessioni di personal computer e dei  loro  componenti  ed
accessori; 
    d) alle cessioni di materiali e  prodotti  lapidei,  direttamente
provenienti da cave e miniere"; 
    b) e' aggiunto, in fine, il seguente comma: 
    "Le disposizioni  di  cui  al  quinto  comma  si  applicano  alle
ulteriori operazioni individuate dal Ministro dell'economia  e  delle
finanze, con propri decreti, in base alla  direttiva  2006/69/CE  del
Consiglio, del 24 luglio 2006, ovvero individuate con decreto emanato
ai sensi dell'articolo 17, comma 3, della legge 23  agosto  1988,  n.
400, nelle ipotesi in  cui  necessita  la  preventiva  autorizzazione
comunitaria prevista dalla direttiva 77/388/CEE del Consiglio, del 17
maggio 1977". 
 
  45. Le disposizioni di cui alle lettere b), c) e d) del sesto comma
dell'articolo 17 del  decreto  del  Presidente  della  Repubblica  26
ottobre 1972, 11.633, come  modificato  dal  comma  44  del  presente
articolo, si applicano alle cessioni effettuate successivamente  alla
data di autorizzazione della misura ai sensi dell'articolo  27  della
direttiva 77/388/CEE del Consiglio, del 17 maggio 1977. 
 
  46. Al testo unico  delle  disposizioni  concernenti  l'imposta  di
registro, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 26 aprile
1986, n. 131, sono apportate le seguenti modificazioni: 
    a) all'articolo 10, comma 1, dopo la lettera d)  e'  inserita  la
seguente: 
    "d-bis) gli agenti di affari in mediazione iscritti nella sezione
degli agenti immobiliari del ruolo di cui all'articolo 2 della  legge
3 febbraio 1989, n. 39, per le scritture private non  autenticate  di
natura negoziale stipulate a seguito  della  loro  attivita'  per  la
conclusione degli affari"; 
    b) all'articolo 57, dopo il comma 1 e' inserito il seguente: 
    "1-bis. Gli agenti immobiliari di cui all'articolo 10,  comma  1,
lettera d-bis), sono solidalmente tenuti  al  pagamento  dell'imposta
per  le  scritture  private  non  autenticate  di  natura   negoziale
stipulate a seguito della loro attivita'  per  la  conclusione  degli
affari". 
 
  47. All'articolo 8, comma 1, della legge 3 febbraio 1989, n. 39, le
parole: "una somma compresa  tra  lire  un  milione  e  lire  quattro
milioni" sono sostituite dalle seguenti: "una somma compresa fra euro
7.500 e euro 15.000". 
 
  48. Il comma 22 dell'articolo 35 del decreto-legge 4  luglio  2006,
n. 223, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 agosto 2006,  n.
248, e' sostituito dai seguenti: 
    "22. All'atto della cessione dell'immobile, anche se assoggettata
ad IVA, le parti hanno l'obbligo di  rendere  apposita  dichiarazione
sostitutiva di atto di  notorieta'  recante  l'indicazione  analitica
delle modalita' di  pagamento  del  corrispettivo.  Con  le  medesime
modalita', ciascuna delle parti ha l'obbligo di dichiarare: 
    a) se si e' avvalsa di un mediatore e, nell'ipotesi  affermativa,
di fornire i dati identificativi del titolare, se persona  fisica,  o
la denominazione, la ragione sociale ed  i  dati  identificativi  del
legale rappresentante, se soggetto diverso da persona fisica,  ovvero
del mediatore non legale rappresentante che ha operato per la  stessa
societa'; 
    b) il codice fiscale o la partita I.V.A.; 
    c) il numero di iscrizione al ruolo degli  agenti  di  affari  in
mediazione e della camera  di  commercio,  industria,  artigianato  e
agricoltura di riferimento per  il  titolare  ovvero  per  il  legale
rappresentante o mediatore che ha operato per la stessa societa'; 
    d) l'ammontare della spesa sostenuta  per  tale  attivita'  e  le
analitiche modalita' di pagamento della stessa. 
  22.1. In caso di assenza dell'iscrizione  al  ruolo  di  agenti  di
affari in mediazione ai sensi della legge 3 febbraio 1989, n.  39,  e
successive  modificazioni,  il  notaio  e'  obbligato  ad  effettuare
specifica segnalazione all'Agenzia delle entrate  di  competenza.  In
caso di omessa, incompleta o mendace indicazione dei dati di  cui  al
comma 22, si applica la sanzione amministrativa da 500 euro a  10.000
euro e, ai fini dell'imposta di  registro,  i  beni  trasferiti  sono
assoggettati a rettifica di valore ai sensi dell'articolo  52,  comma
1, del  testo  unico  delle  disposizioni  concernenti  l'imposta  di
registro, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 26 aprile
1986, n. 131, e successive modificazioni". 
 
  49. Le disposizioni  di  cui  al  comma  22  dell'articolo  35  del
decreto-legge 4 luglio 2006, n. 223, convertito,  con  modificazioni,
dalla legge 4 agosto 2006, n. 248, nel testo vigente prima della data
di entrata in vigore della presente legge, trovano  applicazione  con
riferimento ai pagamenti effettuati a decorrere dal 4 luglio 2006. 
 
  50.  In  coerenza  ai  principi  recati  dall'  articolo   38   del
decreto-legge 4 luglio 2006, n. 223, convertito,  con  modificazioni,
dalla legge 4 agosto 2006, n. 248,  ed  al  fine  di  contrastare  la
diffusione del gioco irregolare ed illegale, l'evasione e  l'elusione
fiscale  nel  settore  del  gioco,  nonche'  di  assicurare  l'ordine
pubblico e la tutela del giocatore, con uno o piu' provvedimenti  del
Ministero dell'economia e delle finanze  -  Amministrazione  autonoma
dei monopoli di Stato sono stabilite le modalita' per procedere  alla
rimozione  dell'offerta,  attraverso  le  reti   telematiche   o   di
telecomunicazione, di giochi, scommesse  o  concorsi  pronostici  con
vincite in denaro in difetto di concessione, autorizzazione,  licenza
od  altro  titolo  autorizzatorio  o  abilitativo  o,  comunque,   in
violazione delle norme di legge o di regolamento o delle prescrizioni
definite dalla stessa Amministrazione.  I  provvedimenti  di  cui  al
presente comma sono adottati nel rispetto degli obblighi  comunitari.
L'inosservanza  dei  provvedimenti  adottati  in   attuazione   della
presente    disposizione    comporta    l'irrogazione,    da    parte
dell'Amministrazione autonoma dei  monopoli  di  Stato,  di  sanzioni
amministrative pecuniarie da 30.000 euro a 180.000 euro per  ciascuna
violazione accertata. 
 
  51. Dalla data di entrata in vigore della presente legge,  i  commi
da 535 a 538 dell'articolo 1 della legge 23 dicembre  2005,  n.  266,
sono abrogati e cessano di avere effetto tutti gli atti adottati. 
 
  52. E' autorizzata la spesa di 100.000 euro per  ciascun  anno  del
triennio 2007-2009, a favore del Ministero della pubblica istruzione,
per la realizzazione di campagne di informazione e di educazione  dei
giovani,  da  effettuare  in  collaborazione   con   le   istituzioni
scolastiche, finalizzate alla realizzazione  di  programmi  educativi
dei ragazzi in modo da permettere loro di conoscere  la  realta'  dei
rischi derivanti dal vizio del gioco  e  a  sviluppare  un  approccio
responsabile  al  gioco.  Il  Ministro  della   pubblica   istruzione
provvede, con proprio decreto, da emanare entro sessanta giorni dalla
data di entrata in vigore della presente  legge,  a  disciplinare  le
modalita' e i criteri per lo svolgimento delle  campagne  informative
di cui al presente comma. 
 
  53. Entro il 31 gennaio di ciascun anno sono trasmessi alle regioni
i dati relativi all'import/export  del  sistema  doganale;  entro  il
medesimo termine sono trasmessi alle regioni, alle province  autonome
e ai  comuni  i  dati  delle  dichiarazioni  dei  redditi  presentate
nell'anno precedente dai contribuenti residenti. 
 
  54. Con provvedimento del  direttore  dell'Agenzia  delle  entrate,
emanato d'intesa con la Conferenza Stato-citta' ed autonomie  locali,
sono  stabilite  le  modalita'  tecniche  di  trasmissione   in   via
telematica  dei  dati  delle   dichiarazioni   nel   rispetto   delle
disposizioni e nel quadro delle regole tecniche previste  dal  codice
dell'amministrazione digitale, di cui al decreto legislativo 7  marzo
2005, n. 82, e successive modificazioni. 
 
  55. Con provvedimento del direttore dell'Agenzia delle dogane  sono
stabilite le modalita' tecniche di trasmissione in via telematica dei
dati dell' import/export alle regioni. 
 
  56. Dalla data  di  entrata  in  vigore  della  presente  legge  e'
istituito  il  sistema  integrato  delle  banche  dati   in   materia
tributaria  e  finanziaria  finalizzato  alla  condivisione  ed  alla
gestione coordinata delle informazioni dell'intero  settore  pubblico
per  l'analisi  ed  il  monitoraggio  della   pressione   fiscale   e
dell'andamento dei flussi finanziari. 
 
  57. Ai fini di cui  al  comma  56,  con  uno  o  piu'  decreti  del
Presidente del Consiglio dei ministri o del Ministro delegato per  le
riforme e le innovazioni nella pubblica amministrazione, di  concerto
con il Ministro dell'economia e delle finanze, sentita la Commissione
parlamentare di vigilanza sull'anagrafe  tributaria  che  esprime  il
proprio giudizio tassativamente entro quindici  giorni,  da  adottare
entro il 31 marzo  2007  ai  sensi  del  codice  dell'amministrazione
digitale, di cui al decreto  legislativo  7  marzo  2005,  n.  82,  e
successive  modificazioni,  sono  individuate  le  basi  di  dati  di
interesse nazionale  che  compongono  il  sistema  integrato  e  sono
definiti le regole tecniche per l'accesso e la consultazione da parte
delle pubbliche amministrazioni abilitate nonche' i servizi di natura
amministrativa e tecnica  che  il  Ministero  dell'economia  e  delle
finanze eroga alle amministrazioni che ne facciano richiesta  per  la
utilizzazione e la valorizzazione del sistema. 
 
  58. Alla legge 27 marzo 1976, n. 60, dopo l'articolo 2, e' inserito
il seguente: 
    "Art. 2-bis. - 1. Ferme restando  le  attribuzioni  di  cui  all'
articolo 2, la Commissione: 
    a)  effettua  indagini  e  ricerche,  tramite   consultazioni   e
audizioni di  organismi  nazionali  e  internazionali,  per  valutare
l'impatto delle soluzioni tecniche sugli intermediari  incaricati  di
svolgere servizi fiscali tra contribuenti e amministrazioni; 
    b) esprime un parere sulle  attivita'  svolte  annualmente  dall'
anagrafe tributaria e sugli  obbiettivi  raggiunti  nel  corso  dell'
anno". 
 
  59. Il secondo comma dell'articolo 15 del  decreto  del  Presidente
della Repubblica  29  settembre  1973,  n.  605,  e'  sostituito  dal
seguente: 
    "Il Ministero  dell'economia  e  delle  finanze  ha  facolta'  di
rendere  pubblici,  senza  riferimenti  nominativi,  statistiche   ed
elaborazioni relative ai dati di cui al  primo  comma,  nonche',  per
esclusive finalita' di studio e di ricerca, i  medesimi  dati,  sotto
forma di collezioni campionarie, privi di  ogni  riferimento  che  ne
permetta il collegamento  con  gli  interessati  e  comunque  secondo
modalita' che rendano questi ultimi non identificabili". 
 
  60. Dall'attuazione dei commi 56, 57 e 59 non derivano oneri per il
bilancio dello Stato. 
 
  61. Entro sei mesi dalla data di entrata in vigore  della  presente
legge, con provvedimento del Ministero dell'economia e delle finanze,
acquisito il parere delle competenti Commissioni  parlamentari,  sono
stabilite, a fini di monitoraggio, le  modalita'  per  introdurre  in
tutte le amministrazioni pubbliche criteri di contabilita' economica,
nonche' i tempi,  le  modalita'  e  le  specifiche  tecniche  per  la
trasmissione telematica da parte degli enti pubblici, delle regioni e
degli enti locali dei bilanci standard e dei dati di contabilita'. 
 
  62. Al decreto-legge 30 settembre 2005,  n.  203,  convertito,  con
modificazioni, dalla legge 2 dicembre 2005, n. 248, l'articolo  2-bis
e' sostituito dal seguente: 
    "Art. 2-bis. -  (Comunicazione  degli  esiti  della  liquidazione
delle dichiarazioni). - 1. A partire dalle  dichiarazioni  presentate
dal 1° gennaio 2006, l'invito  previsto  dall'articolo  6,  comma  5,
della legge 27 luglio 2000, n. 212, e' effettuato: 
    a) con mezzi telematici ai soggetti di cui all'articolo 3,  comma
3, del regolamento di cui al decreto del Presidente della  Repubblica
22 luglio 1998, n. 322, che portano  a  conoscenza  dei  contribuenti
interessati,  tempestivamente  e  comunque   nei   termini   di   cui
all'articolo 2, comma 2, del decreto legislativo 18 dicembre 1997, n.
462, e successive modificazioni, gli esiti della  liquidazione  delle
dichiarazioni contenuti nell'invito; 
    b) mediante raccomandata in ogni altro caso. 
  2. L'Agenzia delle entrate puo', su istanza motivata, derogare all'
obbligo  previsto  dalla  lettera  a)  del  comma  1,  qualora  siano
riconosciute    difficolta'    da    parte     degli     intermediari
nell'espletamento delle attivita' di cui alla medesima lettera a). 
  3.  Il  termine  di  cui  all'articolo  2,  comma  2,  del  decreto
legislativo 18 dicembre 1997, n.  462,  e  successive  modificazioni,
decorre dal sessantesimo giorno successivo a quello  di  trasmissione
telematica dell'invito di  cui  alla  lettera  a)  del  comma  1  del
presente articolo. 
  4. Con provvedimento del direttore dell'Agenzia delle entrate  sono
definiti il contenuto e la modalita' della risposta telematica". 
 
  63. I soggetti di cui all'articolo 2 del testo unico delle  imposte
sui redditi, di cui al decreto del  Presidente  della  Repubblica  22
dicembre 1986, n. 917, e successive modificazioni, che  deducono  dal
reddito  complessivo  somme  per  assegni  periodici  corrisposti  al
coniuge di cui alla lettera c)  del  comma  1  dell'articolo  10  del
citato testo unico di cui al decreto del Presidente della  Repubblica
n. 917 del 1986,  devono  indicare  nella  dichiarazione  annuale  il
codice fiscale del soggetto beneficiario delle somme. 
 
  64. All'articolo 78 della legge 30 dicembre 1991, n. 413,  dopo  il
comma 25 sono inseriti i seguenti: 
    "25-bis. Ai fini dei controlli sugli oneri detraibili di cui alla
lettera c) del comma 1 dell'articolo 15 del testo unico delle imposte
sui redditi, di cui al decreto del  Presidente  della  Repubblica  22
dicembre 1986, n. 917, e successive  modificazioni,  gli  enti  e  le
casse aventi esclusivamente fine assistenziale devono  comunicare  in
via telematica all'Anagrafe tributaria gli elenchi  dei  soggetti  ai
quali  sono  state  rimborsate  spese  sanitarie  per   effetto   dei
contributi versati di cui alla lettera a) del comma  2  dell'articolo
51 del citato testo unico di cui  al  decreto  del  Presidente  della
Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, e successive modificazioni. 
  25-ter. Il contenuto, i termini e le modalita'  delle  trasmissioni
sono definiti con  provvedimento  del  direttore  dell'Agenzia  delle
entrate". 
 
  65. All'articolo 37-bis, comma 3, del decreto del Presidente  della
Repubblica 29 settembre 1973, n.  600,  dopo  la  lettera  f-ter)  e'
aggiunta la seguente: 
    "f-quater) pattuizioni  intercorse  tra  societa'  controllate  e
collegate ai sensi dell'articolo 2359 del codice  civile,  una  delle
quali avente sede legale in uno degli Stati o nei territori a  regime
fiscale privilegiato, individuati ai sensi dell'articolo  167,  comma
4, del testo unico delle imposte sui redditi, di cui al  decreto  del
Presidente della Repubblica 22  dicembre  1986,  n.  917,  aventi  ad
oggetto il pagamento di somme a titolo  di  clausola  penale,  multa,
caparra confirmatoria o penitenziale". 
 
  66. Le disposizioni di cui al comma 65 si applicano a decorrere dal
periodo d'imposta in corso alla data del 1° gennaio 2007. 
 
  67.  Al  regolamento  di  cui  al  decreto  del  Presidente   della
Repubblica 22 luglio 1998, n. 322, all'articolo 2, dopo il  comma  3,
e' inserito il seguente: 
    "3-bis. I modelli di dichiarazione, le relative istruzioni  e  le
specifiche tecniche per la trasmissione telematica dei dati sono resi
disponibili in formato elettronico dall'Agenzia delle  entrate  entro
il 15 febbraio". 
 
  68. All'articolo 7, comma 1, del decreto-legge 4  luglio  2006,  n.
223, convertito, con modificazioni, dalla legge  4  agosto  2006,  n.
248, dopo le parole: "titolari"  sono  inserite  le  seguenti:  ",  o
dipendenti da loro delegati,". 
 
  69. All'articolo 35  del  decreto-legge  4  luglio  2006,  n.  223,
convertito, con modificazioni, dalla legge 4 agosto 2006, n. 248,  il
comma 12-bis e' sostituito dal seguente: 
    "12-bis.  Il  limite  di  100  euro  di  cui  al   quarto   comma
dell'articolo 19 del  decreto  del  Presidente  della  Repubblica  29
settembre  1973,  n.  600,  introdotto  dal  comma  12  del  presente
articolo, si applica a decorrere dal 1° luglio 2009.  Dalla  data  di
entrata in vigore della legge di conversione del presente  decreto  e
sino al 30 giugno 2008 il limite e' stabilito in 1.000 euro.  Dal  1°
luglio 2008 al 30 giugno 2009 il limite e'  stabilito  in  500  euro.
Entro il 31 gennaio 2008 il Ministro dell'economia  e  delle  finanze
presenta al Parlamento una relazione sull'applicazione  del  presente
comma. Il Ministro dell'economia e delle finanze  e'  autorizzato  ad
emanare apposito decreto che individua le condizioni  impeditive  del
soggetto tenuto al pagamento, che consentono di  derogare  ai  limiti
indicati nel presente comma". 
 
  70. All'articolo 93 del testo unico delle imposte sui  redditi,  di
cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre  1986,  n.
917,  e  successive  modificazioni,  il  comma  5  e'  abrogato.   La
disposizione del periodo precedente si applica alle opere,  forniture
e servizi di  durata  ultrannuale  la  cui  esecuzione  ha  inizio  a
decorrere dal periodo d'imposta successivo a  quello  in  corso  alla
data del 31 dicembre 2006. 
 
  71. All'articolo 107, comma 2, del testo unico  delle  imposte  sui
redditi, di  cui  al  decreto  del  Presidente  della  Repubblica  22
dicembre 1986, n. 917, e successive modificazioni, al terzo  periodo,
le parole: "nell'esercizio stesso e nei successivi ma  non  oltre  il
quinto" sono sostituite dalle  seguenti:  "in  quote  costanti  nell'
esercizio stesso e nei cinque successivi". 
 
  72. All'articolo 84, comma 1, del testo  unico  delle  imposte  sui
redditi, di  cui  al  decreto  del  Presidente  della  Repubblica  22
dicembre 1986, n. 917, e  successive  modificazioni,  dopo  il  primo
periodo sono inseriti i seguenti: "Per i soggetti che fruiscono di un
regime  di  esenzione  totale  o  parziale  del  reddito  la  perdita
riportabile e' diminuita in misura  proporzionalmente  corrispondente
alla quota  di  esenzione  applicabile  in  presenza  di  un  reddito
imponibile. Per i soggetti che fruiscono di un  regime  di  esenzione
dell'utile la perdita  e'  riportabile  per  l'ammontare  che  eccede
l'utile che  non  ha  concorso  alla  formazione  del  reddito  negli
esercizi precedenti". 
 
  73. Le disposizioni del secondo e del terzo  periodo  del  comma  1
dell'articolo 84 del testo unico delle imposte sui redditi, di cui al
decreto del Presidente della Repubblica 22  dicembre  1986,  n.  917,
introdotti dal comma  72  del  presente  articolo,  si  applicano  ai
redditi prodotti e agli utili  realizzati  a  decorrere  dal  periodo
d'imposta successivo a quello in corso al 31 dicembre 2006. 
 
  74. All' articolo 73 del testo unico delle imposte sui redditi,  di
cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre  1986,  n.
917, sono apportate le seguenti modificazioni: 
    a) al comma 1: 
     1) alle lettere b) e c), dopo le parole: "dalle societa',"  sono
inserite le seguenti: "nonche' i trust,"; 
     2) alla lettera  d),  dopo  le  parole:  "di  ogni  tipo,"  sono
inserite le seguenti: "compresi i trust,"; 
    b) al comma 2, e' aggiunto, in fine, il  seguente  periodo:  "Nei
casi in cui i beneficiari del  trust  siano  individuati,  i  redditi
conseguiti dal trust sono imputati in ogni  caso  ai  beneficiari  in
proporzione alla quota di partecipazione individuata  nell'  atto  di
costituzione del trust o in altri  documenti  successivi  ovvero,  in
mancanza, in parti uguali"; 
    c) al comma 3, sono aggiunti, in fine, i  seguenti  periodi:  "Si
considerano altresi' residenti  nel  territorio  dello  Stato,  salvo
prova contraria, i trust e  gli  istituti  aventi  analogo  contenuto
istituiti in  Paesi  diversi  da  quelli  indicati  nel  decreto  del
Ministro delle finanze 4 settembre 1996,  pubblicato  nella  Gazzetta
Ufficiale n. 220 del 19 settembre 1996, e  successive  modificazioni,
in cui almeno uno dei disponenti ed almeno uno  dei  beneficiari  del
trust siano fiscalmente residenti  nel  territorio  dello  Stato.  Si
considerano, inoltre, residenti nel territorio dello  Stato  i  trust
istituiti in uno Stato diverso da quelli indicati nel citato  decreto
del Ministro delle finanze 4 settembre 1996, quando,  successivamente
alla loro costituzione, un soggetto residente  nel  territorio  dello
Stato effettui in favore del trust  un'attribuzione  che  importi  il
trasferimento di proprieta' di beni immobili o la costituzione  o  il
trasferimento di diritti reali immobiliari, anche per quote,  nonche'
vincoli di destinazione sugli stessi". 
 
  75. All'articolo 44, comma 1, del testo  unico  delle  imposte  sui
redditi di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre
1986, n. 917, dopo la lettera g-quinquies) e' inserita la seguente: 
    "g-sexies) i redditi imputati al beneficiario di trust  ai  sensi
dell'articolo 73, comma 2, anche se non residenti;". 
 
  76. All'articolo 13 del decreto del Presidente della Repubblica  29
settembre 1973, n. 600, sono apportate le seguenti modificazioni: 
    a)  al  primo  comma,  lettera  b),  dopo  le  parole:   "persone
giuridiche," sono inserite le seguenti: "nonche' i trust,"; 
    b) al  secondo  comma,  lettera  g),  dopo  le  parole:  "persone
giuridiche," sono inserite le seguenti: "nonche' i trust,". 
 
  77. All'articolo 2  del  decreto-legge  3  ottobre  2006,  n.  262,
convertito, con modificazioni, dalla legge 24 novembre 2006, n.  286,
sono apportate le seguenti modificazioni: 
    a) nel comma 48, dopo la lettera a), e' inserita la seguente: 
     "a-bis) devoluti a favore  dei  fratelli  e  delle  sorelle  sul
valore complessivo netto eccedente, per ciascun beneficiario, 100.000
euro: 6 per cento"; 
    b) nel comma 49, dopo la lettera a), e' inserita la seguente: 
     "a-bis) a  favore  dei  fratelli  e  delle  sorelle  sul  valore
complessivo netto eccedente, per ciascun beneficiario, 100.000  euro:
6 per cento" ; 
    c) dopo il comma 49 e' inserito il seguente: 
 
    "49-bis. Se il beneficiario dei trasferimenti di cui ai commi  48
e 49 e' una persona portatrice  di  handicap  riconosciuto  grave  ai
sensi della legge 5 febbraio  1992,  n.  104,  l'imposta  si  applica
esclusivamente sulla parte del valore della quota o  del  legato  che
supera l'ammontare di 1.500.000 euro". 
 
  78. Al testo unico delle disposizioni concernenti  l'imposta  sulle
successioni e donazioni, di cui al  decreto  legislativo  31  ottobre
1990, n. 346, e successive modificazioni, sono apportate le  seguenti
modificazioni: 
    a) all'articolo 3, e' aggiunto, in fine, il seguente comma: 
     "4-ter. I trasferimenti, effettuati anche  tramite  i  patti  di
famiglia di cui agli articoli 768-bis e seguenti del codice civile  a
favore dei discendenti, di aziende o rami di esse, di quote sociali e
di azioni non sono soggetti all'imposta. In caso di quote  sociali  e
azioni di soggetti di cui all'articolo 73, comma 1, lettera  a),  del
testo unico  delle  imposte  sui  redditi,  di  cui  al  decreto  del
Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n.  917,  il  beneficio
spetta  limitatamente  alle  partecipazioni  mediante  le  quali   e'
acquisito o integrato il controllo ai sensi dell'articolo 2359, primo
comma, numero 1), del  codice  civile.  Il  beneficio  si  applica  a
condizione che gli aventi causa proseguano l'esercizio dell'attivita'
d'impresa o detengano il controllo per un  periodo  non  inferiore  a
cinque anni dalla data del trasferimento,  rendendo,  contestualmente
alla presentazione della dichiarazione di successione o  all'atto  di
donazione, apposita dichiarazione in tal senso. Il  mancato  rispetto
della condizione di cui al periodo precedente comporta  la  decadenza
dal beneficio, il pagamento dell'imposta in misura  ordinaria,  della
sanzione  amministrativa  prevista  dall'  articolo  13  del  decreto
legislativo 18 dicembre 1997, n.  471,  e  degli  interessi  di  mora
decorrenti dalla data in cui l'imposta medesima avrebbe dovuto essere
pagata"; 
    b) all'articolo 8, dopo il comma 1, e' inserito il seguente: 
    "1-bis. Resta comunque ferma l'esclusione  dell'avviamento  nella
determinazione della base imponibile  delle  aziende,  delle  azioni,
delle quote sociali"; 
    c)  all'articolo  31,  comma  1,  le  parole:  "sei  mesi"   sono
sostituite dalle seguenti: "dodici mesi". 
 
  79. Le disposizioni di cui ai commi  77  e  78  si  applicano  alle
successioni apertesi a decorrere dal 3  ottobre  2006,  nonche'  agli
atti pubblici formati,  agli  atti  a  titolo  gratuito  fatti,  alle
scritture  private  autenticate  e   alle   scritture   private   non
autenticate presentate per la registrazione a decorrere dalla data di
entrata in vigore della presente legge. 
 
  80. L'articolo 3 del decreto del  Presidente  della  Repubblica  26
ottobre 1972, n. 642, e' sostituito dal seguente: 
    "Art. 3. - (Modi di  pagamento).  -  1.  L'imposta  di  bollo  si
corrisponde secondo le indicazioni della tariffa allegata: 
    a) mediante pagamento dell'imposta ad intermediario convenzionato
con  l'Agenzia  delle  entrate,  il  quale  rilascia,  con  modalita'
telematiche, apposito contrassegno; 
    b) in modo virtuale, mediante pagamento dell'imposta  all'ufficio
dell'Agenzia delle entrate o ad altri uffici autorizzati  o  mediante
versamento in conto corrente postale. 
  2. Le frazioni degli importi dell'imposta di bollo dovuta in misura
proporzionale sono arrotondate ad euro 0,10 per difetto o per eccesso
a seconda che si tratti rispettivamente di frazioni fino ad euro 0,05
o superiori ad euro 0,05. 
  3. In ogni caso l'imposta e' dovuta nella  misura  minima  di  euro
1,00, ad eccezione delle cambiali  e  dei  vaglia  cambiari  di  cui,
rispettivamente, all'articolo 6, numero 1, lettere a) e b), e  numero
2, della tariffa - Allegato A - annessa al presente  decreto,  per  i
quali l'imposta minima e' stabilita in euro 0,50". 
 
  81.  All'articolo  39,  comma  13,  alinea,  primo   periodo,   del
decreto-legge  30   settembre   2003,   n.   269,   convertito,   con
modificazioni, dalla legge 24 novembre 2003, n. 326, dopo le  parole:
"somme giocate" sono inserite le seguenti: ", dovuto dal soggetto  al
quale l'Amministrazione autonoma dei monopoli di Stato ha  rilasciato
il nulla osta di  cui  all'articolo  38,  comma  5,  della  legge  23
dicembre 2000, n. 388, e successive modificazioni. A decorrere dal 26
luglio 2004 il  soggetto  passivo  d'imposta  e'  identificato  nell'
ambito dei concessionari individuati ai sensi  dell'articolo  14-bis,
comma 4, del decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972,
n. 640, e successive modificazioni, ove in  possesso  di  tale  nulla
osta rilasciato dall'Amministrazione autonoma dei monopoli di  Stato.
I titolari di nulla osta rilasciati  antecedentemente  al  26  luglio
2004 sono soggetti passivi d'imposta fino alla data di  rilascio  dei
nulla osta sostitutivi a favore dei concessionari di rete o fino alla
data della revoca del nulla osta stesso". 
 
  82. All'articolo 39 del decreto-legge 30 settembre  2003,  n.  269,
convertito, con modificazioni, dalla legge 24 novembre 2003, n.  326,
il comma 13-bis e' sostituito dal seguente: 
    "13-bis. Il prelievo  erariale  unico  e'  assolto  dai  soggetti
passivi d'imposta, con riferimento a ciascun  anno  solare,  mediante
versamenti periodici relativi ai singoli periodi contabili e mediante
un versamento  annuale  a  saldo.  Con  provvedimenti  del  Ministero
dell'economia e delle finanze - Amministrazione autonoma dei monopoli
di Stato, sono individuati: 
    a) i periodi contabili in cui e' suddiviso l'anno solare; 
    b) le modalita' di calcolo del prelievo erariale unico dovuto per
ciascun periodo contabile e per ciascun anno solare; 
    c) i termini e le modalita' con cui i soggetti passivi  d'imposta
effettuano i versamenti periodici e il versamento annuale a saldo; 
    d) le modalita'  per  l'utilizzo  in  compensazione  del  credito
derivante dall'eventuale eccedenza dei versamenti periodici  rispetto
al prelievo erariale unico dovuto per l'intero anno solare; 
    e) i termini e le modalita' con  cui  i  concessionari  di  rete,
individuati ai sensi dell'articolo 14-bis, comma 4, del  decreto  del
Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972,  n.  640,  e  successive
modificazioni, comunicano, tramite la rete telematica prevista  dallo
stesso comma 4 dell' articolo 14-bis,  i  dati  relativi  alle  somme
giocate  nonche'  gli  altri  dati  relativi   agli   apparecchi   da
intrattenimento di cui all'articolo 110, comma  6,  del  testo  unico
delle leggi di pubblica sicurezza, di cui al regio decreto 18  giugno
1931, n. 773,  e  successive  modificazioni,  da  utilizzare  per  la
determinazione del prelievo erariale unico dovuto; 
    f) le modalita' con cui l'Amministrazione autonoma  dei  monopoli
di Stato puo' concedere su istanza dei soggetti passivi d'imposta  la
rateizzazione delle somme dovute nelle ipotesi in cui  questi  ultimi
si trovino in temporanea situazione di difficolta'". 
 
  83. Fino alla  emanazione  dei  provvedimenti  indicati  nel  comma
13-bis dell'articolo 39 del decreto-legge 30 settembre 2003, n.  269,
convertito, con modificazioni, dalla legge 24 novembre 2003, n.  326,
come sostituito dal comma  82  del  presente  articolo,  il  prelievo
erariale unico e' assolto  dai  soggetti  passivi  d'imposta  con  le
modalita' e nei termini stabiliti nei decreti del direttore  generale
dell'Amministrazione autonoma dei monopoli di Stato  8  aprile  2004,
pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 86 del 13 aprile  2004,  e  14
luglio 2004, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 173 del 26 luglio
2004, e successive modificazioni. 
 
  84. Dopo l'articolo 39 del decreto-legge 30 settembre 2003, n. 269,
convertito, con modificazioni, dalla legge 24 novembre 2003, n.  326,
sono inseriti i seguenti: 
    "Art. 39-bis. -  (Liquidazione  del  prelievo  erariale  unico  e
controllo  dei  versamenti).  -  1.  Per  gli   apparecchi   previsti
all'articolo 110, comma 6, del testo unico delle  leggi  di  pubblica
sicurezza, di cui  al  regio  decreto  18  giugno  1931,  n.  773,  e
successive modificazioni, l'Amministrazione autonoma dei monopoli  di
Stato, avvalendosi di procedure automatizzate, procede, entro  il  31
dicembre del secondo anno successivo a quello per il quale e'  dovuto
il prelievo erariale unico, alla liquidazione dell'imposta dovuta per
i  periodi  contabili  e  per  l'anno  solare  sulla  base  dei  dati
correttamente   trasmessi   dai   concessionari    in    applicazione
dell'articolo 39, comma 13-bis, lettera e),  ed  al  controllo  della
tempestivita' e della rispondenza rispetto al prelievo erariale unico
dovuto dei versamenti effettuati dai concessionari stessi. 
  2. Nel caso in cui  risultino  omessi,  carenti  o  intempestivi  i
versamenti dovuti, l'esito del controllo automatizzato e'  comunicato
al concessionario di rete per evitare la reiterazione di  errori.  Il
concessionario di rete che  rilevi  eventuali  dati  o  elementi  non
considerati o valutati erroneamente  nel  controllo  dei  versamenti,
puo' fornire i chiarimenti necessari all'Amministrazione autonoma dei
monopoli di Stato entro i trenta  giorni  successivi  al  ricevimento
della comunicazione. 
  3. Con decreti  del  Ministero  dell'economia  e  delle  finanze  -
Amministrazione autonoma dei monopoli  di  Stato,  sono  definite  le
modalita' di effettuazione della liquidazione del  prelievo  erariale
unico e del controllo dei relativi versamenti, di cui al comma 1. 
  Art. 39-ter. - (Riscossione delle somme dovute a titolo di prelievo
erariale unico a seguito dei controlli automatici).  -  1.  Le  somme
che, a seguito dei controlli automatici effettuati ai sensi del comma
1  dell'articolo  39-bis,  risultano  dovute  a  titolo  di  prelievo
erariale unico, nonche' di interessi e di sanzioni per  ritardato  od
omesso  versamento,  sono  iscritte  direttamente  nei  ruoli,   resi
esecutivi a titolo definitivo nel termine di decadenza fissato al  31
dicembre del terzo anno successivo a quello per il quale e' dovuto il
prelievo erariale unico. Per  la  determinazione  del  contenuto  del
ruolo, delle procedure, delle modalita' della sua  formazione  e  dei
tempi di consegna, si applica il regolamento di cui  al  decreto  del
Ministro delle finanze 3 settembre 1999, n. 321. 
  2. Le cartelle di pagamento recanti i ruoli di cui al comma 1  sono
notificate, a pena di decadenza, entro il 31 dicembre del quarto anno
successivo a quello per il  quale  e'  dovuto  il  prelievo  erariale
unico. 
  3. L'iscrizione a ruolo non e' eseguita, in tutto o in parte, se il
concessionario di rete provvede a pagare, con le  modalita'  indicate
nell'articolo 17 del decreto legislativo 9 luglio  1997,  n.  241,  e
successive modificazioni, le somme dovute  entro  trenta  giorni  dal
ricevimento della comunicazione prevista dal  comma  2  dell'articolo
39-bis  ovvero   della   comunicazione   definitiva   contenente   la
rideterminazione, in  sede  di  autotutela,  delle  somme  dovute,  a
seguito dei chiarimenti forniti dallo stesso concessionario di  rete.
In questi casi, l'ammontare della sanzione amministrativa per tardivo
od omesso versamento e' ridotto ad un  sesto  e  gli  interessi  sono
dovuti  fino  all'ultimo  giorno  del  mese  antecedente   a   quello
dell'elaborazione della comunicazione. 
  4. Qualora il concessionario di rete non provveda a pagare, entro i
termini di scadenza, i ruoli di cui  al  comma  1,  l'Amministrazione
autonoma dei monopoli di Stato procede alla riscossione  delle  somme
dovute  anche  tramite  escussione  delle  garanzie  presentate   dal
concessionario di rete ai sensi della convenzione di concessione.  In
tal caso l'Amministrazione autonoma dei monopoli di Stato comunica al
concessionario della riscossione l'importo del credito  per  imposta,
sanzioni e interessi che e' stato estinto tramite l'escussione  delle
garanzie  e  il  concessionario  della   riscossione   procede   alla
riscossione  coattiva  dell'eventuale  credito  residuo  secondo   le
disposizioni di cui al titolo II del  decreto  del  Presidente  della
Repubblica 29 settembre 1973, n. 602, e successive modificazioni. 
  Art. 39-quater. - (Accertamento e controlli in materia di  prelievo
erariale unico). - 1. Gli uffici  dell'Amministrazione  autonoma  dei
monopoli di Stato nell'adempimento  dei  loro  compiti  si  avvalgono
delle attribuzioni e dei poteri indicati nell'articolo 51 del decreto
del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, e successive
modificazioni. Per l'esecuzione di accessi, ispezioni e verifiche  si
applicano le disposizioni dell'articolo 52 del decreto del Presidente
della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, e successive modificazioni. 
  2. Il prelievo erariale unico e' dovuto anche sulle  somme  giocate
tramite apparecchi e congegni che erogano vincite in denaro o le  cui
caratteristiche consentono il gioco d'azzardo, privi del  nulla  osta
di cui all'articolo 38, comma 5, della legge  23  dicembre  2000,  n.
388,  e  successive  modificazioni,  nonche'  tramite  apparecchi   e
congegni muniti del nulla osta di cui al predetto articolo 38,  comma
5, il cui esercizio sia qualificabile come illecito civile, penale  o
amministrativo. Per gli apparecchi e congegni privi del nulla osta il
prelievo erariale unico, gli interessi e le  sanzioni  amministrative
sono dovuti dal soggetto che ha provveduto alla  loro  installazione.
E' responsabile in solido per le somme dovute a  titolo  di  prelievo
erariale unico, interessi e sanzioni amministrative il possessore dei
locali in cui sono installati gli apparecchi  e  congegni  privi  del
nulla osta. Per gli apparecchi e congegni muniti del  nulla  osta  di
cui all'articolo 38, comma 5, della legge 23 dicembre 2000, n. 388, e
successive modificazioni, il cui  esercizio  sia  qualificabile  come
illecito  civile,  penale  o  amministrativo,  il  maggiore  prelievo
erariale unico accertato rispetto a quello calcolato sulla  base  dei
dati di funzionamento trasmessi tramite la rete  telematica  prevista
dal comma 4 dell'articolo 14-bis del  decreto  del  Presidente  della
Repubblica 26 ottobre 1972, n. 640, e successive  modificazioni,  gli
interessi e le sanzioni amministrative sono dovuti dai  soggetti  che
hanno commesso l'illecito o, nel caso in cui  non  sia  possibile  la
loro identificazione, dal concessionario  di  rete  a  cui  e'  stato
rilasciato il nulla osta. Sono responsabili in solido  per  le  somme
dovute a titolo di prelievo  erariale  unico,  interessi  e  sanzioni
amministrative relativi agli apparecchi e congegni di cui  al  quarto
periodo, il soggetto che ha provveduto alla  loro  installazione,  il
possessore dei locali in cui sono installati e il  concessionario  di
rete titolare  del  relativo  nulla  osta,  qualora  non  siano  gia'
debitori di tali somme a titolo principale. 
  3. Gli uffici dell'Amministrazione autonoma dei monopoli  di  Stato
procedono  alIaccertamento  della  base  imponibile  e  del  prelievo
erariale unico dovuto per gli apparecchi e congegni di cui al comma 2
mediante la lettura dei dati relativi alle somme giocate  memorizzati
dagli stessi apparecchi e  congegni.  In  presenza  di  apparecchi  e
congegni per i quali i dati relativi alle  somme  giocate  non  siano
memorizzati o leggibili, risultino memorizzati in modo non corretto o
siano stati alterati, gli uffici  dell'Amministrazione  autonoma  dei
monopoli di Stato determinano induttivamente l'ammontare delle  somme
giocate sulla base dell'importo forfetario giornaliero  definito  con
decreti del Ministero dell'economia e delle finanze - Amministrazione
autonoma dei monopoli di Stato. 
  4. Gli avvisi relativi agli accertamenti di cui ai commi 2 e 3 sono
notificati, a pena di decadenza, entro il 31 dicembre del quinto anno
successivo a quello in cui sono state giocate, tramite gli apparecchi
e congegni indicati negli stessi commi 2 e 3,  le  somme  su  cui  e'
calcolato il prelievo erariale unico. 
  Art. 39-quinquies. - (Sanzioni  in  materia  di  prelievo  erariale
unico). - 1. La sanzione prevista  nell'articolo  11,  comma  1,  del
decreto  legislativo  18  dicembre  1997,  n.   471,   e   successive
modificazioni, si  applica  anche  alle  violazioni,  indicate  nello
stesso comma 1, relative al prelievo erariale unico. 
  2. Nelle ipotesi di apparecchi che erogano vincite in denaro  o  le
cui caratteristiche consentono il gioco d'azzardo,  privi  del  nulla
osta di cui all'articolo 38, comma 5, della legge 23  dicembre  2000,
n. 388, e successive modificazioni, e nelle ipotesi di  apparecchi  e
congegni muniti del nulla osta di cui al predetto articolo 38,  comma
5, il cui esercizio sia qualificabile come illecito civile, penale  o
amministrativo, si applica la sanzione amministrativa dal 120 al  240
per cento dell'ammontare del prelievo erariale unico dovuto,  con  un
minimo di euro 1.000. 
  3. Se sono omesse o sono  effettuate  con  dati  incompleti  o  non
veritieri le comunicazioni cui sono tenuti i concessionari di rete ai
sensi del comma 13-bis, lettera e),  dell'articolo  39  del  presente
decreto, si applica la sanzione amministrativa da euro  500  ad  euro
8.000. 
  Art. 39-sexies. - (Responsabilita' solidale  dei  terzi  incaricati
della raccolta delle somme giocate). - 1. I  terzi  incaricati  della
raccolta di cui all'articolo 1, comma 533, della  legge  23  dicembre
2005, n. 266, sono solidalmente responsabili con i  concessionari  di
rete per  il  versamento  del  prelievo  erariale  unico  dovuto  con
riferimento alle somme giocate che i suddetti terzi  hanno  raccolto,
nonche' per i relativi interessi e sanzioni. 
  2. Con decreto  del  Ministero  dell'economia  e  delle  finanze  -
Amministrazione autonoma dei monopoli  di  Stato,  sono  definite  le
modalita' di accertamento e di  contestazione  della  responsabilita'
solidale di cui al comma 1. 
  Art. 39-septies. - (Disposizioni transitorie). - 1.  Per  le  somme
che, a seguito dei controlli automatici effettuati ai sensi del comma
1 dell'articolo 39-bis, risultano dovute per gli anni 2004 e  2005  a
titolo  di  prelievo  erariale  unico,  nonche'  di  interessi  e  di
sanzioni, i termini di cui ai  commi  1  e  2  dell'articolo  39-ter,
previsti a pena di decadenza per rendere esecutivi i ruoli e  per  la
notifica delle relative cartelle di pagamento,  sono  rispettivamente
fissati al 31 dicembre 2009 e al 31 dicembre 2010. 
  2. Con decreto  del  Ministero  dell'economia  e  delle  finanze  -
Amministrazione autonoma dei monopoli di Stato, sono definiti i  dati
relativi alle annualita' di cui al comma 1  che  i  concessionari  di
rete devono comunicare all'Amministrazione autonoma dei  monopoli  di
Stato, nonche' i relativi termini e modalita' di trasmissione". 
 
  85. All'articolo 110, comma 5, del testo  unico  di  cui  al  regio
decreto 18 giugno 1931, n. 773, e successive modificazioni,  dopo  le
parole: "escluse le macchine vidimatrici per i giochi  gestiti  dallo
Stato" sono aggiunte le seguenti: "e gli apparecchi di cui  al  comma
6". 
 
  86. All'articolo 110 del testo unico di cui  al  regio  decreto  18
giugno 1931, n. 773,  e  successive  modificazioni,  il  comma  9  e'
sostituito dal seguente: 
    "9. In materia di apparecchi e congegni da intrattenimento di cui
ai commi 6 e 7, si applicano le seguenti sanzioni: 
    a) chiunque  produce  od  importa,  per  destinarli  all'uso  sul
territorio nazionale, apparecchi e congegni di cui ai commi 6 e 7 non
rispondenti alle caratteristiche ed alle  prescrizioni  indicate  nei
commi 6 o 7 e nelle disposizioni di legge ed amministrative attuative
di detti commi, e' punito con la sanzione  amministrativa  pecuniaria
da 1.000 a 6.000 euro per ciascun apparecchio; 
    b) chiunque  produce  od  importa,  per  destinarli  all'uso  sul
territorio nazionale, apparecchi e congegni di cui ai  commi  6  e  7
sprovvisti  dei  titoli  autorizzatori  previsti  dalle  disposizioni
vigenti, e' punito con la sanzione amministrativa pecuniaria da 500 a
3.000 euro per ciascun apparecchio; 
    c) chiunque sul territorio nazionale distribuisce od  installa  o
comunque consente l'uso in luoghi pubblici od aperti al  pubblico  od
in circoli ed  associazioni  di  qualunque  specie  di  apparecchi  o
congegni non rispondenti alle caratteristiche  ed  alle  prescrizioni
indicate  nei  commi  6  o  7  e  nelle  disposizioni  di  legge   ed
amministrative attuative di detti commi, e' punito  con  la  sanzione
amministrativa  pecuniaria  da  1.000  a  6.000  euro   per   ciascun
apparecchio. La stessa sanzione si applica nei confronti di chiunque,
consentendo l'uso in luoghi pubblici  od  aperti  al  pubblico  o  in
circoli ed associazioni di qualunque specie di apparecchi e  congegni
conformi alle caratteristiche e prescrizioni indicate nei commi 6 o 7
e nelle disposizioni di legge ed amministrative  attuative  di  detti
commi, corrisponde a fronte delle vincite premi in danaro o di  altra
specie, diversi da quelli ammessi; 
    d) chiunque, sul territorio nazionale, distribuisce od installa o
comunque consente l'uso in luoghi pubblici o aperti al pubblico o  in
circoli ed associazioni di qualunque specie di apparecchi e  congegni
per i  quali  non  siano  stati  rilasciati  i  titoli  autorizzatori
previsti dalle  disposizioni  vigenti,  e'  punito  con  la  sanzione
amministrativa  pecuniaria  da  500  a   3.000   euro   per   ciascun
apparecchio; 
    e) nei casi di reiterazione di una delle violazioni di  cui  alle
lettere a), b), c) e d), e' preclusa all'Amministrazione autonoma dei
monopoli di Stato la  possibilita'  di  rilasciare  all'autore  delle
violazioni  titoli  autorizzatori  concernenti  la  distribuzione   e
l'installazione  di  apparecchi  di  cui  al  comma   6   ovvero   la
distribuzione e l'installazione di apparecchi di cui al comma 7,  per
un periodo di cinque anni; 
    f) nei casi in cui i titoli autorizzatori per gli apparecchi o  i
congegni non  siano  apposti  su  ogni  apparecchio,  si  applica  la
sanzione amministrativa da 500 a 3.000 euro per ciascun apparecchio". 
 
  87. E' istituito, entro sei mesi dalla data di  entrata  in  vigore
della presente legge, con provvedimento del Ministero dell'economia e
delle finanze - Amministrazione autonoma dei monopoli  di  Stato,  un
nuovo concorso pronostici su base ippica, nel rispetto  dei  seguenti
criteri: 
    a)  formula  di  gioco  caratterizzata  dalla   possibilita'   di
garantire elevati premi ai giocatori; 
    b)  assegnazione  del  50  per  cento  della  posta  di  gioco  a
montepremi, del 5,71 per cento alle attivita' di  gestione,  dell'  8
per cento come compenso per l'attivita' dei punti di vendita, del  25
per cento come entrate erariali sotto forma di imposta unica e  dell'
11,29 per cento a favore dell'UNIRE; 
    c) raccolta del concorso pronostici da parte dei concessionari di
cui all'articolo 38, commi 2 e 4, del decreto-legge 4 luglio 2006, n.
223, convertito, con modificazioni, dalla legge  4  agosto  2006,  n.
248, delle agenzie di scommessa, nonche' negli ippodromi. 
 
  88. Il Ministero dell'economia e delle  finanze  -  Amministrazione
autonoma dei monopoli di Stato introduce con uno o piu' provvedimenti
scommesse a quota fissa e a totalizzatore su simulazioni  di  eventi,
nel rispetto dei seguenti criteri: 
    a) raccolta delle scommesse da parte  dei  concessionari  di  cui
all'articolo 38, commi 2 e 4, del decreto-legge  4  luglio  2006,  n.
223, convertito, con modificazioni, dalla legge  4  agosto  2006,  n.
248, e delle agenzie di scommessa; 
    b) organizzazione  e  gestione  del  palinsesto  delle  scommesse
affidata all'Amministrazione autonoma dei monopoli di Stato; 
    c) esiti delle  simulazioni  sugli  eventi  determinati  in  modo
principale dal caso; 
    d) per le scommesse a quota fissa,  applicazione  delle  aliquote
d'imposta previste all'articolo 38,  comma  3,  del  decreto-legge  4
luglio 2006, n. 223, convertito, con  modificazioni,  dalla  legge  4
agosto 2006, n. 248; 
    e) per le scommesse a totalizzatore, applicazione di una  imposta
del 12 per cento e di un montepremi non inferiore  al  75  per  cento
della posta di gioco. 
 
  89. Il Ministero dell'economia e delle  finanze  -  Amministrazione
autonoma dei monopoli di Stato stabilisce con  propri  provvedimenti,
ogni  qual  volta  ritenuto  necessario   ai   fini   dell'equilibrio
complessivo dell'offerta, le innovazioni da apportare  al  gioco  del
Lotto aventi ad oggetto, in particolare: 
    a) la rimodulazione delle sorti  del  Lotto  e  dei  premi  delle
relative combinazioni; 
    b) la rimodulazione o la  sostituzione  dei  giochi  opzionali  e
complementari al Lotto, introdotti dall'articolo  11-quinquiesdecies,
comma 4, del decreto-legge 30 settembre 2005, n. 203, convertito, con
modificazioni, dalla legge 2 dicembre 2005, n. 248; 
    c)  l'introduzione  di  ulteriori  forme  di  gioco  ispirate  ai
meccanismi  di  gioco  del  Lotto,  anche  prevedendo  modalita'   di
fruizione distinte da quelle attuali, al fine di  ampliare  l'offerta
di giochi numerici a quota fissa. 
 
  90. Con provvedimenti del Ministero dell'economia e delle finanze -
Amministrazione autonoma dei monopoli di Stato, sono stabilite, entro
novanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente  legge,
le modalita' di affidamento in concessione della gestione dei  giochi
numerici  a  totalizzatore  nazionale,  nel  rispetto  dei   seguenti
criteri: 
    a)   aggiudicazione,   in   base   al    criterio    dell'offerta
economicamente piu' conveniente, della concessione ad un soggetto  da
individuare a seguito  di  procedura  di  selezione  aperta  ai  piu'
qualificati operatori italiani ed esteri, secondo  i  principi  e  le
regole previste in materia dalla normativa nazionale  e  comunitaria,
evitando comunque il determinarsi di posizioni dominanti sul  mercato
nazionale del gioco; 
    b) inclusione, tra i giochi numerici a totalizzatore nazionale da
affidare con procedura di selezione, dell'Enalotto, dei  suoi  giochi
complementari ed opzionali e delle relative forme di partecipazione a
distanza, non che' di ogni ulteriore  gioco  numerico  basato  su  un
unico totalizzatore a livello nazionale; 
    c)  revisione  del  regolamento  e   della   formula   di   gioco
dell'Enalotto e previsione di nuovi giochi numerici  a  totalizzatore
nazionale, anche al  fine  di  assicurare  il  costante  allineamento
dell'offerta del gioco all'evoluzione della domanda dei consumatori; 
    d) assicurazione del costante miglioramento degli attuali livelli
di servizio al pubblico dei giochi a totalizzatore nazionale, al fine
di preservare  i  preminenti  interessi  pubblici  connessi  al  loro
regolare ed ininterrotto svolgimento, anche con l'apporto  dei  punti
di  vendita  titolari  di  contratti   con   concessionari   per   la
commercializzazione di tali giochi; 
    e)  coerenza  della  soluzione  concessoria  individuata  con  la
finalita' di progressiva costituzione della rete unitaria dei  giochi
pubblici, anche attraverso la devoluzione allo Stato,  alla  scadenza
della concessione, di una rete di almeno 15.000 punti di vendita  non
coincidenti con quelli dei concessionari della raccolta del gioco del
Lotto. 
 
  91. Al fine di garantire la  continuita'  di  esercizio  del  gioco
Enalotto e del suo gioco opzionale, nonche' la tutela dei  preminenti
interessi pubblici connessi, nelle more dell'operativita' della nuova
concessione, da  affidare  a  seguito  della  prevista  procedura  di
selezione, la  gestione  del  gioco  continua  ad  essere  assicurata
dall'attuale  concessionario,   fino   al   30   giugno   2007.   Con
provvedimento  del  Ministero  dell'economia  e   delle   finanze   -
Amministrazione autonoma dei  monopoli  di  Stato,  il  termine  puo'
essere  prorogato  una   sola   volta,   per   un   uguale   periodo,
esclusivamente nel caso in cui tale misura  si  renda  necessaria  in
relazione agli esiti della procedura di selezione. 
 
  92. I proventi  derivanti  dalle  procedure  di  selezione  di  cui
all'articolo 38, commi 2 e 4, del decreto-legge  4  luglio  2006,  n.
223, convertito, con modificazioni, dalla legge  4  agosto  2006,  n.
248, sono versati all'entrata del bilancio dello Stato comunque entro
il 28 febbraio 2007. 
 
  93. Al comma 1, lettera b), dell'articolo 38  del  decreto-legge  4
luglio 2006, n. 223, convertito,  con  modificazioni  dalla  legge  4
agosto 2006, n. 248, dopo le parole: "somma giocata;"  sono  aggiunte
le seguenti: "i giochi di carte  di  qualsiasi  tipo,  qualora  siano
organizzati sotto forma di torneo e nel caso in cui la posta di gioco
sia costituita esclusivamente dalla sola quota  di  iscrizione,  sono
considerati giochi di abilita';". 
 
  94. In deroga a quanto previsto  dall'articolo  1  della  legge  23
luglio 1980, n. 384, e successive modificazioni,  ai  delegati  della
gestione  dimessi,  salvo  che  per  inadempienza  contrattuale,   in
conseguenza del processo di privatizzazione  e  ristrutturazione  dei
servizi di  distribuzione  dei  generi  di  monopolio  e'  consentito
ottenere la diretta  assegnazione  di  una  rivendita  di  generi  di
monopolio   su   istanza   da   presentare   all'ufficio    regionale
dell'Amministrazione autonoma dei monopoli di  Stato  competente  per
territorio,  con  l'osservanza  delle  disposizioni   relative   alle
distanze e ai parametri di redditivita' previsti per  le  istituzioni
di rivendite ordinarie e previo versamento forfetario della somma  di
12.000 euro rateizzabili in tre anni. Le rivendite assegnate non sono
soggette al triennio di esperimento previsto dal quinto  comma  dell'
articolo 21 della legge 22 dicembre 1957, n. 1293. 
 
  95. Le disposizioni di cui al comma 94 hanno effetto per la  durata
di due anni dalla data di entrata in vigore della presente legge. 
 
  96. I soggetti che, ai sensi del regolamento di cui al decreto  del
Ministro  delle  finanze  22  febbraio  1999,  n.  67,   sono   stati
autorizzati o richiedono l'autorizzazione all'istituzione e  gestione
di  depositi  fiscali  di  tabacchi  lavorati  devono  dimostrare  il
possesso dei locali adibiti a deposito per un periodo di almeno  nove
anni dalla data di entrata in vigore della presente legge o,  per  le
nuove autorizzazioni, dalla data della  richiesta.  Con  decreto  del
Ministro dell'economia e delle finanze da  emanare  entro  centoventi
giorni dalla data di entrata in  vigore  della  presente  legge  sono
stabilite le modalita' di attuazione del presente comma. 
 
  97. I  delegati  alla  gestione  dei  depositi  fiscali  locali  di
tabacchi, se in possesso dei requisiti previsti  dal  regolamento  di
cui al decreto del Ministro delle finanze 22 febbraio  1999,  n.  67,
possono  esercitare,  anche  in  forma   societaria   o   consortile,
l'attivita' di depositi fiscali nelle superfici dei  locali  in  loro
possesso e ospitanti i depositi di cui sono delegati alla gestione  a
prescindere dall'effettiva disponibilita', al momento della  domanda,
dei tabacchi che intendono distribuire, con  autorizzazioni  concesse
con la stessa planimetria e con un distinto codice di accisa rispetto
alle  autorizzazioni  in  essere,  considerando   le   capacita'   di
stoccaggio  dei  nuovi  depositi  come  aggiuntive  a   quelle   gia'
determinate   e   disponendo    l'obbligo    di    contraddistinguere
opportunamente i tabacchi detenuti al fine  di  evitare  commistioni,
secondo modalita' da stabilire entro novanta  giorni  dalla  data  di
entrata in vigore della presente  legge  con  decreto  del  direttore
generale dell'Amministrazione autonoma dei monopoli di Stato. 
 
  98. All'articolo 4, comma 4, primo periodo, del decreto legislativo
9 luglio 1998, n. 283, le parole: "nei sette  anni  successivi"  sono
sostituite dalle seguenti: "nei nove anni successivi". 
 
  99. I termini di cui all'articolo  14-quater,  commi  1  e  2,  del
decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 640, sono
fissati, rispettivamente, al 31 dicembre 2008 e al 31  dicembre  2009
per l'anno 2004 e al 31 dicembre 2009  e  al  31  dicembre  2010  per
l'anno 2005. 
 
  100. All'articolo 1, comma 485, della legge 30  dicembre  2004,  n.
311, le parole:  "e  a  1.000  milioni  di  euro  annui  a  decorrere
dall'anno 2006" sono sostituite dalle seguenti: ", a 1.000 milioni di
euro per l'anno 2006 ed a 1.100 milioni di  euro  annui  a  decorrere
dall'anno 2007". 
 

il resto della Legge è possibile consultarlo su Normattiva.it


Blia.it NON utilizza cookie (v. informativa)

Per contattare la redazione di Blia.it potete scrivere a: info@blia.it
(attenzione, blia.it non ha nessun rapporto con banche, scuole o altri enti/aziende, i cui indirizzi sono visualizzati al solo scopo di rendere un servizio agli utenti del sito)